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Il Comune paga le ferie all'ing. Rocco Altomare: per quali esigenze di servizio?
15 settembre 2012

Euro 13.249 di ferie: pagate. Così l’ing. Rocco Altomare, ex dirigente del Settore Territorio del Comune di Molfetta, arrestato lo scorso 23 giugno 2011 nell’operazione “Mani sulla città” e scarcerato nel dicembre 2011 per decorrenza dei termini di custodia cautelare, ha monetizzato i giorni di ferie non godute per «esigenze di servizio». Dimessosi il 27 giugno 2011, con un’istanza del 23 settembre 2011, Altomare, mentre era agli arresti domiciliari, aveva richiesto al Comune di Molfetta il pagamento dei 58 giorni di ferie di cui non aveva potuto usufruire. 228 euro circa la retribuzione di un giorno di ferie, ma la somma complessiva sembra disattendere l’art. 8 del CCNL («Indennità per servizio notturno e festivo»), citato pure nella relativa determina comunale. Secondo l’art.8, per il servizio prestato nel giorno festivo compete un’indennità di 15,49 euro se le prestazioni fornite sono di durata superiore alla metà dell’orario, o ridotte a 7,75 euro se le prestazioni sono di durata pari o inferiore alla metà dell’orario di servizio, con un minimo di 2 ore. Calcolatrice alla mano, i conti sembrano proprio non quadrare. È anche vero che le ferie disponibili all’atto della cessazione dal rapporto di lavoro e non fruite dal dirigente per esigenze di servizio possono essere sostituite da un pagamento. La stessa determina del Settore Affari Generali si dipana in un excursus burocratico e legislativo richiamando prima l’art.17 del CCNL (Area della Dirigenza del 10/04/1996), secondo cui le ferie «non sono monetizzabili, fatta salva l’ipotesi della cessazione dal rapporto di lavoro, qualora le ferie spettanti a tale data non siano state fruite per esigenze di servizio». Poi l’art.10 del D.Lgs. n.66/03 (modificato nel 2004) che dispone la non sostitutività del periodo annuale di ferie retribuite con la relativa indennità per ferie non godute, salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro. Infine, il parere della Direzione Generale per le attività ispettive del Ministero del Lavoro del dicembre 2006 che fissa la possibilità di monetizzare le ferie maturate e non godute dal lavoratore nell’anno in cui cessi dal rapporto di lavoro. Si potrebbe anche aggiungere l’art. 6 del CCNL del 2002 secondo cui l’Amministrazione procede al pagamento sostitutivo delle ferie non godute in caso di comprovate esigenze di servizio. Secondo la determina comunale, «la cessazione del rapporto di lavoro è condizione per poter legittimamente procedere alla monetizzazione delle ferie non godute». Purtroppo, sarebbe interessante capire se l’arresto per presunti reati e le successive immediate dimissioni (naturale conseguenza dell’arresto) possano essere considerate una «esigenza di servizio» o al massimo «esigenza personale», tra le condizioni essenziali per monetizzare le ferie non godute. La determina glissa. Per di più, secondo la normativa vigente, il pagamento delle ferie potrebbe dipendere da esigenze lavorative connesse alla funzionalità del servizio, documentate e attestate, o da dimissioni volontarie cui non possano essere concesse ferie nel periodo di preavviso. In quest’ultimo caso, ad esempio, con due mesi di preavviso lavorato si maturano quattro giornate di ferie che, non essendo fruibili a norma di contratto, sono monetizzate. Per Altomare si tratta, invece, di quasi due mesi di ferie retribuite. Quello dell’ing. Altomare, dirigente nominato direttamente su fiducia dal sindaco Antonio Azzollini, è probabilmente un “caso” particolare e complesso che avrebbe richiesto almeno un parere degli organi superiori competenti, oltre a una minima dose di buon senso amministrativo. Tra l’altro, nell’anno di cessazione dal servizio la durata delle ferie dovrebbe essere determinata proporzionalmente al servizio prestato, in ragione dei dodicesimi di anno maturati. Nella determina questo passaggio è assente, perché non si spiega se i 58 giorni sono proporzionali al servizio prestato (appena 6 mesi di lavoro) e da chi e come sia stato compilato il prospetto delle ferie. Insomma, questa determina non solo appesantisce, pur se di poco, le casse comunali, ma assume le fameliche sembianze dell’ennesimo affaire politico-amministrativo. Una offesa per i tanti contribuenti molfettesi di fascia bassa e media, costretti a stringere la cinghia giorno dopo giorno, vessati da tasse sempre più esose (come le attuali aliquote IMU fissate dall’amministrazione Azzollini) e rassegnati a passare le proprie vacanze a casa. In molti casi, quei 13mila euro (le ferie monetizzate da Altomare) rappresentavano il reddito annuale di una famiglia media prima della crisi occupazionale e finanziaria.

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