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Il Giornale di bordo del motoveliero S. Francesco B poi Puglia - Parte III
15 febbraio 2012

Il 18 novembre 1945 il motoveliero salpò per Gallipoli a caricare vino per Venezia. La traversata fu ostacolata da continue burrasche. A Gallipoli, a causa della mancata consegna del vino da parte del caricatore, si fece una sosta prolungata e finalmente il 18 dicembre si iniziò a caricare il vino di un altro caricatore, che terminò il 21 successivo. La traversata Gallipoli-Venezia fu ostacolata da diverse burrasche, costringendo il motoveliero a soste forzate anche prolungate in alcuni porti adriatici. Giunse a Venezia il 21 gennaio 1946. Dopo aver scaricato il vino e ottenuto un nolo per un carico di sale da Barletta a Venezia il motoveliero salpò per la Puglia, ma la notte del 7 febbraio una forte libecciata gli impedì di approdare a Barletta, ma riuscì a dare fondo nel porto di Molfetta. Persistendo il maltempo si approfittò di eseguire alcune riparazioni al motore e il 23 febbraio, ancora fermi in attesa di alcuni pezzi di ricambio, il motoveliero venne di nuovo requisito dagli inglesi. L’8 marzo salpò per Bari e qui utilizzato come mezzo di rifornimento di nafta in fusti. Con lo stesso utilizzo fu poi spostato a Barletta per rifornire le navi che scaricavano al largo le munizioni. Il 31 luglio, terminato lo scarico delle munizioni a mare, il motoveliero fu derequisito dagli inglesi e lasciato libero. Il 2 agosto riprese a navigare e caricò del sale da Margherita di Savoia per Marghera. In direzione di Capo Promontore alla punta dell’Istria il motoveliero incappò in una burrasca che bagnò parte del carico. Giunto a Venezia si scaricò il sale e furono imbarcati 1902,40 q. di grano per il Consorzio Agrario Provinciale di Bari. La mattina del 20 agosto partì e il mattino successivo era vicino a Punta Penna (Vasto). Cedo il racconto al Giornale di bordo per i drammatici avvenimenti che seguirono: alle ore 10 il tempo si fa burrascoso, ordino di terzamolare tutte le vele, alle ore 10,30 pigliamo una burrasca con trombe marine e fortissimo vento da NE e nella medesima proporzione e direzione aumenta il mare che s’incrocia col mare da N. Impossibile sotto l’azione della burrasca mantenere la rotta, metto la nave al cappeggio con le piccole vele e motore adagio, ma i mari sono grossi che fanno soffrire molto la nave di rollie e beccheggio tanto, che mantengono continuamente la coperta allagata, faccio sondare la sentina e si riscontra un po’ d’acqua più del normale che viene pompata mista a sostanza del carico cioè acqua e grano, suppongo che la merce si sia alquanto bagnata e filtrata in sentina, mentre combattiamo il tempo cattivo sotto l’azione violenta della burrasca, sento fermare di colpo il motore, domando al motorista la cagione e mi dice che dai forti urti delle rollie e beccheggio della nave si è sfondata la paratia che separa la stiva dalla sala macchina e il motore lo ha fermato di colpo perché in parte bloccato dal grano, grido al nostromo e un marinaio di correre con me in macchina in aiuto del motorista, datomi subito conto dell’accaduto e cioè la paratia nella parte del centro sfondata, il motore in parte bloccato dal grano e conseguenza la sentina della sala macchina piene di grano, ordino subito il puntellamento della paratia completa e attappamento provvisorio allo sfondamento, nello stesso attimo corro in coperta, ordino al timoniere di fare molta attenzione al timone in modo da governare con le sole vele, e al rimanente aquipaggio ordino di dare in macchina pezzi di legname che giacciono in coperta, cugni, mazze di ferro, sega e stracci e si lavora più se è possibile per il mantenimento di tutta la paratia e di fermare in qualche modo l’ulteriore passaggio del grano dalla stiva alla sala macchina. Alle ore 11,30 la burrasca è passata il tempo è migliorato si alzano tutte le vele e navigo a cognizione di rotta a secondo la direzione dei venti, la pompa di coperta che va in sentina anche nelle pompate normali pompa acqua e grano, calcolo che la rottura della paratia ha prodotto passaggio di grano anche nelle sentine della stiva. Alle ore 12,30 del 22 agosto al traverso Vieste, passa il MS 61 della R. M. lo chiamo, si affianca, prego il comandante che ci rimorchia dentro il Gargano per prendere un porto più vicino affinchè posso rassettare tutto in porto, questo manda due dei suoi uomini ad assicurarsi le vere condizioni che gli avevo narrato e vedono il volano del motore e tutte le sentine coperti di grano, il lavoro di puntellamento delle paratie, ne piglia nota, piglia visione dei documenti e con gentilezza mi dice che i suoi motori non sono da rimorchio e ne in condizione da poter rimorchiare un simile peso, si distacca e va per il suo destino. Alle ore 16 al traverso il capo della Testa del Gargano, siamo presi all’improvviso da forte libecciata, manovro per avvicinarmi alla costa del Gargano, trovare calma di mare e ancorarmi, alle ore 18 ci ancoriamo con le vele danneggiate dal forte vento. Si continua sempre il lavoro di puntellamento della paratia e rassettazione della sala macchina. Riparata alla meglio la paratia sfondata, nella tarda mattina del 23 agosto ripartì con vento fresco e mare mosso, ma dopo un po’ il motorista fermò il motore, perché nello sfondamento della paratia si era storta la biella della pompa di lavaggio. La si riparò come si potè e con l’aiuto delle vele si dette fondo a Molfetta. Nella giornata del 24 giunse a Bari e qui, presso il Tribunale di Bari, depositò la prova di fortuna per la bagnatura e l’ammanco di parte del grano.

Autore: Corrado Pappagallo
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