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Il segretario del Pd di Molfetta Piero de Nicolo inciampa nei propri piedi e dice bugie, smentito dai fatti. “Quindici” conferma: chiesta l'espulsione dei 4 “traditori”
05 maggio 2016

MOLFETTA – Il segretario del Pd di Molfetta, Piero de Nicolo, ancora una volta è inciampato nei propri piedi. Comprendiamo la necessità di salvare la faccia, ma affermare il contrario di quello che si è votato, cioè il deferimento alla commissione di garanzia del partito dei 4 “traditori” (Annalisa Altomare, Roberto La Grasta, Sergio De Pinto e Lia De Ceglia), è davvero incredibile.

Al di là del politichese, noi per rispetto ai lettori, abbiamo semplificato, spiegando che il provvedimento è in sostanza una richiesta di espulsione dal partito e che, probabilmente, questo potrebbe avvenire, viste le condizioni in cui si sono posti gli interessati, che, non dimentichiamolo, sono arrivati perfino a parlare male dei propri assessori del Pd. Ci siamo astenuti dal raccontare anche i retroscena, gli scontri, le liti avvenute all’interno dell’assemblea con le urla di La Grasta (che ha poi abbandonato la sala) e dell’Altomare. Miserabile epilogo di questa brutta vicenda.
Ma pur di calunniare “Quindici” (noi confermiamo tutto quello che abbiamo scritto sull’assemblea del Pd) e di screditarlo, perché non prende le sue veline (non quelle fisiche, per carità, la sua compagna stia tranquilla, non si agiti come l’altra volta: parliamo di pezzi di carta) come fanno altri, che si fanno suggerire i testi, De Nicolo ci accusa di aver pubblicato il falso e dice che noi interpretiamo, processiamo, condanniamo, non verifichiamo le fonti. Ma è lui che non verifica se stesso. Le nostre fonti sono attendibili, probabilmente non sono “pilotate” da lui.
E’ vero, fortunatamente, noi non scriviamo quello che scrivono gli altri sotto dettatura. Se lui ha nostalgia del Minculpop non è colpa nostra, ma almeno eviti di ospitare commenti diffamatori sulla propria bacheca Facebook. Quando si è in difficoltà si rimedia con l’insulto anche di altri: è questo il Pd che lui rappresenta? Utilizza le illazioni per diffamare i giornalisti considerati non amici? La libertà di informazione va sempre difesa e rispettata, ma da qualche tempo l’Ordine dei giornalisti e la Federazione della stampa, sono costretti più volte ad intervenire contro l’intolleranza dei politici verso i colleghi che hanno il solo torto di fare il loro lavoro, che può risultare anche scomodo a chi governa. Ci auguriamo di non doverlo fare anche noi, dando una risonanza nazionale al problema.
A proposito, ci piacerebbe sapere come mai il segretario Piero De Nicolo non critica gli altri media che hanno pubblicato la stessa notizia? Perché a loro passa le veline “misurate”?
Ai lettori che ci seguono vogliamo assicurare che rivendichiamo con orgoglio di svolgere il nostro lavoro con professionalità, moralità e onestà, verificando le fonti, ma anche utilizzando indiscrezioni, come fanno tutti i giornalisti del mondo. Se, per caso, le notizie non sono esatte, le correggiamo o rettifichiamo, senza problema. Non c’è nulla di male in questo. Ma non possiamo accettare da parte del segretario di un partito e da alcuni suoi componenti, che la stampa venga offesa, ospitando perfino affermazioni calunniose e quindi condividendole indirettamente.
Non ci aspettiamo le scuse di De Nicolo, non crediamo ne sia capace, ma rendiamo pubbliche le bugie, perché hanno sempre le gambe corte, come confermano gli altri media che hanno pubblicato la stessa notizia dopo di noi (non ha fatto in tempo a passarla prima come altre volte?).
Se il Pd continua con questo karakiri, rischia di perdere ancora consensi e il suo segretario che finora ha perduto mezzo partito, dirigenti compresi, finirà col ritrovarsi un partito che passa da maggioranza relativa a minoranza assoluta a Molfetta. Noi non ce lo auguriamo.
Per questo siamo orgogliosi di dire quello che gli altri non dicono: le invidie, le cattiverie e gli insulti li lasciamo volentieri ad altri.
Adesso basta con la campagna diffamatoria in atto contro “Quindici”! Non ci facciamo calpestare da nessuno. Chi vuole rispetto, deve dare rispetto: è solo una regola di buona educazione che qualcuno sembra non conoscere. #QuindiciGiornalistiLiberiDiNonScrivereSottoDettatura

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