Il neo sindaco già al lavoro
Ha incontrato vigili urbani e dirigenti comunali; nessun nome certo per la giunta
MOLFETTA - Pare proprio un bambino cui San Nicola abbia portato il giocattolo a lungo desiderato, il neo sindaco e sempre senatore, Antonio Azzollini. Felice e forse anche di più.
Ha ricevuto l'incarico solo ieri mattina, cioè nemmeno 24 ore fa, ma è già al lavoro. Di buon mattino riunione con i vigili urbani e dopo l'incontro con i dirigenti comunali.
“C'è da sistemare e riavviare la macchina amministrativa, solo così poi potrò iniziare l'attività di gestione vera e propria”, ha dichiarato a Quindici on line, aggiungendo subito dopo, perché evidentemente gli danno assai fastidio le critiche sul doppio incarico e i dubbi sulle difficoltà a gestirli bene assieme, “sono disposto a lavorare 16 ore al giorno, chi mi attacca non mi conosce, non sa quello di cui sono capace, vi stupirò”.
Mentre prende confidenza con il mestiere di sindaco, parallelamente sta lavorando politicamente alla composizione della giunta e all'attribuzione dei vari incarichi gestionali, un compito delicato, da gestire con bilancino da una parte, per saggiare il peso di ciascuna forza politica, e il sempre in auge manuale Cencelli dall'altra, in modo che ciascuno abbia la sua parte, così come promesso.
Anticipazioni sui nomi non ne vuol fare, anche se un collaboratore che lo accompagna chiosa “ma se li avete già scritti su Quindici on line i nomi!”.
Ha ancora bisogno di un po' di tempo, che la quadratura del cerchio degli appetiti non è mai semplice, ma promette di fare presto.
Carmela Minuto, consigliere più suffragato del secondo partito della coalizione dopo quello del sindaco, non sembra affatto sicura che l'incarico di vice sindaco toccherà davvero a lei e afferma: “Anche 5 anni fa tutti davano per certo che sarei stata io il Presidente del Consiglio, poi le cose andarono diversamente; sono pronta, ma bisognerà vedere come andranno le cose nelle altre forze politiche della coalizione e cosa deciderà il sindaco”.
Appunto, la palla ritorna al sindaco/senatore, chissà se 16 ore di lavoro giornaliere, in barba a qualsiasi conquista sindacale, saranno sufficienti per tanto da fare.