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Il centrodestra teme il “Terzo polo” e cerca una via d'uscita L'ex sindaco Minervini non sa che giacca indossare
15 marzo 2006

Va lentamente schiarendosi il quadro all'interno dello schieramento politico di centrodestra in vista delle elezioni amministrative fissate, dal Consiglio dei ministri, per il prossimo 28 maggio (l'eventuale turno di ballottaggio ci sarà domenica 11 giugno). Dopo mesi di trattative, voci, dichiarazioni di indisponibilità, smentite, rotture e ricomposizioni appare ormai scontata la ricandidatura per la poltrona più importate di Palazzo di Città del sindaco uscente, Tommaso Minervini. Una cosa, però, può darsi, ormai, per assodata: il primo cittadino non sarà il candidato della Casa delle Libertà. La rottura con il centrodestra è ormai sancita a tutti gli effetti ed è stata di fatto ufficializzata, nel corso di una iniziativa pubblica organizzata dal movimento Molfetta prima di tutto, dall'ex parlamentare, Enzo de Cosmo, e dal sen. Antonio Azzollini di Forza Italia. Il primo ha detto, senza mezzi termini, commentando le condizioni poste da Tommaso Minervini per ricandidarsi con il centrodestra che “quella che pretendeva il sindaco, con la sua richiesta ai partiti di fare un passo indietro, non è democrazia, ma una dittatura camuffata. Tommaso non voleva fare il sindaco, ma il 'governatore' di Molfetta. Questo è inammissibile!”. Parole di fuoco, quelle di Enzo de Cosmo che è stato seguito a ruota dal senatore di Forza Italia, Antonio Azzollini: “La politica non può abdicare al suo ruolo come Tommaso Minervini avrebbe voluto. La democrazia è fatta di numeri e noi come partiti non possiamo certo portare i voti e nascondere la mano, quasi vergognandoci di essere espressione di forze politiche organizzate. Non si può chiedere ad un grande partito come il nostro di rinunciare alle proprie prerogative. Su questo c'è la più netta divergenza di vedute tra noi e il sindaco”. Insomma, “divorzio consensuale” – per usare ancora le parole di Enzo de Cosmo – tra il sindaco e la Casa delle Libertà. E così Tommaso Minervini sembra a questo punto intenzionato a “scendere in campo” con il cosiddetto “terzo polo” e cioè con quella aggregazione di forze politiche disposte a recepire e rilanciare l'idea di “progetto civico” enunciata in più occasioni, negli ultimi mesi, proprio dal primo cittadino. La forze politiche che dovrebbero far parte di questa coalizione sono, al momento, Città per tutti, il movimento dell'ex assessore, Titti Lioce, che fa esplicito riferimento al sindaco, i socialisti del consigliere regionale, Franco Visaggio, la lista civica Molfetta che Vogliamo di Sergio Azzollini e i Repubblicani dell'ex assessore all'Urbanistica, Pietro Uva. A queste forze politiche potrebbero aggiungersi anche l'Udc, molto critica nei confronti di Forza Italia per le ragioni che diremo tra un attimo, e alcuni “spezzoni” del centrosinistra in rotta con la coalizione che sostiene Lillino Di Gioia. Un'aggregazione capace, stando ai calcoli elettorali che circolano in queste ore, di arrivare sicuramente ad un eventuale ballottaggio specie se, come probabile, i candidati alle prossime elezioni amministrative dovessero essere almeno quattro. A questo punto gli occhi sono tutti puntati sulle scelte di Forza Italia ed Alleanza Nazionale, partiti principali della Casa delle Libertà, rimasti sostanzialmente isolati, assieme al già citato movimento di Enzo de Cosmo, Molfetta prima di tutto. Nel corso di una manifestazione pubblica di qualche settimana fa, il sen. Antonio Azzollini ha dichiarato di essere disponibile ad “assumersi le sue responsabilità” facendo intendere, quindi, di essere pronto a candidarsi anche alle elezioni amministrative, oltre che per Palazzo Madama dove sarà certamente rieletto essendo in una posizione “blindata” nella lista di Forza Italia. Eppure quella che doveva essere una candidatura con il chiaro intento di aggregare tutta la coalizione, in realtà ha sortito l'effetto esattamente contrario. E così i Repubblicani assieme all'Udc hanno respinto con decisione l'ipotesi di candidare il “senatore azzurro” sostenendo che sarebbe inammissibile una concentrazione così grande di potere nelle mani di una sola persona. “E' una battaglia di libertà” ha detto, senza mezzi termini l'avv. Pietro Uva. L'Udc ha contrapposto al nome di Antonio Azzollini quello della consigliera comunale, Carmela Minuto, che avrebbe incassato anche il placet dei vertici nazionali del partito per essere la candidata sindaco di tutta la coalizione. Eppure Forza Italia e An non ne vogliono sapere, così, molto probabilmente, l'Udc potrebbe abbandonare la Casa delle Libertà e accasarsi, come detto, con il “terzo polo”. Insomma, la situazione è ancora molto fluida e a poche settimane dalla presentazione delle liste elettorali le coalizioni non sono ancora ben definite.
Autore: Giulio Calvani
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