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Il consigliere provinciale Cives lascia il Pd e passa all'Italia dei valori
28 febbraio 2009

MOLFETTA - Come Quindici aveva anticipato, il consigliere provinciale molfettese Mimmo Cives (foto) ha rotto definitivamente il suo rapporto con il Partito Democratico, che non lo ha candidato alla Provincia ed è passato all'Italia dei Valori. Per il partito di Di Pietro, Cives sarà candidato alle elezioni provinciali del 6 e 7 giugno prossimi. Il consigliere Cives da noi cercato per diverse settimane, si è sempre rifiutato di fare dichiarazioni in merito a questa situazione, forse perché temeva che potesse essere compromessa la trattativa con l'Italia dei Valori. Ora la notizia è ufficiale e a comunicarlo è la stessa IDV. Dal Partito Democratico nessun commento a questo abbandono, sicuramente previsto e che lascia il Pd ssolutamente indifferente. Anche il consigliere circoscrizionale di Bari per Carrassi - S. Pasquale, Davide Di Pamtaleo ha aderito all'Italia dei Valori, condividendone percorsi e programmi e aderendo alla linea politica nazionale e regionale del partito. Lunedì 2 marzo alle ore 10.30, presso la sede regionale di Via Calafati 96 a Bari, i due consiglieri illustreranno alla stampa le ragioni di questa adesione, alla presenza del coordinatore Regionale on. Pierfelice Zazzera, del coordinatore Provinciale Alfonso Pisicchio e dell'on. Pino Pisicchio.
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Rispettabilissima opnione... Alba Talba, però, però... non ce la faccio più, corruzione a tutti i livelli, voltagabbana, assenza di vera democrazia e libera scelta dei candidati, media "drogati" dal potere, estorsioni e truffe legalizzate con semafori truccati, autovelox truccati, zone blu illegali (...e continuano ad arrivare le contravvenzioni), balzelli vari su tutte le bollette, giustizia negata (152° posto per malfunzionamento della giustizia), lavoro negato, futuro negato, scuola mortificata, appalti truccati, concorsi truccati, forze dell'ordine senza piu' strumenti ed organico per combattere il crimine.... (quasi, quasi comprendo qulli che si buttano sull'altra sponda...). IL MIO E' UN URLO, UN URLO DI DOLORE... E' RABBIA NON PIU' CONTROLLATA, irrefrenabile, AIUTATEMI A COMPRENDERE PERCHE'..., PERCHE' DOBBIAMO RECARCI ALLE URNE, PER FARE CHE COSA, PER CAMBIARE CHE COSA... PER SCEGLIERE CHE COSA..., PER DECIDERE CHE COSA... SENTO IN ME COVARE PROGRESSIVAMENTE UN ODIO IRREFRENABILE VERSO TUTTA LA MELMA CHE MI ASSALE E MI SOFFOCA PROGRESSIVAMENTE... SENTO CHE NON SI POTRA' CONTINUARE AD ANDARE AVANTI ANCORA PER MOLTO CON QUESTO SCHIFO... SENTO IN ME LA VOGLIA DI BATTERMI COME UN PARTIGIANO... NON CONTRO IL FASCISMO... MA CONTRO LO SFASCIO GENERALE CHE LA KASTA HA PROVOCATO, NON SOLO NELL'ORDINAMENTO STATUALE, MA ANCHE E SOPRATTUTTO NELLA NOSTRA QUOTIDIANITA', NON PIU' SERENA E TRANQUILLA, MA OSSESSIONATA DA TUTTO QUELLO CHE NON VA E CHE CI ASSALE... E, TUTTO QUELLO CHE NON VA E' VERAMENTE TUTTO..., TUTTO IL SISTEMA! Con affetto sincero.


Allora la domanda da porsi sarebbe: " E' possibile cambiare il mondo senza prendere il potere? - Per dare una risposta adeguata, bisogna riflettere sul fatto che un paese nel quale governa un re figlio di re, per diritto dinastico, ma lo fa applicando leggi uguale per tutti, è più democratico di un altro paese nel quale governa una persona scelta dal popolo, ma lo fa del tutto arbitrariamente, facendosi e applicandosi le leggi a comodo suo.(?)- In quest'ottica, uno degli ingredienti essenziali di qualsiasi democrazia è l'esistenza di una opposizione. L'esistenza di qualcuno che, non avendo compromissioni con il potere, si prende l'impegno di sorvegliarlo e di denunciarlo (non solo ai Carabinieri, quando nè è il caso, ma più spesso e ordinariamente alla comunità). Solo se c'è una opposizione il potere è "sorvegliato" e deve rendere conto alla comunità delle sue nefandezze. Il timore di essere "sputtanato" da una vera opposizione induce, nei paesi davvero democratici, il governo a comportarsi in maniera almeno tendenzialmente democratica. L'opposizione è definita il " cane da guardia del potere ". In Italia l'opposizione sostanzialmente non c'è. Platone, nell'apologia di Socrate, fa dire a quest'ultimo: "Se mi condannerete a morte, non potrete trovare facilmente un altro, quale sono io, che sia stato posto dal Dio a fianco della Città, come - anche se possa sembrare piuttosto ridicolo a dirsi - al fianco di un grande cavallo di razza, ma proprio per la grandezza un po' pigro e che ha bisogno di venir pungolato da un tafano. In modo simile mi sembra che il Dio mi abbia messo a fianco della Città, ossia come uno che, pungolandovi, perseguendovi e rimproverandovi ad uno ad uno, non smetta mai di starvi addosso durante tutto il giorno, dappertutto."


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