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Il nuovo assetto nell'area del Mediterraneo
22 ottobre 2011

Con la cattura e la definitiva eliminazione del regime di Gheddafi, il contesto politico-economico del Nord Africa cambia radicalmente. Un cambio ormai che vede le condizioni di Egitto, Tunisia e Libia profondamente modificate, soprattutto in chiave prospettica. In questa fase storica, che ha portato o cerca di portare alla guida di importanti paesi un governo democratico, l’Europa, ed in particolare l’Italia, ha il dovere di fornire un contributo fattivo.

L’area del Mediterraneo ormai da anni è ritenuta fondamentale per lo sviluppo sia dei paesi del sud Europa che di quelli del Nord Africa. In questo delicato passaggio storico è necessario delineare non solo le linee guida dello sviluppo economico, ma anche quelle di una relazione socio-culturale tra due modelli, quello arabo e quello occidentale, che necessitano di una più forte e proficua collaborazione.
Sono molti infatti i punti interrogativi sulla futura condizione di questa area geografica, il cui sviluppo non può essere un interesse secondario per l’Italia. Con la caduta del “Muro di Berlino”, i paesi del centro-nord Europa, Germania in primis, hanno ottenuto rilevanti benefici dai rapporti instaurati con i paesi dell’Est. Nazioni ritornate, mediante un nuovo assetto istituzionale, ad un’economia libera.
La stessa prospettiva è quella che oggi si apre a quei paesi del Continente Nero che si affacciano sul Mediterraneo. Certamente le basi politico-culturali sono differenti ma il desiderio di condizioni socio-economiche più eque possono essere un ottimo binario su cui impostare i rapporti di cooperazione e partenariato. L’area del Mediterraneo è fondamentale per le nostre regioni meridionali.
I caratteri in comune quali l’agricoltura, il turismo, le risorse naturali rappresentano un percorso virtuoso su cui basare un rinnovato scambio culturale ed economico. Tutto questo sicuramente nell’ottica della collaborazione e non di un moderno colonialismo economico. L’interesse per la Libia non deve racchiudersi nel controllo dei giacimenti perché altrimenti avremmo cambiato la forma, ma non la sostanza di quel potere che, per oltre 40 anni, ha impedito ad un popolo di crescere attraverso un benessere diffuso. Pertanto, se l’azione svolta in nome della libertà deve avere un senso, occorre quanto prima avviare e supportare la politica interna del paese verso una democrazia di fatto.
In generale bisogna in questa fase cruciale assicurare una proficua assistenza anche perché, così operando, potrà risultare più agevole il dialogo tra le differenti culture. Il Nord Africa, oltre che per le risorse già sfruttate, quali petrolio e gas, può essere un valido supporto alla causa della sostenibilità, grazie al potenziale energetico derivante dall’utilizzo dell’energia solare, a tutto vantaggio di quelle popolazioni che per anni sono state tenute fuori da condizioni di vita degne del nostro tempo.
In definitiva occorre ripartire, considerando l’area del Mediterraneo una nuova e reale opportunità di sviluppo economico e sociale per tutti coloro che ne fanno parte. Le nostre regioni sono chiamate a svolgere un ruolo importante che, se colto, garantirà positivi e proficui risvolti.   
Autore: Domenico Morrone
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