Il sen. Pionati ha presentato a Molfetta il suo partito Alleanza di centro
Alla nuova formazione politica, vicina al Pdl, hanno aderito l'assessore Mimmo Corrieri e il consigliere comunale Mauro Squeo
MOLFETTA - L'Alleanza di Centro e il suo segretario nazionale, l'avellinese ex giornalista Rai Francesco Pionati (foto), ora senatore ex Udc, sbarcano a Molfetta per fare proselitismo e riescono a portare a casa un assessore della maggioranza di centrodestra, Mimmo Corrieri e un consigliere comunale Mauro Squeo, con la speranza di candidare Vincenzo Spadavecchia alla Provincia ed ottenere almeno un risultato politico di sopravvivenza.
«Alleanza di Centro nasce con un fine fondamentale: essere una casa per i moderati e i centristi italiani di ogni provenienza – ha detto Pionati, nel presentare il nuovo partito -. Adc viene alla luce per aggregare, unire idealmente e operativamente tutti coloro che si riconoscono nei valori del popolarismo e del cattolicesimo liberale europeo. La nuova esperienza politica prende le mosse dai fatti del 2006 con l'inizio del lungo cammino che sta portando alla creazione di una grande forza unitaria di centrodestra, popolare, riformista e liberale. Ad essa guardiamo e ci ispiriamo. Intendiamo sostenere il suo cammino e non escludiamo, quando i tempi saranno maturi, di entrarne a far parte integralmente. Il progetto di un partito unico conservatore e liberale italiano si situa nell'orizzonte dei grandi mutamenti politici europei che vede da una parte il PPE e dall'altra il PSE. Siamo convinti che i centristi, eredi ideali del Partito popolare italiano e della Dc che fu di Don Sturzo e De Gasperi, non possano rimanere fuori da tale processo e che abbiano il dovere di apportare il proprio contributo per l'edificazione di un grande partito dei moderati.
L'Adc è fiera di richiamarsi alla grande tradizione popolare italiana dei cattolici liberali, a quella dell'insegnamento sociale della Chiesa e al liberal-conservatorismo. Noi poniamo al centro dell'attività politica, sociale ed economica la persona, il suo bene e la sua realizzazione integrale».
Insomma, un'altra frangia della diaspora democristiana che non trova pace e che, dopo la fuoruscita dall'Udc di Casini cerca una sponda, offerta da Berlusconi in una cena a casa sua con lo stesso Pionati.
Come tanti orfanelli della Democrazia cristiana in cerca d'autore (vedi anche i Popolari liberali di Giovanardi) e soprattutto di una casa politica che non li lasci ai margini, anche Pionati pensa di portare acqua al mulino del Cavaliere di Arcore per fargli raggiungere l'auspicato 51% attraverso queste forze collaterali, che dovrebbero portarlo al dominio incontrastato della nazione.
Quello di Pionati è un tentativo disperato di visibilità che sarebbe vanificato all'interno del Popolo della Libertà, mentre con un proprio partito, l'ennesimo di questo Paese, cerca di poter contare ancora qualcosa, senza finire nel calderone berlusconiano, lasciando aperta la porta ad un'immediata confluenza nel Pdl in caso di insuccesso politico. Un tenativo di accreditare un'inesistente autonomia da Berlusconi.
Nessuna novità, dunque, sul fronte politico del centrodestra, solo una passerella per questo ex giornalista che ha scelto di passare dal fronte dell'informazione a quello della politica e che, a nostro parere, moltiplicando il numero dei partiti, senza un reale progetto politico (cosa c'è di nuovo o di diverso nell'Alleanza di centro?) contribuisce solo a creare maggiore confusione negli elettori. Ma a Molfetta, si sa, comanda solo il sindaco e i suoi vassalli possono solo adeguarsi alle sue diposizioni, altrimenti sono fuori dalla giunta e dal consiglio comunale: ben vengano “forze collaterali”, purché restino “allineate e coperte”.