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I sindaci di Molfetta, Bitonto e Giovinazzo ai forconi: torni buonsenso e rispetto per i lavoratori. Linea Diritta: No alla violenza collettiva
11 dicembre 2013

MOLFETTA - “Torniamo al buonsenso. Non si possono mettere sotto assedio le città”. È questo l'appello congiunto lanciato al movimento dei “Forconi” da tre sindaci del nord-barese (foto): Michele Abbaticchio (Bitonto), Tommaso De Palma (Giovinazzo) e Paola Natalicchio (Molfetta).

Dopo 48 ore di manifestazioni che hanno costretto i negozi delle tre città in molti casi ad abbassare le saracinesche, a seguito di incursioni ed energici inviti dei rappresentanti del movimento, intervengono tre sindaci pugliesi.
“Possiamo arrivare a comprendere le ragioni del disagio sociale ma lasciate ai commercianti e agli imprenditori delle nostre città la libertà di riaprire i negozi, lasciate alle famiglie la libertà di passeggiare con i loro bambini nelle settimane del Natale e di accompagnare i propri figli a scuola senza l'angoscia che possano unirsi a una protesta che sta toccando alcuni picchi intollerabili”.
Ci possono essere più modi di manifestare, a Giovinazzo il corteo questa mattina si è svolto pacificamente e senza raggiungere livelli di guardia. Le amministrazioni sono attente e in ascolto per questo i tre sindaci lanciano un appello a garanzia di un ritorno alla normalità. “Da 48 ore imprese, negozi, aziende e scuole vivono un turbamento legato all'energico invito di rimanere chiusi, a saracinesche abbassate, proprio in un periodo importante come quello natalizio. Solo grazie al controllo pacifico e nonviolento delle nostre forze dell'ordine e dei comandi di polizia municipale la protesta di queste ore non sta trascendendo, ma bisogna adesso consentire che la situazione torni alla normalità. Ogni cambiamento può avvenire solo con le istituzioni e non contro le istituzioni, con la nonviolenza e non con gli atti intimidatori e vandalici a cui pure abbiamo assistito, con il rispetto dei lavoratori e non costringendo lavoratori, imprenditori e commercianti a fare le barricate e a non poter lavorare”.

Sì alla difesa dei singoli diritti, no alla violenza collettiva

Anche il Movimento Linea Diritta che ha avuto come candidato sindaco Bepi Maralfa invitta alla calma. “Legittima la libertà di manifestare il proprio pensiero. Sacrosanta la difesa dei propri diritti, della propria dignità, del proprio lavoro, della propria famiglia.

Non condivisibili le modalità esplicate nella contestazione della cosa, specie se a farne le conseguenze sono numerosi lavoratori ed impiegati a cui sono state sottratte, a causa dei persistenti disagi, ore di lavoro e straordinari retribuiti a pochi giorni dal Natale.

In una cornice, si aggiunga, di paura e violenza incontrollata.

Per queste ragioni i componenti del Movimento Indipendente Linea Diritta stigmatizzano e si dissociano da tutto questo antisistema creato da singoli individui, contrario all’ordine pubblico e lontano dalle regole della pacifica convivenza.

Un antisistema che ieri, martedì 10 dicembre, ha obbligato alla chiusura le strutture portanti della nostra città quali il centro commerciale Mongolfiera, l’Outlet Fashion District, Network Contacts e ad Exprivia Spa, le principali risorse di lavoro per migliaia di molfettesi. Stesso epilogo per bar, farmacie e negozi del centro urbano”.

L’invito a mantenere la calma arriva dal vice sindaco, Bepi Maralfa il quale garantisce alla comunità locale piena tutela da parte delle Istituzioni. Rassicurazioni provenienti anche dal sindaco Paola Natalicchio, la quale fa sapere che comprende e rispetta il disagio manifestato dai Forconi ma si dissocia convintamente da qualsiasi atto di violenza ed intimidazione.

Non è chiaro come si muoveranno nelle prossime ore i rappresentanti dei forconi e soprattutto quali mezzi persuasivi decideranno di impiegare.

L’augurio di Linea Diritta è che si riesca a risolvere i disagi sociali nell’alveo delle istituzioni democratiche e del dibattito vivo, evitando qualsiasi strumentalizzazione politica.

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Bel salto di qualità! Un tale del "comitato?" dei Forconi del Piemonte, si scaglia a testa bassa contro i "banchieri (parla dei Rotschild) ebrei che hanno provocato lo sconquasso che stiamo vivendo: fa paura!. Il nostro sig. Celletti fa paragoni impropri fra gli obiettivi della Guerra partigiana di Liberazione, chi l'ha combattuta per oltre venti mesi sulle montagne, rischiando la propria pelle ed a volte lasciandocela per abbattere l'abominio fascista, per darci la Democrazia, di cui sembriamo indegni, con chi, anche con la violenza vorrebbe ROVESCIARE LO STATO, ammaccato ma sempre stato, un pò forse degenerato, frutto di quei sacrifici. Dice che chi manifesta, più o meno civilmente (il problema, caro amico, è proprio il MENO!) contro il Sistema, contro il buon senso, addirittura contro la Costituzione viene percepito come un populista e fa una grossolana commistione fra politici mafiosi, corrotti, puttanieri che infestano anche le nostre Istituzioni - in parte è vero, proprio perché simao noi ad averceli mandati - e quella parte sana che certamente anche in politica si annida, ma che stenta a venir fuori grazie alla nostra abilità di seguire l'"uomo forte" di turno che, quello sì, ci fa perdere di vista il bene comune. Avvisa infine, il Presidente Letta e ..."sua maestà re Giorgio" (sic), del fatto che se è così, lui può essere incluso nel novero dei populisti. Molto bene, caro amico. Adesso lo sappiamo. E allora? Vogliamo creare un nuovo comitato di salute pubblica? Non credo sia necessario; tutti ci rendiamo conto che la situazione è drammatica. Non servono comitati di salute pubblica o altri POPULISTI e DEMAGOGHI, ce ne sono fin troppi! Ne abbiamo a bizzeffe. Quelli che cercano di "metter il cappello" sul giusto malcontento, non già per risolvere il problema (e come potrebbero, visto chi in parte sono loro che lo hanno creato), ma per esacerbare gli animi, ancora di più, vedendo forse, al di là, degli obiettivi innominabili. Io personalmente non mi sento all'altezza di proporre soluzione alcuna all'immane problema. Tu hai la chiave della soluzione? Mettila allora a disposizione di tutti, chissà che non ne venga qualcosa di buono. Un saluto.



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