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Il calcio come non l'avete mai visto. Le vignette di Michelangelo Manente a Milano
15 luglio 2016

Il vignettista di “Quindici” Michelangelo Manente sbarca a Milano, in piazza Duomo alla Mondadori Megastore con una sua mostra personale (curata da Avangart) e propone gli ultimi quattro anni di SerieA di calcio raccontata dal vignettista che collabora anche con Snai, TopCalcio24 ed altre testate nazionali di settore (e non). Si ripercorreranno i principali eventi del nostro sport nazionale grazie a un “viaggio” lungo 80 vignette scelte da circa 500 realizzate. Il calcio come (forse) non l’avete mai visto, riletto in modo assolutamente dissacrante, non è stato risparmiato nessuno. La parola d’ordine è “satira”. La presentazione della mostra, che resterà aperta fino al 31 luglio, è stata affidata a Lapo De Carlo, opinionista SportMediaset, direttore Radio MilanInter e optipoba.biz, con gli interventi di Marco Ardemagni, Caterpillar Radio2 e Roberto Dupplicato, TeleLombardia TopCalcio24. Michelangelo Manente, nato a Molfetta nel 1978, si definisce “pentito” informatico sbarcato in un mondo colorato. Vignettista dal 2000 proprio su “Quindici”, è passato anche a testate nazionali quali Libero Quotidiano, Tele- Lombardia/Top Calcio24, Mi-Tomorrow, Gazzetta del Mezzogiorno e numerosi siti del settore calcistico. Nel 2006 è stato protagonista di una mostra personale di vignette pubblicate sulla rivista mensile “Quindici Molfetta”, con la quale pubblica anche “Affondi” e “Affondi2”, un cui vengono raccolti gli editoriali del direttore Felice de Sanctis. Nel 2012 espone sei enormi vignette realizzate nell’aeroporto Marconi di Bologna all’interno dell’iniziativa “We are a smiling airport”. Nel 2014 realizza il video musicale “Birkenau”, interpretato da alcuni artisti di fama nazionale (Negramaro, Après la Classe). Dal 2009 è anche caricaturista dal vivo in eventi di varia natura. Scrive di lui Christian A. Pradelli, direttore di Mi-Tomorrow e SpazioMilan: «Vignettista e caricaturista. Affascinato dai volti, quelli che studia e soprattutto quelli che incrocia per strada. Nelle sue riletture artistiche parte dalla decodificazione dei soggetti: cogliere il “non svelato” è un’esigenza, immaginarne il mondo a esso associato un piacevole rituale. Il suo spirito ironico lo avvicina a colori particolarmente vivi. Tinte che, con l’uso delle ombre prospettiche, donano ai volti un senso di tridimensionalità e profondità ricercata. Autodidatta, il suo percorso formativo nasce dalla visione e dallo studio dei cartoni animati. Di qui, un imprinting da cartoonist fortemente influenzato da tratti decisi, rapidi, naturali. E da colori brillanti, che nel mondo digitale emergono con potenza. Ma tutto parte da carta, matita e pennino. I volti vengono prima scomposti in elementi geometrici basilari (cerchi, quadrati, triangoli), quindi lavorati in base alle esigenze del momento. Tra osservazioni e interpretazioni di un mondo fatto di mimica e iconografia moderna».

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