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Il Pulo di Molfetta: un tesoro dimenticato La presentazione di un libro riporta l'attenzione della città sullo stato di degrado della dolina
05 maggio 2008

MOLFETTA - “La mia prima impressione vedendo il Pulo di Molfetta è stata quella di una cavità nascosta nell'uniformità della pianura e conservatrice di un tesoro inimmaginabile”, questa è la definizione data dal prof. Guzzo, soprintendente archeologico di Napoli e Pompei, alla dolina molfettese. Questo prezioso bene archeologico sta attraversando uno dei periodo più bui della sua storia, caratterizzato dalle molteplici aperture effimere al pubblico, alcune per pochi giorni, altre addirittura per poche ore. Adesso si è arrivati finalmente ad una svolta in quanto a breve partiranno gli ennesimi lavori di ripristino, finanziati dalla Provincia, unitamente al piano di gestione affidato al consorzio ''Polije'' (Archeoclub, WWF, Terrae, Pro Loco, Ictius e Legambiente). Il Consorzio non potrà avvalersi, purtroppo, della messa a sistema del Pulo né con il sovrastante fondo Azzollini (in cui ricordiamo sono venuti alla luce i resti di un villaggio e di una necropoli appartenenti al periodo neolitico, ndr) nè con il neonato museo civico di 'Casina Cappelluti' a causa degli ormai celeberrimi conflitti di gestione dei rispettivi proprietari: Comune di Molfetta e Provincia di Bari. I conflitti fra i due enti, tuttavia, costituiscono un problema che dovrà essere affrontato e superato, se si ha a cuore il destino e la fruibilità della dolina. Tutte queste situazioni, si è ricordato, non hanno fatto altro che privare per trent'anni, e quindi un'intera generazione, di un gioiello che in passato era nel cuore di tutti essendo luogo di gite e scampagnate spensierate durante i giorni non lavorativi. Adesso questa disaffezione della gente e delle autorità politiche competenti renderà più difficoltoso ricucire lo strappo avvenuto e il raggiungimento di un accordo quanto mai indispensabile. Se ne è parlato durante la presentazione del libro di Francesca Radina: ''Natura, archeologia e storia del Pulo di Molfetta”, organizzata e voluta dal “Presidio del Libro di Molfetta”, con la collaborazione della Soprintendenza archeologica per la Puglia e l' Archeoclub locale, presso la sala B.Finocchiaro della Fabbrica di S. Domenico. L'evento ha avuto due illustri ospiti del mondo dell'archeologia quali il prof. Pietro Giovanni Guzzo e la prof. Angela Ciancio, direttrice del museo nazionale archeologico di Gioia del Colle e del parco archeologico di Monte Sannace. Il libro, che descrive minuziosamente il Pulo di Molfetta, evidenziandone tutte le sfaccettature storiche, artistiche, culturali e naturalistiche, raccoglie la descrizione di tutte la serie di interventi di ripristino e riadattamento della dolina, chiusa a causa del sisma del 1980, dal 1997 al 2003. La prof.ssa Ciancio ha voluto spiegare ai presenti l'importanza della creazione di un parco archeologico presso il Pulo prendendo in considerazione i modelli dei parchi di M. Sannace (Gioia del Colle) e di Egnazia che hanno riscosso molto successo fra i visitatori; anch'essa ha ribadito che la sopravvivenza di un sito archeologico è strettamente correlata alla giurisdizione del sito stesso. Il prof. Guzzo ha voluto sottolineare che il libro è un bell'esempio di racconto e descrizione dei lavori effettuati nella dolina nel corso degli anni che ne identifica perfettamente le caratteristiche. In poche parole ha poi spiegato la responsabilità che grava sulla città di Molfetta, che da il nome ad una produzione di ceramica (Classe Molfetta) rinvenuta per la prima volta al Pulo. “Essa non è solo un'etichetta - ha ribadito il prof. Guzzo - ma è un fatto importante che identifica esemplari di ceramica osservati per la prima volta nei pressi della dolina che hanno colpito l'interesse dei ricercatori nel corso degli anni“. Quindi, secondo il professore, sarebbe un profondo controsenso, se molti studiosi che vorrebbero venire a studiare e ad osservare da vicino la “Classe Molfetta” e il sito in cui è stata rinvenuta, trovassero le porte della dolina sbarrate. Si spera che quanto prima il Pulo possa essere restituito al pubblico e che i contrasti fra la Provincia e il Comune possano essere superati per riuscire a varare un progetto molto ambizioso per la dolina. Finora si è soltanto arrivati allo scontro visto che i due enti hanno sempre voluto primeggiare nella proprietà e nella gestione del sito. Attualmente, però, gli unici veri proprietari e gestori della dolina non sono altro che l'abbandono e la desolazione.
Autore: Francesco Tempesta
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