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Il centrosinistra: come costruire una Molfetta migliore
15 luglio 2005

“Sviluppo e Sostenibilità”, “Urbanistica e Territorio”, “Politiche Sociali e Cittadinanza attiva”. Su queste tre macro-aree di riferimento si è concentrato il lavoro dei gruppi di approfondimento costituitisi nell'ambito della Convenzione programmatica dell'Unione, al fine di dotare la coalizione di centrosinistra di alcune precise linee di indirizzo che costituiscano la piattaforma di partenza per il programma politico-amministrativo in vista delle elezioni comunali del prossimo anno. Un esperimento che sembra felicemente riuscito, almeno a giudicare dalla elevata partecipazione e dal considerevole grado di coinvolgimento che questa iniziativa è riuscita a suscitare, anche ben al di là di ogni aspettativa. E così rappresentanti dei partiti, delle associazioni ma anche semplici cittadini che non si riconoscono in nessuna organizzazione politica, si sono, per una settimana, incontrati e confrontati sul destino della propria città, cercando di ipotizzare soluzioni concrete per rilanciarne lo sviluppo, salvaguardarne il territorio o tutelare i più deboli: in definitiva, per immaginare una Molfetta migliore. Non si può negare che i tre documenti stilati dalle commissioni al termine dei lavori scontino, per alcuni versi, una certa genericità dovuta al poco tempo avuto a disposizione per elaborarli, ma è altrettanto vero che rappresentano un ottimo punto di partenza per un processo che, come è stato opportunamente detto nel corso dell'Assemblea plenaria del primo luglio durante la quale queste prime linee programmatiche sono state presentate, dovrà necessariamente proseguire con ulteriori momenti di approfondimento ed elaborazione. Ma il valore aggiunto che di questa iniziativa occorre senza dubbio evidenziare è l'approccio metodologico che la coalizione di centrosinistra ha inteso adottare per la stesura del suo programma, nella consapevolezza che questo non può che partire da un confronto franco ed aperto con tutte le realtà della città, in un rapporto dialettico quanto più partecipato possibile che è l'unico strumento in grado di dare quelle risposte concrete che Molfetta aspetta da anni. E così, per passare alle linee programmatiche più rilevanti, nel documento presentato dal gruppo “Urbanistica e Territorio” (coordinato dall'ex assessore Franco Cives) è avanzata la proposta di dotare la città di un Piano Strategico di Sviluppo che si fondi su tre assi fondamentali: il rapporto tra “Molfetta ed il mare”, da ripensare in termini innovativi, magari anche con un concorso internazionale di idee che, sulla base dell'esperienza di altre realtà a noi vicine (Barletta, ad esempio), fornisca delle ipotesi che consentano di ritornare a guardare al nostro mare non più come ad un problema ma come un'importante leva di sviluppo per la città; “Molfetta città d'arte” che sappia valorizzare le sue risorse storiche, ambientali ed artistiche in modo da rendere la città più vivibile per i suoi abitanti ed attirare anche i considerevoli flussi turistici che l'imminente apertura del Fashion District nella zona Asi porterà nel nostro territorio; “Molfetta Città sostenibile” attraverso la realizzazione degli insediamenti previsti dal piano regolatore in modo consapevole e meno invasivo possibile, ponendosi costantemente l'obiettivo della qualità degli interventi e l'attenzione al rapporto di questi ultimi con il resto del territorio. Con riferimento al tema dello “Sviluppo e Sostenibilità” (il cui gruppo è stato coordinato da Giovanni Porta, segretario della sezionale locale di Rifondazione Comunista) si è evidenziato come Molfetta debba pensare al proprio sviluppo in termini “di sistema”, non basando la propria economia su un solo settore che, nell'eventualità in cui dovesse andare in crisi, trascinerebbe con sé tutto il tessuto produttivo locale. Deve essere invece perseguita una integrazione tra più asset produttivi che sappiano fare sistema tra loro, ed in questo contesto di importanza fondamentale sono due questioni: da un lato la possibilità di recuperare la vocazione turistica della nostra città e dall'altra la centralità della questione-porto che può rappresentare una enorme opportunità, se ben gestita. Infine sul tema “Politiche sociali e cittadinanza attiva” (gruppo coordinato da Franco Altomare, dei Repubblicani Europei) da un lato l'Unione propone di dare piena centralità alla “carta dei servizi sociali” ed alla “carta dei diritti del cittadino” che dovranno costituire la base per un nuovo rapporto tra i cittadini e le istituzioni al di fuori di ogni elemento di natura clientelare, e dall'altro si evidenzia l'importanza di dare risposte concrete agli anziani (dotando Molfetta di una casa di riposo comunale) e ai più svantaggiati (istituendo una casa-famiglia per i cittadini con disabilità gravi). Infine di particolare importanza è l'aspetto della partecipazione ai processi decisionali e della cittadinanza attiva: sotto questo profilo le proposte avanzate sono molteplici e vanno dalla istituzione delle circoscrizioni all'adozione del Bilancio Sociale e del Bilancio Partecipato, sino all'immediata istituzione del Difensore Civico e all'implementazione di forme di partecipazione e di informazione a distanza (cosiddetta e-democracy). Insomma, così come a Bologna, anche a Molfetta “La Fabbrica del Programma” si è messa al lavoro. Giulio Calvani giulio.calvani@quindici-molfetta.it
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