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Il pres. Corte d'Appello, il molfettese dott. De Marco, apre l'anno giudiziario
28 gennaio 2006

BARI - 28.1.2006 Il Distretto giudiziario di Bari è caratterizzato da «livelli di pericolosità e di diffusione della criminalità sul territorio molto elevati». Si tratta, ha spiegato nella sua relazione il presidente della Corte d'Appello di Bari, il molfettese dott. Giacinto de Marco (nella foto), di una delinquenza organizzata di tipo specificamente mafioso a carattere familistico e anche minorile, dedita al traffico di sostanze stupefacenti, rapine, estorsioni e diretta al controllo delle attività economiche con infiltrazioni in alcuni settori degli appalti e dei servizi pubblicì, nonostante il forte e costante impegno delle forze dell'Ordine e della magistratura che hanno decapitato i vertici dei clan storici locali. Da ricordare, in tal senso, l'operazione Eclissi, che ha sgominato l'intero clan Strisciuglio pochi giorni fa con il plauso, ha sottolineato il presidente, del procuratore antimafia, Piero Grasso. Resta costante, con leggera inflessione, il numero degli omicidi volontari (72) e tentati (103) mentre in aumento quelli colposi di cui il 50 per cento è costituito dagli incidenti stradali. Elevato il numero delle rapine, particolarmente efferate, frutto di un incremento della microcriminalità, De Marco ha rilevato l'importanza, della «cattura dei responsabili dell'omicidio di una vittima innocente della mafia, il sedicenne Michele Fazio», e sul piano politico-terroristico la condanna inflitta ad alcuni brigatisti detenuti a Trani per il reato di apologia degli omicidi d'Antona e Biagi. In continuo aumento i reati di violenza sessuale e pedofilia mentre in sensibile calo ma con il maggiore allarme sociale, restano i fenomeni estorsivi. In aumento sono anche i reati commessi da cittadini stranieri legati al traffico di stupefacenti ed armi, immigrazione clandestina e traffico della prostituzione. Su livelli allarmanti anche i reati collegati all'ambiente e alla salute dei cittadini, salgono i procedimenti per bancarotta fraudolenta (85%), di usura (29%) e quelli per truffa in crescita del 95% in quattro anni.
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