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Il “nuovo” Pd di De Nicolo a caccia di poltrone: chiesto il rimpasto al sindaco di Molfetta
29 giugno 2015

MOLFETTA - La verifica di maggioranza chiesta dal Partito democratico all'indomani delle elezioni regionali e avviata con una prima riunione giovedì scorso ha subito un'improvvisa accelerazione. Pare che venerdì al termine del primo dei tavoli tematici accordati il nuovo segretario Piero de Nicolo abbia formalizzato la richiesta del riconoscimento di un assessorato per il suo partito.
Dunque la discussione sui temi può fare velocemente posto a quella sulle poltrone. La richiesta dovrebbe essere ufficializzata forse già in serata al temine del direttivo del Partito democratico, magari contenuta in un documento dagli alti profili politici, del resto non mancano nel partito protagonisti della prima repubblica che ben conoscono i meccanismi di rimpasti e ribaltoni.

Finirebbe così questo periodo di non belligeranza del Pd in cui tutti si sono detti attenti ai problemi della città e al rilancio degli obiettivi programmatici alla luce dei primi due anni di governo di centrosinistra a Molfetta, da dieci anni a questa parte.

Quali saranno le ragioni di questa accelerazione? Il conto dovrebbe essere questo. Sei consiglieri espressione di un assessore e un presidente di una municipalizzata non bastano. Anche perché gli equilibri all'interno del partito democratico sono difficili da reggere anche per il nuovo segretario e le componenti Giovani democratici, ex Dc (Annalisa Altomare  e il neo iscritto Lillino Di Gioia) e via Manzoni premono per avere più spazio e un ruolo in giunta.
Dato atto che Davide de Candia e Damiano Angeletti, che hanno sostenuto Guglielmo Minervini, stanno prendendo altre strade, oltre al transfugo della prima ora da Signora Molfetta Roberto La Grasta, il nuovo partito potrebbe aprire le porte anche a Lia de Ceglia, che pur eletta nel Pdl ha sostenuto Emiliano, prima della conversione di comodo di Saverio Tammacco alle regionali. Dunque si arriva a sette mani da alzare e allora serve riprendere la calcolatrice o il manuale Cencelli.  

Perché aspettare allora che sia completata la verifica sul programma sollecitata e su cui anche il sindaco aveva mostrato la sua disponibilità? Mo' a va less. La sconfitta o mancata elezione di Erika Cormio, per come la si vuole leggere, ha solo fatto guadagnare alla discussione qualche giorno in più e qualche pacata assemblea.
Cosa succederà adesso? I riflettori sono puntati sul sindaco e sulla sua giunta. Gli obiettivi sono sempre urbanistica e porto, le questioni care a chi ha cominciato quei disegni di piano regolatore urbano e portuale e vorrebbe tornare a riprendere in mano direttamente il controllo. Dunque nel mirino gli assessori Rosalba Gadaleta e Giovanni Abbattista, ma c'è all'interno del gruppo Pd chi giura che nessuno deve sentirsi tranquillo. Da Betta Mongelli a Bepi Maralfa. Cosa deciderà di fare il sindaco? Solo sette mesi fa aveva nominato la sua giunta 2.0, al termine di una non facile trattativa proprio con il Partito democratico.
Intanto il Consiglio comunale per l'approvazione del bilancio di previsione incombe. L'amministrazione di un Comune, ricordiamo, potrebbe cadere o in caso di mancata approvazione del bilancio nei termini (30 luglio) o in caso di cessazione dalla carica per dimissioni contestuali, della metà più uno dei membri assegnati, ovvero consiglieri di maggioranza e minoranza insieme davanti a un notaio per le dimissioni. In tal caso la città potrebbe tornare al terzo commissariamento prefettizio negli ultimi cinque anni, con gli esiti disastrosi che questo produce per la mancanza di un indirizzo politico alla guida della città.

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Pietro tu ti ostini, come tanti all'interno del PD, a mettere Rosalba Gadaleta tra gli assessori eletti in carica al PD. Ti e vi è stato spiegato in tutta le salse, ma non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare, che Rosalba è uno dei due Assessori Tecnici di competenza nomina diretta del Sindaco (l'altro era Francesco Bellifemine sostituito da Marilena Lucivero). Quindi i tuoi calcoli sono sbagliati in partenza. Detto questo ritorniamo al Manuale Cencelli che tu hai rinominato in questa sede "Dignità Politica" in questo momento il nuovo PD ha come riferimento l'assessore Spadavecchia, il vice Presidente del Consiglio Comunale Patimo e il Presidente della Multiservizi Amato. Visto il distacco dal PD del gruppo che si riconosce nei consiglieri De Candia e Angeletti l'ex assessore PD Abbattista diventa assessore di riferimento del nuovo gruppo ed anche la "Dignità Politica" è salva. Riepilogando: Due Assessori Tecnici in forza al Sindaco (che ricordo ai più sbadati da sola ha preso più voti del PD oltre aver riportato Molfetta al centrosinistra), un Assessore + un Vice Presidente del Consiglio + un Presidente di Multiservizi al PD, Un Assessore ed un Presidente Consiglio a SEL, un Assessore alla Lista Civica Nuova Molfetta, un Assessore alla Lista Civica Linea Diritta, Un Assessore al nuovo Movimento Democratico (che ha due consiglieri comuali), un Presidente ASM a Rifondazione. Insomma mi sembra che la tua "Dignità Politica" che io continuo a chiamare Manuale Cencelli sia più che rispettata. Se poi mal di pancia sono altri, come la gran parte dei molfettesi ha intuito, allora il discorso cambia.



Caro Pietro se sei ancora fermo alle distinzioni tra partiti e liste civiche, sei rimasto indietro e sei perdente, come lo sono tutti i Pd sconfitti alle elezioni regionali dalla Liguria al Veneto, a Matera e così via. Il Pd si è umiliato da solo: oggi non riuscirei manco sotto minaccia a chiedere ad amici di votare il Pd. Un'altra lezione è stata data al “tuo” Pd a Modugno, dopo gli arresti dei suoi esponenti e la vittoria di Nicola Magrone (lista civica) contro il Pd. E le prime discutibili mosse del “tuo” Emiliano? Al Pd di Molfetta non è bastata la lezione delle regionali? Mi auguro che Paola non commetta lo stesso errore di Guglielmo con Visaggio. All'epoca, se lui avesse raccontato alla gente cosa chiedevano “gli amici” e fosse andato al voto, come gli suggerii in un editoriale, avrebbe stravinto e invece preferì il rimpasto. E se anche avesse perduto, sarebbe caduto in piedi e con grande onore. La storia si ripete. Il forte segnale di astensionismo è indirizzato a voi del Pd: peccato che non lo abbiate capito. Ma caro amico, scusami, proprio non riesco a vederti in compagnia di De Nicolo, Di Gioia e Altomare, che, politicamente, stanno ormai fuori binario. Non capisco: vuoi fare un compromesso storico al contrario? E non cercare di far passare per politica la stomachevole operazione Abbattista-Gadaleta (viva le poltrone, viva il Dc Cencelli, altro che le chiacchiere che racconta ai polli il tuo neo segretario!). Non siamo nati ieri, non siamo furbi e scaltri come De Nicolo, ma nemmeno ingenui. Non ho capito la tua mutazione genetica. Non vorrei che tu rimanessi come Hiroo Onoda e Teruo Nakamura gli ultimi giapponesi ad arrendersi perché non credevano che fosse finita la seconda guerra mondiale. Se fosse vivo il grande Sandrino, vero animale politico di sinistra, avrebbe bocciato questo pasticcio che state realizzando a tutto danno della città: volete il commissario a Molfetta per aprire la strada al sindaco De Nicolo con l'appoggio di Tammacco? Voglio vedere cosa dirai quando il Pd accetterà l'iscrizione al partito del “compagno” Tammacco e di qualche altro strano personaggio! State riconsegnando la città alla destra e non ve ne accorgete. Rivedo un altro film oltre a quello di Visaggio, il film di Tommaso Minervini sindaco… Non farmi aggiungere quello che non voglio, preferisco non dispiacere alcune persone, perfino qualche tuo recente amico, che è passato dalla moderazione all'estremismo (sarà l'età?)… Raccontare la verità è sempre scomodo…







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