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Il bilancio di Guglielmo Minervini alla Regione: 30 milioni di euro di finanziamento per Molfetta
19 febbraio 2010

MOLFETTA –  A conclusione della legislatura regionale facciamo un bilancio con l’assessore regionale alla Trasparenza Guglielmo Minervini (foto) e del suo lavoro per la Puglia e per Molfetta in questi cinque anni in cui ha fatto parte della giunta  di Nichi Vendola parlando anche delle primarie che hanno dato la vittoria proprio al presidente uscente. 

Quasi il 90% dei molfettesi, alle primarie, ha scelto Nichi Vendola. Guglielmo Minervini si è schierato dall’inizio con il Presidente, anche contravvenendo alle direttive del suo partito. Il voto finale le ha dato ragione?
“Ho sostenuto dall’inizio che porre ai nostri elettori un vincolo sul candidato andasse contro il principio stesso delle primarie. L’ampio successo di Vendola ci ha restituito l’idea che la politica ritrova credibilità solo quando prende sul serio il giudizio dei cittadini senza imporre la logica delle oligarchie o il cinismo del calcolo. L’errore è stato non riconoscere l’enorme patrimonio di governo di cui il Pd è stato coprotagonista e non averlo valorizzato subito. Con le nostre scelte piuttosto abbiamo evitato che si consumasse il divorzio del Pd dal suo popolo e di questo siamo contenti”.
Su questa scelta, che di fatto ha escluso l’Udc dalla coalizione di centro sinistra, qualcuno in città le rimprovera una certa ambiguità rispetto a quanto sostenuto alle elezioni comunali due anni fa, quando il Pd sostenne le ragioni della grande coalizione per battere Azzollini?
“Semplicemente le due situazioni non sono paragonabili. Ho condiviso sin dall’inizio il bisogno di allargare il centrosinistra alle forze politiche che stavano maturando una rottura politica profonda col centrodestra antimeridionale e, quindi, all’Udc. E’ stato piuttosto Casini a porre un veto su Vendola. Il risultato delle primarie poi non sarebbe stato possibile se accanto a una leadership forte e riconosciuta, i pugliesi non avessero sentito il dovere di fare ciò che era giusto fare per difendere questa esperienza di governo esprimendo un giudizio sulle cose che sono accadute in questi anni. A Molfetta partivamo dalla situazione opposta. Coloro che avevano espresso un giudizio negativo sull’amministrazione di Azzollini si erano riconosciuti nel candidato espresso dal Pd, Udc compresa, quindi non c’erano veti né richieste di abiura.” 
Siamo a fine legislatura, è tempo di fare un bilancio dell’esperienza di governo.
“In Puglia in questi anni è avvenuto qualcosa di straordinario. Abbiamo dimostrato di essere un pezzo di Sud che può farcela, che si misura col cambiamento, che non è secondo a nessuno, che sperimenta, che promuove la cultura dell’accoglienza, dello sviluppo sostenibile e che ha fiducia  nelle proprie potenzialità. Devo dire che in questo cammino i giovani ci hanno indicato la strada. Abbiamo dimostrato di esserci occupati seriamente della Puglia e dei figli della Puglia. Aver liberato le loro energie con Bollenti spiriti ha dato una spinta che produrrà effetti anche nei prossimi anni”.
E per Molfetta cosa è cambiato?
“Ho sempre svolto il mio ruolo di assessore regionale con responsabilità e equilibrio, lavorando perché le ricadute della buona politica migliorassero le condizioni non solo della mia città ma dell’intera comunità regionale. Adesso posso dire che siamo arrivati alla fine con un bilancio solido anche per la mia città. Un lavoro silenzioso che presenteremo ai molfettesi ma i cui risultati sono già tangibili”.
A cosa si riferisce?                
“Molfetta ha complessivamente beneficiato di oltre 30 milioni di euro di finanziamenti in questi ultimi cinque anni. Interventi che non sono ancora in alto mare, come le grandi opere promesse da altri, ma sono già una realtà per le famiglie cui sono andati due milioni di euro per il sostegno ai fitti, altri due milioni ai 200 ragazzi che hanno potuto frequentare dei master di alta specializzazione e avviarsi più preparati al lavoro. Penso ai 10 milioni di euro spesi per migliorare la vita delle imprese alla zona Asi realizzando importanti infrastrutture o i 3 milioni di euro a sostegno delle attività sportive e ai sei oratori parrocchiali rinnovati”.
Ha qualche rimpianto?
“Non aver visto sorgere la Cittadella degli artisti, uno dei 150 laboratori urbani per la creatività giovanile che abbiamo finanziato in Puglia. Ne sto inaugurando tanti anche in comuni vicini, qui i lavori si sono fermati. Ed anche il ritardo nel recupero della periferia della Madonna dei Martiri causato dai continui ricorsi del Comune”.    
Sarà ancora il tema della sanità e i suoi errori a dominare questa campagna elettorale?
“All’inizio sulla sanità abbiamo commesso qualche errore, ed è bene riconoscerlo. Abbiamo preferito un approccio gestionale anziché promuovere il cambiamento, ritenendo con convinzione che la sanità potesse essere gestita piuttosto che migliorata. Quando ci siamo accorti dell'errore c'è stata una radicale correzione in corsa, e adesso anche nelle politiche per la salute stiamo scrivendo una pagina diversa. A Molfetta, invece, le cose sono andate sempre bene, con un investimento in strutture sanitarie pari a 10 milioni di euro e in professionalità competenti, abbiamo trasformato l’ospedale che Fitto voleva chiudere in un centro di eccellenza”.  
Si ripresenta alla regione con lo slogan “Un politico è le sue idee”. Cos’altro intende dimostrare?
“La sfida ora è dimostrare che questo modello di governo che ha messo al centro delle politiche pubbliche i cittadini si è radicato in profondità nel tessuto pugliese. Il cambiamento è in corso e il ritorno della destra rischierebbe di cancellarne le migliori espressioni, oltre che regalere alla nostra regione impianti nucleari, trivellazioni petrolifere e acqua privatizzata. È dunque ancora tempo di osare e avanzare nuove idee di futuro. La vittoria di Nichi Vendola in Puglia e un buon risultato del centro sinistra anche nella nostra città sarebbe il miglior modo per affermare che un modo diverso di fare politica, non è solo possibile, ma anche vincente. Questa responsabilità ora è nelle mani dei cittadini, che sapranno fare la scelta migliore”.
 
  
Autore: Carlo Gadaleta
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