Iena ridens o iena felice?
“Felice come una Pasqua”, “Godere come un riccio”, altre locuzioni come queste due, indicano particolari condizioni di serenità, piacere spirituale e materiale. Cosa ci può essere di più felice della Pasqua, per i Credenti? La Pasqua, la resurrezione del Cristo? Sulla seconda locuzione (più prosaica), lasciamo l’interpretazione alla fantasia di chi ci legge, precisando che, anche in questa “immagine”, c’è un po’ di verità. Sono usate ed accettate, queste locuzioni, nel gergo parlato comune.
Da oggi, possiamo aggiungerne un’altra: “Felice come una iena”!
Questo è stato il commento della Senatrice Paola Taverna del M5S, alla domanda del giornalista che chiedeva la sua opinione sull’espulsione di alcuni suoi Colleghi di Movimento, a causa del fatto che, questi ultimi, non hanno condiviso il comportamento nella forma e sicuramente anche nella sostanza, del signor Grillo durante il colloquio – parola grossa, ma va bene lo stesso – con il premier incaricato, durante le consultazioni per la formazione del Governo (Ne abbiamo già parlato in una nota precedente).
Nella iconografia comune la Iena, forse immeritatamente, gode l’immonda fama di opportunista, mangiatrice di carogne, aggressività ferina in condizione di superiorità, codardia specie in presenza di competitori più grandi di lei – suoi normali comportamenti. Insomma viene percepita come una creatura tutt’altro che felice, anzi piuttosto sinistra!
Ciascuno di noi è evidentemente libero di usare, nei limiti del lecito, il linguaggio che vuole; di inserire le locuzioni che preferisce, a supporto delle proprie tesi, specie quando hanno fondamento. Tuttavia l’ “uscita”, il lapsus (involontario?) della signora Taverna potrebbe nascondere anche un’interpretazione più… maliziosa.
Da come viene percepita la iena, anche se gli etologi ne descrivono l’estrema attenzione per le cure parentali verso i propri cuccioli, come quasi tutti gli altri animali superiori, e avendo nelle cronache parlamentari ascoltato la veemenza della Signora, sia quando ricopriva la carica di Presidente del gruppo di Senatori M5S, sia durante i dibattiti nei quali interviene per conto del suo Gruppo, si stenta a parlare di lapsus più o meno volontario: sembra, questa locuzione, nell’ordine delle cose del Movimento.
Continuiamo pertanto ad essere sempre più preoccupati, sia per l’atto – extra parlamentare – di espulsione di Parlamentari eletti democraticamente, che vengono giudicati e condannati, in una sorta di ordalia medievale, dai signori Grillo e Casaleggio, non prima di aver esaurito il “sacro” rito della rete, sia per il fatto che non vi sia verso per condurre azioni di recupero dei Parlamentari M5S che, certamente potrebbero, solamente se abbandonassero ovvero attenuassero la loro sterile – allo stato – vis oltranzista, portare benefici alla dialettica parlamentare, per il bene comune.
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Autore: Tommaso Gaudio