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Il fratello di Paolo Borsellino incontra online gli studenti della scuola “G.S.Poli” di Molfetta
21 marzo 2024

MOLFETTA - È stata una grande opportunità per tutti gli alunni di classe terza della scuola secondaria di primo grado “G. S. Poli” di Molfetta, i docenti, il Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Minervini ed i genitori poter incontrare in videoconferenza, mercoledì 20 marzo, in occasione della XXIX Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, l’ing. Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo Borsellino, ucciso a Palermo il 19 luglio 1992 e promotore del “Movimento delle Agende Rosse”, associazione che da anni porta avanti con determinazione la ricerca di verità sui mandanti ancora nascosti della strage in cui, oltre al magistrato, trovarono la morte anche i giovani poliziotti della scorta di cui non vanno dimenticati i nomi: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli.

L’incontro, organizzato nell’ambito del progetto “Crescere nella legalità” coordinato dalla prof.ssa G. Mongelli, ha visto dapprima il Dirigente porgere il benvenuto all’autorevole ospite che, subito dopo, prendendo spunto dalle domande degli studenti e delle studentesse, ha raccontato gli ultimi 57 giorni del magistrato e la lunga battaglia per la verità che permea il suo impegno quotidiano.

Il racconto ha toccato sia ricordi personali del magistrato che le difficoltà incontrate dal Movimento nella sua ricerca di verità a causa della misteriosa sparizione della famosa agenda rossa gelosamente custodita dal fratello Paolo che sicuramente custodiva i nomi di una parte corrotta dello Stato.

Con precise risposte Salvatore Borsellino ha toccato il cuore degli adulti e dei ragazzi non tralasciando di infondere fiducia e ottimismo soprattutto a questi ultimi affinchè si realizzi grazie a loro “il sogno d’amore del fratello Paolo”, il quale riponeva le sue speranze proprio nelle giovani generazioni, le sole capaci di assaporare il “fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. Un invito “a diventare milioni di cucchiaini uniti a svuotare l’oceano dell’illegalità diffusa”, quindi, a “compiere ognuno sempre e comunque il proprio dovere”.   Un messaggio importantissimo che gli alunni non dimenticheranno sicuramente, così come non dimenticheranno l’incontro con un uomo che ha saputo fare della cultura antimafia la sua stessa ragione di vita.

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