Il sindaco Minervini verso la ricandidatura, ma alle condizioni del centrodestra
Regna ancora sovrana l'incertezza all'interno della coalizione di centrodestra che ha amministrato la città negli ultimi cinque anni. Non è ancora chiaro, infatti, (almeno nel momento in cui andiamo in stampa) se il sindaco uscente, Tommaso Minervini, sarà nuovamente il candidato della Casa delle Libertà o se davvero, come ha minacciato in una lettera inviata a tutti gli esponenti di centrodestra qualche settimana fa (alla quale nessuno ha mai seriamente creduto neanche per un istante), si ritirerà dalla competizione elettorale.
La condizione imprescindibile posta da Tommaso Minervini per accettare la proposta avanzata dai partiti di centrodestra che vogliono fortemente la sua riconferma, è il rilancio del “progetto civico” del quale il primo cittadino si sente espressione.
E così nell'ultimo mese i partiti della Cdl si sono trascinati stancamente in decine di incontri al solo fine di comprendere cosa intenda esattamente il sindaco per “progetto civico” dal momento che, a quanto pare, non è chiaro a tutti, al punto che anche un consigliere comunale di maggioranza ci ha confidato, molto onestamente, al termine dell'ennesimo vertice, che “nessuno di noi ha davvero capito di cosa parli Tommaso”.
Il sindaco uscente continua a sostenere la necessità di un maggior coinvolgimento della società civile nel governo della città. Intenzione nobile, non c'è dubbio, ma che non tiene conto di un dato fondamentale: i rapporti di forza all'interno della sua coalizione che vedono lo strapotere dei partiti di centrodestra, Forza Italia e Alleanza Nazionale, mentre l'unica lista civica rimasta, “Città per tutti” (“Molfetta prima di tutto” non è altro se non una semplice costola di Forza Italia), è assolutamente marginale e minoritaria. Eppure Tommaso Minervini continua a non prendere atto di questa situazione e rimarca la necessità che “i partiti facciano un passo indietro” sia nelle scelte di carattere politico che in quelle di gestione amministrativa.
Come ovvio le forze politiche non condividono per nulla questa impostazione, ma ormai sembrano intenzionate ad assecondare, a parole, tutte le richieste di Tommaso Minervini, salvo poi far pesare i loro voti il giorno dopo le elezioni, se il sindaco uscente dovesse essere riconfermato. E' impensabile che i partiti possano lasciare al primo cittadino la tanto invocata “piena autonomia” nella scelta degli assessori. I numeri in politica contano e da questi non si può prescindere.
In sostanza Forza Italia e An si stanno comportando come in occasione della ultima crisi amministrativa. Anche allora il sindaco rimarcò la necessità di rilanciare il “progetto civico”, dichiarando di voler nominare una squadra di assessori composta solo da tecnici, ed anche allora i due principali partiti della coalizione si dissero assolutamente concordi, salvo poi imporre come assessori il “senatore azzurro”, Antonio Azzollini, il segretario politico di Forza Italia, Antonio Camporeale, e il consigliere comunale di An, Giuseppe de Nicolò. “Prendere o lasciare” dissero allora. E il sindaco che fece? Accettò senza fiatare di archiviare in quel preciso istante il suo “progetto civico” per divenire, invece, il “braccio operativo” del senatore di Forza Italia al Comune.
Tale realtà, tra l'altro, è ancor più evidente dopo la rottura con la maggioranza del gruppo composto dal “Nuovo Psi” e da “Molfetta che Vogliamo”. In questi anni, infatti, Tommaso Minervini si è posto come punto di equilibrio tra le due diverse anime che componevano la sua coalizione: la Casa delle Libertà, da un lato, e, dall'altro, la cosiddetta “area civica” composta dalle liste cittadine che gravitavano attorno alla figura principale del consigliere regionale Franco Visaggio. Ora, passato quest'ultimo nel centrosinistra, la coalizione risulta assolutamente sbilanciata a destra e il sindaco non potrà che rassegnarsi ad essere una semplice espressione della Casa delle Libertà. Accettare questo dato è particolarmente duro per Tommaso Minervini, ma è quel che deve fare (e che farà) per continuare a fare il sindaco. L'unica cosa, questa, alla quale tiene davvero, fino al punto da rinnegare ancora una volta il suo passato e la sua storia politica.
Giulio Calvani
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