Il vescovo ai funerali delle vittime dell'incidente sulla statale: ascoltate il monito che viene da queste bare
MOLFETTA - “Nessuno vi impedirà mai di fare festa, ma vi supplico, non rimanga inascoltato il monito che si leva da queste quattro bare”.
Va dritto al mondo dei giovani l'appello di Mons. Luigi Martella, nel giorno dei funerali (vedi photo gallery sotto) di Lazzaro Rizzi, Sergio de Gennaro, Annalisa de Ceglia e Elisabetta Cagnetta, morti nell'incidente stradale sulla statale 16 tra Molfetta-Bisceglie sabato notte, quando la loro Mercedes ha travolto la Volvo di Dritan Oksa, la cui salma è già stata rimpatriata per le esequie in Albania.
In maniera non ipocrita, a tratti dura, il vescovo ha ricordato i quattro ragazzi, non aggirando il problema della insicurezza sulle strade: “alcune volte la morte dipende da fattori esterni alla volontà umana, altre volte no”, ha aggiunto nel messaggio finale, poco prima che le bare abbandonassero la chiesa della Madonna della Pace, ancora una volta scenario di un bagno di folla, dopo l'addio alle vittime della cisterna del Truck Center.
Funerale comune per i quattro ragazzi “uniti da vincoli di amicizia ed amore”: così le famiglie hanno smentito di fatto la “bufala” di qualche giornale, che si era inventato i contrasti tra i familiari delle vittime per cercare una notizia eclatante da prima pagina. Nel giorno dell'addio, nella chiesa, stracolma ancora più che nello scorso marzo per i funerali degli operai (a differenza di allora, è stato concesso l'accesso anche alla “balconata” interna, ma ciò non ha evitato diversi malori per il caldo e per l'emozione), c'era spazio solo per il dolore.
Presenti per l'ultimo saluto a Sergio anche gli amici del Moto Club Molfetta con le moto listate a lutto e l'Associazione Cuochi Baresi, che ha letto un messaggio al termine della cerimonia funebre, nel momento forse più toccante: la chiesa e l'esterno, ricolmo di gente sotto gli altoparlanti, si sono prima riempiti delle parole con cui due amici hanno ricordato Lazzaro, Annalisa, Sergio ed Elisabetta. Successivamente, è stata letta una vecchia lettera di Sergio alla sua fidanzata.
Poi, l'uscita delle quattro bare (bianche quelle di Lazzaro e Antonella, promessi sposi a maggio prossimo, portate via assieme), non prima delle ultime parole del vescovo, che ancora invita a pensare “al come e al perché di questo evento: ci sono dei perché a cui bisogna dare risposta tutti. Giovani, famiglie, istituzioni: la prudenza è una virtù necessaria da acquisire e la sicurezza è una cultura da indossare”.
Autore: Vincenzo Azzollini