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Il Sud di Sergio Rubini L'attore regista registra incontra il suo pubblico
15 maggio 2003

L'attore registra protagonista a Giovinazzo di un incontro col suo pubblico nell'ambito del progetto “Puglia e cinema” (cominciando dal paesaggio) organizzato dall'associazione culturale “Comunicaria” con il patrocinio dell'amministrazione giovinazzese. Si tratta del secondo appuntamento importante dopo la mostra fotografica dell'aprile scorso per lo sviluppo paesaggistico. “Comunicaria si occupa di incentivare le iniziative culturali: spettacoli, mostre, incontri con esperti, al fine di migliorare la comunicazione all'interno del territorio” – sottolinea il presidente Michele Marolla. Egli, insieme al sindaco Antonio Natalicchio, ha mostrato l'importanza di Rubini, perché fa del cinema uno strumento essenziale per il rafforzamento della nostra identità pugliese, mettendo in scena la nostalgia di un Sud non geografico ma psicologico. In particolar modo, nei suoi ultimi film (Tutto l'amore che c'è, 1999 e ne L'anima Gemella 2002) si evince la volontà di narrare la filosofia di vita tipica dei popoli del Sud e ci offre la possibilità di identificarci attraverso essa, “in un gioco di rimandi, di doppi e di mutevoli identità”, ha cercato di “cogliere del Sud gli umori impulsivi e passionali…”. Un'altra importante innovazione del cinema di Rubini non riguarda soltanto il territorio, che non è semplice fondale ma parte integrante delle storie narrate, ma anche il linguaggio. “Rubini ha coniato un linguaggio meridionalista, un'operazione paragonabile a quella di Edoardo de Filippo” - ha detto Oscar Iarussi, responsabile della redazione cultura della Gazzetta del Mezzogiorno - “ha catapultato una lingua in un orizzonte più ampio sottraendola alle distorsioni dialettali televisive a volte degradanti…”. Non a caso alcuni dei rappresentanti del paesaggio umano nei cortometraggi appartengono al teatro vernacolare pugliese, come l'attrice barese Maria De Fano. Il cinema acquista valore grazie alla tradizione, ai colori e luci meridionali ed aiuta ad affinare lo sguardo e i sentimenti, “là dove la fantasia può raccontare la verità”. Alessandra Paliotto Laura Amoruso INTERVISTA Rubini: “Ognuno di noi è a sud di qualcosa “E' una mattina bellissima, la luce che trapela da queste finestre, il tono informale di questa conversazione, grazie è un vero regalo, non mi aspettavo di trovare una giornata così meridionale…”. Così Sergio Rubini ha comunicato il suo entusiasmo per essere ancora una volta nel suo paese tra i suoi “concittadini”. La storia dell'ormai noto regista, co-sceneggiatore, interprete, può essere paragonata a quella di tanti giovani meridionali che decidono di emigrare per trovare prospettive più vantaggiose al Nord, un esodo che ormai ha assunto le forme di un rituale. La scelta compiuta da Rubini di lasciare Grumo per trasferirsi a Roma è stata fatta quasi inconsapevolmente all'età di 18 anni; uno strappo che si è rivelato doloroso, che lo ha visto costretto a disimparare la propria lingua, la propria cadenza per poi rinnegare le proprie radici, e la terra nativa. Una terra che non ha mai dimenticato e dove lui è ritornato… con i suoi film. Rubini si paragona ad un Ulisse, all'esule dalla vita simile ad una parabola, che nonostante il viaggio, le conoscenze, le esperienze vissute fuori dalla sua “Itaca” ha cercato l'approdo, e questo è avvenuto quando la Puglia è diventata materia di racconto dei suoi film. Ha attuato un lavoro di recupero, scavando nella memoria, calandosi nella nostalgia di luoghi e piazze desolate, di pomeriggi assolati, di ragazzi “spalmati sulle panchine” e di rulli di tamburi lontani…sconfinando, come nel suo ultimo film, nella magia. Il Sud è anche questo, magia che si ricollega ancor oggi all'arcaicità delle tradizioni e delle abitudini che persistono nel tessuto sociale. Il Sud colto come umore e come un'area vasta del mondo da cui vengono fuori i punti di contatto; “affacciandomi dal balcone di mia madre vedo di sera delle luci e dei palazzi che mi ricordano il paesaggio del Vicino Oriente…” e questo perché “ognuno di noi è a Sud di qualcosa”. Il cinema gli ha consentito di ripercorrere i lampi della sua memoria e di ricreare i luoghi del suo ricordo, (emblematico è il balcone della casa a Grumo dove ha girato una scena del film e “mi è sembrato quasi di ritornare nel grembo di mia madre”) talvolta sovvertendoli. Rubini è diventato nel tempo e nella sua carriera ambasciatore di valori di un territorio, come quello pugliese, che sta crescendo pian piano ed è sempre più proiettato nel futuro. Laura Amoruso
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