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I riti quaresimali a Molfetta
15 marzo 2008

Con l'avvicinarsi della settimana santa a Molfetta i riti quaresimali si susseguono in maniera frenetica accolti dalla cittadinanza sempre con la stessa calorosa e devota partecipazione mai scalfita dai tempi che avanzano con il loro superficiale progresso. Si tratta di riti le cui origini si perdono nel tempo e che la popolazione molfettese sente tantissimo manifestando pienamente la sua profonda religiosità appena la Croce, accompagnata dai 33 rintocchi di campane a morto, apparendo sul sagrato della chiesa del Purgatorio, sancisce l'inizio del periodo quaresimale. Il dott. Franco Stanzione, Priore dell'Arciconfraternita della Morte ci parla la Quaresima a Molfetta svelandoci alcuni retroscena davvero interessanti. In questi anni in cui le tradizioni si vanno un po' perdendo a Molfetta sembra invece che, appena si entri nel periodo quaresimale, si torni indietro nel tempo visto che i riti rimangono immutati e vengono sempre effettuati con la medesima e calorosa partecipazione. Come mai secondo lei? «Secondo me a Molfetta avviene questo per vari motivi; prima di tutto perché non si è mai cercato di cambiare e quindi la costanza con cui avvengono questi riti eseguiti sempre nella medesima maniera, senza sconvolgimenti, ha preservato intatta la loro essenza. Da un altro punto di vista si può dire che questi riti stanno sfidando i nostri tempi in quanto, contrariamente ad altre località, non rappresentano per i molfettesi soltanto un fatto di facciata, ossia uno sterile ripetersi di avvenimenti anno dopo anno, ma hanno alla base un vero sentimento religioso; ed è proprio questo sentimento religioso autentico che preserva suddetti riti nel tempo». Accade così un po' in tutto il Mezzogiorno. I riti di Molfetta hanno qualcosa in più di quelli delle altre città? «Diciamo che Molfetta ha preservato intatte queste tradizioni e diciamo anche che forse contribuisce a questo, oltre al profondo sentimento religioso, anche quel senso di orgoglio e di appartenenza ad una comunità che possiede un patrimonio inestimabile a livello sia di immagini sacre e sia di musiche che accompagnano le processioni; tanto è vero che le musiche che vengono eseguite a Molfetta, tranne qualcuna, sono soltanto molfettesi e non vengono eseguite altrove». A volte, le processioni molfettesi hanno meno austerità se le paragoniamo alle altre della Puglia? «Se per austerità si intende la parte coreografica, vale a dire il modo con cui si portano in processione le statue senza addobbi floreali di discutibile gusto e senza coreografie pacchiane come quelle che si trovano altrove, direi che le nostre processioni sono molto più austere delle altre. Se invece si parla del comportamento tenuto dai confratelli di Molfetta a seguito delle nostre processioni accetto pienamente la critica in quanto io stesso condivido il fatto che durante questi riti il molfettese non dà certo il buon esempio. Secondo me questo è attribuibile fondamentalmente al carattere peculiare dei nostri concittadini in quanto hanno un carattere molto più chiassoso degli altri. Nelle altre città come Ruvo Terlizzi e Giovinazzo le processioni si svolgono nel silenzio più assoluto, a Molfetta c'è un po' più di confusione ma questo fa parte dell'indole del molfettese; voglio fare un esempio: quando la mattina si va sui treni che portano i ragazzi all'Università, quelli che gridano e che fanno chiasso sono sempre i molfettesi ed io ritengo che già questo sia un importante indice. Voglio dire anche che quando da ragazzo abitavo sulla muraglia e vedevo i funerali ai quali partecipava il Capitolo Cattedrale potevo notare che i Preti stessi di Molfetta parlottavano fra di loro cosa che non succedeva altrove». Ultimamente però questa poca serietà durante le processioni tende ad allargarsi. «Negli ultimi anni il comportamento dei confratelli della Morte è cambiato in meglio in quanto durante il mio priorato ho fatto in modo che vi fossero dei confratelli preposti alla preghiera. Non sono però responsabile dei comportamenti delle altre confraternite che rispondono a me per quanto riguarda il rispetto degli orari, il passo dei portatori e il decoro della processione. A mio avviso per sensibilizzare il comportamento degli altri confratelli occorrerebbe che i relativi padri spirituali facessero la stessa azione che sta facendo il nostro don Francesco Gadaleta. Infatti non in tutte le confraternite il padre spirituale è attento come il nostro alla propria confraternita seguendola più da vicino e avendo cura soprattutto della buona riuscita della processione». Infatti abbiamo notato come, tra i confratelli della Morte, si siano distribuiti durante le processioni dei cartoncini con le regole da tenere e la preghiera del Vexilla che non tutti conoscono. Qual è il rito che sente di più e quale pensa che sia più sentito dai molfettesi? «Il Settenario dell'Addolorata che penso sia anche il più sentito dai molfettesi». La gente è molto affascinata dal rito della vestizione dell'Addolorata, come avviene? «E' vero che questo rito affascina parecchi però proprio perché si tratta della vestizione di una Madonna e, non essendo un rito mediatico ma un atto di devozione, va svolto secondo determinate regole che hanno lo scopo di mantenere la riservatezza. Sono preposte alla vestizione della Madonna le mogli dei tre amministratori della confraternita e l'Associazione femminile rappresentata dal consiglio e dalle zelatrici; al di fuori di queste il Priore si riserva il diritto di invitare chi ritiene giusto a condizione che si tratti pur sempre di donne». Quando avviene questo singolare ed affascinante rito? «Il martedì antecedente il venerdì in cui comincia il Settenario dell'Addolorata. In questo giorno la Pietà, che è rimasta sull'altare durante le prime quattro domeniche di Quaresima in cui è stato effettuato il Pio esercizio, è sostituita dall'Addolorata che nell'occasione viene vestita per la processione. La vestizione consiste nel cambiarLe gli indumenti che si trovano sotto la veste nera e di cambiarLe anche quest'ultima. Infatti la Madonna ha due vesti nere: quella con cui viene esposta durante l'anno e quella con cui viene portata in processione. La domenica delle Palme invece si ricambiano i vestiti dell'Addolorata riponendola al suo posto e si effettua la stessa operazione di vestizione per la Pietà». Quando viene effettuato il sorteggio dei portatori? «Sempre la domenica antecedente la processione dell'Addolorata ovvero la domenica di passione e in quest'occasione si stabilisce chi dovrà portare l'Addolorata e chi la Pietà». Sono richiesti dei requisiti particolari per partecipare al sorteggio? «La domanda per partecipare al sorteggio (o bussola) la possono presentare tutti i confratelli in regola con il pagamento dell'annualità e che siano iscritti da almeno tre anni. I confratelli che vogliono partecipare devono costituire anche una coppia di uguale altezza». Come avviene questo sorteggio? «Dalla prima domenica di Quaresima sino alla quarta si presentano le domande per parteciparvi. In base al numero delle domande pervenute si inseriscono nella bussola tante palline quante sono le domande e ne vengono estratte nove per l'Addolorata e nove per la Pietà. Ogni pallina corrisponde ad una coppia. Le coppie pero devono essere dodici per entrambe le statue. Quindi per ogni statua rimangono tre coppie da assegnare. Queste vengono assegnate annualmente di diritto in base ad una speciale graduatoria che tiene conto dei maggiori ritardi nell'essere estratti; per cui quando per sfortuna non si esce per molti anni di seguito vi è sempre la possibilità di essere ripescati in base a suddetta graduatoria». In che maniera vengono stabilite le cifre da pagare per i portatori delle due Madonne? «Le cifre sono grosso modo sempre le stesse e sono deliberate dall'assemblea dell'Arciconfraternita della Morte su proposta del Priore. Pertanto la domanda per partecipare al sorteggio ha il costo di 100 euro a coppia, mentre per chi per sua fortuna è sorteggiato come portatore è previsto un costo di 250 euro da intendere sempre per coppia». Essendo Lei anche confratello dell'Arciconfraternita di S. Stefano saprebbe dirmi se è più oneroso essere portatore del simulacro di Cristo morto o delle due Madonne? «Le cifre da pagare coincidono in entrambe le confraternite». Come mai qualche tempo fa lei ha indetto una votazione al fine di stabilire l'orario di uscita della processione della Pietà?«Il sabato Santo liturgicamente dovrebbe essere una giornata di silenzio e questa giornata viene un po' occupata pienamente dalla processione della Pietà che si ritira intorno alle 21.30. Se invece la processione fosse uscita alle 5 del mattino per ritirarsi alle 14.45 circa si riteneva che la gente avesse avuto un po' più tempo per prepararsi alla veglia pasquale. Questo è in poche parole il motivo della votazione ». Non sarebbe stata meglio proporre una votazione per spostare la processione della Pietà secondo il suo antichissimo orario con uscita all'una di notte del sabato santo? «Conoscendo bene i confratelli sapevo in partenza che avrebbero trovato difficoltà a partecipare alla processione che si sarebbe svolta quasi interamente in notturna per svariati motivi. Quindi la proposta sarebbe stata rigettata subito. Io personalmente sono favorevole alla processione della Pietà all'una di notte, ma a volte chi comanda non può fare di testa propria ma deve tenere conto di quello che vogliono fare gli altri e non mi permetto nemmeno di fare una proposta del genere». Avrebbe intenzione di cambiare il percorso delle processioni per raggiungere zone nuove visto che la città si sta allargando ma l'itinerario è sempre lo stesso di una volta? «No, nella maniera più assoluta. La buona riuscita di queste processioni deriva proprio dal fatto che non si effettuano mai cambiamenti e quindi non c'è motivo di allungare il loro tragitto per portarle in nuove zone. A mio avviso le persone che abitano nelle nuove zone vengono benissimo a vedere le processioni nei percorsi in cui si svolgono da sempre». E' da poco passato il 50° anniversario della morte del grande scultore Giulio Cozzoli autore della maggior parte delle statue che l'Arciconfraternita della Morte porta in processione. Sarebbe stato bello che, per rendere omaggio ad un grande dell'arte molfettese e non, la processione della Pietà avesse deviato da Corso Margherita per passare dinanzi alla sua antica abitazione. Cosa ne pensa? «E' la prima volta che qualcuno mi pone questo interrogativo in quanto questa proposta non è mai stata pensata da nessuno. Noi comunque abbiamo commemorato l'artista in tante maniere come la cittadinanza ha potuto apprezzare». È nelle sue intenzioni far sfilare in processione la Maddalena appena restaurata? «Questa cosa non dipende dal desiderio del Priore o da quello dell'arciconfraternita ma dalla famiglia Cozzoli che ne è proprietaria e che non la cederebbe mai. Anche se si volesse, bisognerebbe sottoporre la proposta all'approvazione ecclesiastica che già tempi addietro nella persona del Vescovo Achille Salvucci non approvò la statua per i motivi che tutti conosciamo. Quindi non sarebbe giusto tentare di far annullare la decisione di un Vescovo precedente». La notte in cui si è tenuta la processione della Croce quest'ultima non è entrata nella chiesa di S. Stefano. Perché? «Fino al 1975 la porta della chiesa di S. Stefano non si è mai aperta ma la Croce sostava davanti. Dal 1975 per tutta una serie di circostanze si decise di aprire la porta e di farvi entrare la processione fino al 2007. Quest'anno invece il portone della chiesa è rimasto chiuso per motivi che io non conosco e, come si dice alla molfettese “porta chiusa, visita fatta”, ho fatto proseguire la processione». Qualcuno ha parlato di una chiave smarrita. «Ho sentito anch'io parlare di una chiave smarrita, ma queste sono le cose che si dicono con il senno del poi. Se qualcuno quella notte mi avesse avvisato della chiave io avrei fermato la processione dinanzi al portone in attesa di sviluppi». Come mai la Confraternita di S. Stefano è chiusa a chi decidesse di farne parte a differenza di quella della Morte? «Questo è un mito da sfatare. La confraternita di S. Stefano è aperta ha tutti a seconda comunque del numero che ogni anno viene messo a disposizione, considerando le necessità, per le nuove iscrizioni. Non è assolutamente vero che, per iscrivervi, bisogna essere in possesso di un elevato titolo di studio come si dice in giro». Quando avviene il sorteggio dei portatori di Cristo morto presso l'arciconfraternita di S. Stefano? «La domenica delle Palme ». Come mai quando le processione dell'Addolorata e della Pietà si ritirano non vengono più spente le luci attorno alla chiesa? «Nella tradizione della confraternita della Morte non si sono mai spente le luci alla ritirata fino ad una decina di anni fa. Da quando sono io Priore si è deciso di non spegnerle più visto che le nostre due Madonne, avendo un manto scuro risaltavano poco al buio a differenza delle statue dei Misteri che hanno corpi chiari. Lo si anche deciso per motivi di ordine pubblico». Sono previsti dei lavori di restauro per le statue dell'Arciconfraternita della Morte? «Subito dopo Pasqua le statue verranno restaurate, inviandole una alla volta presso lo studio di Valerio Iaccarino di Andria». Concludendo un suo pensiero per i prossimi giorni che vedranno l'intensificarsi dei riti quaresimali in virtù della vicinanza della Settimana Santa. «L'unico pensiero che faccio per ciò che riguarda i riti che si svolgeranno senz'altro perfettamente come negli anni passati, essendo già molto collaudati. Mi auguro soltanto che non piova»
Autore: Francesco Tempesta
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