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Il liberismo flessibile della local governance CORSIVI
15 dicembre 2002

La bozza di statuto per la costituzione della società “Molfetta Porto SpA” inviata dal Sindaco alle forze politiche è stata accompagnata da una missiva, in cui il Primo cittadino spiega le scelte dell'amministrazione. Depurando la lettera del solito pathos retorico, nel corpo centrale racchiuso il pensiero economico della nostra local governance. Per il Sindaco “c'è la necessità di un'adeguata organizzazione che si ponga, sin da ora, in modo esclusivo e totalitario della progettazione, esecuzione e gestione dei servizi connessi direttamente o indirettamente al funzionamento di tutte le infrastrutture portuali, comprese le attività commerciali”. Illuminante il pensiero economico espresso nel periodo successivo. “Non è più concepibile, infatti, che l'Amministrazione comunale non intervenga direttamente nella gestione del suo Porto, che rappresenta una fra le più importanti fonti produttive e che quindi venga meno ad una delle finalità statutarie che impongono al Comune la funzione di promotore dello sviluppo socio-economico cittadino”. Secondo il suo personale lessico per il Sindaco i termini “Promuovere” e “Gestire” sono termini indifferenti e intercambiabili. Sulla base di questo concetti si arriva al succo. “Occorre immediatamente costruire una società comunale che in modo competente ed esclusivo si occupi sin da ora della costruzione e gestione. Infatti, sin dalla fase di studio e progettazione si deve tener conto della “mission” del Porto, delle esigenze degli operatori che produrranno merci, di quelli che dovranno trasportarle e della gestione e della logistica di tutto questo prepotente settore che darà la svolta alla Molfetta del futuro”. Più che un Sindaco di una città di un paese occidentale del terzo millennio, sembrano parole scritte da un funzionario-burocrate di uno stato d'oltralpe del millennio scorso. E' curioso che tutta questa prosopopea è in controtendenza rispetto al modello liberista tanto decantato dalle “protesi” e “sottoprotesi” del governo nazionale a cui si ispira il “Governo a rete”. In particolare nella nostra città, mentre per alcuni settori il Comune punta all'esterenalizzazioni come il Mercato ittico e ortofrutticolo, servizi sociali e alcuni impianti sportivi, mentre per la Multiservizi, il Porto e le piscine si agisce nella direzione opposta. Insomma ci troviamo ad una local governance che ha una visione “flessibile” del liberismo almeno nell'accezione classica: accentuato dove il volume d'affari è minimo, minimo dove il profumo del bussines è intenso. F. d. R.
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