Il giornalista Felice de Sanctis, direttore di “Quindici”, conclude le celebrazioni dei 40 anni del Panathlon
Scuotitore di coscienze, portatore di unione, messaggero di valori. Sembra quasi la descrizione di una divinità dell’Olimpo il vero sport, quello di cui si fanno ambasciatori gli esponenti del Panathlon Club di Molfetta. La serata “In onore di Tonino Giancaspro- Oltre quarant’anni con lo sport e per lo sport”, inserita all’interno della Settimana Europea dello Sport e tenutasi tra le mura della Sala Finocchiaro, è stata occasione per ricordare ai molfettesi, attraverso l’esempio di Tonino Giancaspro, quanto si possa dare allo sport, ma soprattutto quanto si possa ricevere in cambio da esso. «Il logo del nostro club è pregnante di significato perché sta a rappresentare, tramite i tasselli, il contributo determinante di tutti coloro che hanno promosso i valori sportivi a Molfetta», dopo l’intervento del presidente in carica, Angelantonio Spagnoletti, la parola è passata al dott. Felice de Sanctis, direttore del quotidiano “Quindici-online” e della rivista mensile “Quindici”, che ha tenuto una relazione inerente all’etica sportiva, non prima di essersi complimentato per lo spirito di servizio al territorio offerto dall’associazione fondata nel 1976. «Saper essere ambasciatori di sport – ha detto de Sanctis - significa non lasciarsi sopraffare dall’utilitarismo, non lasciare che la discriminazione prevalga o che la globalizzazione sfoci nella spasmodica conquista del primo posto, ma conservare quella dignità umana, quel rispetto per le regole, quello spirito di squadra che non dovrebbero mai venir meno». Proprio a favore del gioco di squadra e dell’associazionismo si era battuto Tonino Giancaspro, che aveva ben chiaro come lo sport non fosse solo scendere in campo, bensì sfidarsi, instaurare la sana competizione per cui la vittoria è un trionfo senza arroganza e la sconfitta è un trionfo con annessa lezione di vita. Le stesse lezioni di vita che si trasmettono anche tramite i numerosi appuntamenti sempre in programma. Perché anche la comunicazione è parte integrante dello sport, come vuol testimoniare la realizzazione del libro in onore dei quarant’anni del Panathlon Club, che è toccato al past president Domenico Valente illustrare. «Le prime pagine sono il biglietto da visita della nostra associazione, a partire dalla copertina su cui è raffigurato il drappo rosa allestito sul Faro in occasione del Giro d’Italia. Seguono i diversi premi e riconoscimenti meritati, l’omaggio a un vero panathleta come il caro don Tonino Bello, lo spazio dedicato ai soci e alla memoria dei soci defunti e, per concludere, una raccolta di immagini che rievocano gli eventi del club». «Gli eventi grazie ai quali, senza accorgersene, Molfetta è divenuta città europea dello sport» ha aggiunto Oronzo Amato, consigliere mondiale del Panathlon, che ha dichiarato un grande traguardo di cui il Comune di Molfetta è senz’ altro consapevole. Lo hanno dimostrato, complimentandosi con i relatori, l’assessore alla Cultura Sara Allegretta e il presidente del Consiglio Comunale, Nicola Piergiovanni, ai quali è stata donata la maglia utilizzata durante la corsa cittadina del 30 settembre. Ma lo hanno dimostrato specialmente i soci del Panathlon, che continuano a credere che lo sport sia vita priva di degenerata competizione e non degenerata competizione priva di vita. © Riproduzione riservata