Ultimi giorni di campagna elettorale nella quale questa volta si gioca il futuro della Puglia. Felice Spaccavento, medico anestesista, è candidato al consiglio regionale a sostegno del governatore Michele Emiliano. Dr. Spaccavento, la campagna elettorale volge al termine. Che esperienza è stata? «Per me è stata la prima campagna elettorale da candidato. È stata una esperienza molto forte, direi addirittura totalizzante. Ho vissuto per settimane in apnea, senza fermarmi, girando come una trottola in lungo e in largo, anche perché non ho mai lasciato il mio lavoro e conciliare la mia attività di medico, la mia famiglia e i moltissimi incontri fatti quotidianamente in ogni parte della provincia di Bari, è stato complicato ma entusiasmante. Entusiasmante perché, giorno dopo giorno, ho sentito crescere attorno a me, da tanti territori diversi, la fiducia, la stima, l’affetto, l’amicizia e il consenso per la mia proposta politica che ha messo al centro soprattutto un nuovo modo di intendere il rapporto tra i cittadini e le istituzioni. Io non ho un partito alle spalle, e non lo dico con disprezzo nei confronti delle forme organizzate della politica, ma semplicemente perché è un dato di fatto. Non ho una rete di sezioni, di iscritti e di militanti, non ho potuto contare su una struttura in grado di attivarsi immediatamente per questo o quel dirigente, ma ho dovuto costruire tutto da zero, contando sul supporto di tanti amici ma anche di tantissimi che non conoscevo affatto prima, che si sono messi in gioco con me e con cui abbiamo condiviso questo percorso. Da questo punto di vista, la campagna elettorale è stata molto bella perché mi ha arricchito molto come persona». Il tema principale della sua campagna elettorale è stato la sanità. Come mai ha scelto di puntare su questo aspetto? «Certo, è l’ambito che conosco meglio e nel quale mi cimento da sempre. Nel corso di questa campagna elettorale ho cercato, per onestà nei confronti dei miei sostenitori e delle persone che incontravo, di parlare sempre di argomenti che conoscevo, fornendo con chiarezza il mio punto di vista e le mie proposte. Da cittadino e da elettore ho sempre diffidato di quei politici ‘‘tuttologi’’ in grado di spaziare con la stessa sicumera da un tema all’altro, rimanendo però sempre alla superficie dei problemi perché non ne conoscono a fondo nessuno. Ecco, io sono un medico, mi occupo di salute e ho incentrato la mia campagna elettorale su questo. La trovo una cosa normale. Tra l’altro la sanità occupa circa l’80% del bilancio regionale autonomo ed è la principale materia che la Costituzione assegna alla competenza regionale. Stiamo parlando, infine, di un tema che impatta direttamente con la vita delle persone, come questi mesi di emergenza da Covid- 19 hanno dimostrato. Io penso che in questi anni sia stato fatto molto per migliorare la sanità in Puglia, ma evidentemente ancora molto va fatto soprattutto per rovesciare un approccio mentale che, a tutti i livelli, porta a parlare sempre e solo di reparti, posti letto, budget, nomina di Direttori Generali o primari, dimenticando che il sistema sanitario è stato istituito per garantire la salute delle persone. Questa è la rivoluzione copernicana che mi impegno a sostenere in Consiglio regionale nei prossimi anni: mettere al centro di ogni ragionamento sulla sanità il malato in quanto persona, con tutte le sue debolezze, le sue fragilità ma anche i suoi diritti. E per fare questo occorre smetterla di concepire un sistema sanitario fondato solo sugli Ospedali, potenziando realmente la sanità territoriale e, soprattutto, investendo nella sanità domiciliare grazie al contributo straordinario che le nuove tecnologie ci consentono di fare con la telemedicina. L’innovazione è la chiave per ripensare il nostro sistema sanitario. Intendiamoci, gli ospedali servono ed è indispensabile che sul territorio ci siano presidi sicuri, efficienti e in grado di rispondere tempestivamente al bisogno di salute dei cittadini, ma da soli non bastano. Io sono orgoglioso che grazie alla battaglia che in tanti abbiamo condotto e che ha portato alla sottoscrizione nel 2016 della Carta di Ruvo, la Regione Puglia si sia convinta a programmare la realizzazione del nuovo Ospedale di Primo Livello che sorgerà nei prossimi anni proprio qui, nel nord-barese. È una grande vittoria, per nulla scontata, dal momento che nella prima versione del Piano di Riordino Ospedaliero questo territorio era completamente scoperto dal punto di vista dell’assistenza ospedaliera. Nei prossimi anni bisognerà vigilare e spingere perché la realizzazione del nuovo ospedale arrivi nel più breve tempo possibile, e il mio impegno andrà certamente in questa direzione». In queste settimane ha ricevuto molte critiche, soprattutto sui social network, per il suo supporto a Michele Emiliano. Cosa si sente di rispondere a chi contesta la sua decisione di sostenere la candidatura del Presidente uscente della Regione? «Ho avuto modo di conoscere Michele Emiliano molto da vicino nei mesi in cui ho fatto parte della Task Force della Protezione Civile per la gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19, e ho potuto apprezzarne le capacità organizzative, la grande determinazione, la forza che mette nel lavoro che fa, instancabilmente, anche per ventiquattro ore al giorno. È certamente una risorsa preziosa per la Puglia. Non mi nascondo i limiti che, in questi anni, ha dimostrato soprattutto nella gestione di alcuni passaggi politici, fidandosi di persone che non meritavano alcuna fiducia. Su alcune cose sono stato in profondo disaccordo, su altre abbiamo discusso in maniera molto franca e diretta. Ma gli riconosco una grande capacità di visione per la nostra regione e il mio compito, nei prossimi anni, se sarò eletto, sarà proprio quello di strattonarlo per la giacca ogni volta che lo riterrò opportuno perché magari starà assumendo delle decisioni discutibili. Ricordiamoci bene che l’alternativa a Michele Emiliano, oggi, è un salto indietro di vent’anni. Significa tornare alla Puglia di Raffaele Fitto quella che, come ha giustamente ricordato Nichi Vendola di recente, non esisteva neanche nelle cartine geografiche, quella che aveva spazzato via la sanità pubblica per realizzare qui il modello lombardo fondato solo sugli ospedali privati, quella degli scandali e delle inchieste. Oggi se perde Emiliano non vince la buona politica, ma vince la Lega di Salvini che dopo aver demonizzato per anni il Sud Italia, pretende di imporre il suo vice presidente alla Regione Puglia. Ecco, Emiliano avrà tutti i suoi limiti, esattamente come li ha ciascuno di noi, ma è il portabandiera di una straordinaria stagione, la ‘‘Primavera Pugliese’’, che merita di proseguire anche nei prossimi anni. Ogni altra ipotesi non farebbe altro che portarci in un rigido inverso fatto? di buio fitto!». A Molfetta questa campagna elettorale si è caratterizzata per il passaggio dell’amministrazione comunale, a cominciare dal sindaco Tommaso Minervini, dal sostegno a Emiliano e al centrosinistra, a quello per Fitto e il centrodestra. Come valuta questo comportamento? «Trovo davvero indecoroso quanto è avvenuto a Molfetta. Per ragioni molto specifiche che non hanno nulla di politico, una intera amministrazione comunale, a partire dal sindaco, passano armi e bagagli dal centrosinistra al centrodestra, senza alcun pudore. Dopo anni in cui è stato ostentato un rapporto personale e diretto con il Presidente Emiliano che ha consentito di raggiungere anche determinati obiettivi amministrativi per la città, l’esigenza personale di essere eletto in Consiglio regionale del vero padrone politico della coalizione che governa la città, ha portato tutti a saltare da un carro all’altro. Io credo che la città questa volta si stia indignando davvero perché un ribaltone di questo tipo, per una semplice questione di poltrone, avvenuto fuori dalle istituzioni democratiche ha dell’incredibile. Mi auguro che nelle urne gli elettori possano bocciare questi campioni di trasformismo e opportunismo, premiando con il consenso chi, con coerenza e determinazione, porta avanti un’idea nobile della Politica. Non siamo tutti uguali, ecco. Questo episodio sconcertante lo conferma». Molti candidati consiglieri a Molfetta e molti candidati “forestieri” sostenuti anche nella nostra città. Questa dispersione del voto può avere conseguenze? «Ognuno è liberissimo di sostenere il candidato che lo rappresenta di più e meglio. Certo mi auguro che con l’elezione del Presidente Michele Emiliano, l’area democratica, riformista e progressista della città possa esprimere un consigliere regionale perché questo consentirebbe a Molfetta di essere rappresentata in Regione che, nei prossimi anni, gestirà una mola imponente di risorse che arriveranno dall’Europa per finanziare infrastrutture, progetti innovativi e opere pubbliche. Attorno alla mia candidatura una vasta area di quel popolo di centrosinistra che si era un po’ disperso negli ultimi anni, si è ritrovata. Altri, anche nel centrosinistra, hanno fatto, legittimamente, scelte diverse, sostenendo candidati di fuori città magari solo per una logica di appartenenza e di apparato. Tutti siamo in campo per la stessa ragione, rilanciare le ragioni della buona politica. Alla fine sceglieranno gli elettori, come è giusto che sia». In conclusione, le diamo la possibilità di rivolgere il suo appello al voto agli elettori.? «Datemi la possibilità di portare in quel consiglio regionale voi, la vostra voce, i vostri bisogni. Permettetemi di proteggervi. Sarò il vostro megafono. Date la possibilità di farmi essere il Medico garante degli ultimi, di chi non ha la forza di parlare. Scegliete la competenza e non chi vi regala promesse irrealizzabili o chi vi compra per poco. Scegliete chi ha mantenuto da sempre una coerenza politica. Sarò orgoglioso di rappresentarvi come Molfettese e non smetterò mai di tenervi la mano perché la politica per me deve essere un dono per gli altri non per se stessi. Vi voglio bene». © Riproduzione riservata