I primi caduti molfettesi nella II Guerra Mondiale
Con l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania il 10 giugno 1940 incominciarono i primi lutti tra la popolazione italiana e non furono immuni da tali disgrazie anche le famiglie di Molfetta. All’uopo si mobilitò il Fascio Femminile locale che con una lettera del 5 agosto 1940, la segretaria Anna Calò inviò al Prefetto di Bari un elenco delle famiglie i cui congiunti erano caduti per l’onore della patria chiedendo un sussidio. Diamo l’elenco dei primi caduti: “1) SANCILIO MAURO (caduto 12/6 Tobruk) ha lasciato un fratello (Cosmo) già a carico, studente, monco della mano destra il quale chiede aiuti per poter frequentare l’ultimo corso Magistrale Superiore. Domicilio: Via Piazza n. 59. 2) ALTOMARE DAMIANO (R. N. Bolzano) ha lasciato la mamma malata di cuore, il padre Mauro vecchio affetto da forte congiuntivite e tre fratelli minori. Domicilio: Via Cappellini n. 18. 3) FARINOLA CORRADO (Sommergibile “Argonauta”) ha lasciato la moglie (Rosaria Farinola) con una bimba di quattro anni. Caso pietoso. Domicilio: Via Assunta n. 27. 4) BRUNO ONOFRIO (Piroscafo “Angiullin”) ha lasciato la moglie Minervini Vittoria con quattro figli minorenni. Questa, dalla Compagnia di navigazione da tre mesi antecedenti alla morte del marito non percepiva la paga, né oggi può avvalersi del sussidio spettante alle famiglie dei richiamati poiché era in servizio della Marina Mercantile non militarizzato. Caso pietoso. Domicilio: Via Capotorti n. 53. 5) DE ROBERTIS NICOLA (Sommergibile “Diamante”) ha lasciato la madre Modugno Teresa vedova ed un fratello internato non si sa dove. Domicilio: Via S. Alfonso n. 53. 6) NAPPI GIROLAMO (Sommergibile “Uebi Scebeli”) ha lasciato il padre (Carmine) e madre con sette figli di cui uno è richiamato. Famiglia disagiatissima. Domicilio: Via Giovinazzo n. 27. 7) PETROLI PASQUALE (16/7 Colleoni) ha lasciato il padre (Mauro) e madre con sei fratelli. Domicilio: Via S. Orsola n. 41. 8) AZZOLLINI MARINO (16/7 Colleoni) ha lasciato la madre vedova (Luigia de Stena) con un fratello. Domicilio: Vico III Madonna dei Martiri n. 24. 9) GADALETA SALVATORE (16/7 Colleoni) ha lasciato il padre (Giovanni) e madre con sei figli a carico. Domicilio: Via S. Alfonso n. 18. 0) DE PALMA LUIGI (16/7 Colleoni) ha lasciato il padre (Antonio) e madre con quattro figli. Uno di questi di anni 17 è rachitico e demente. Domicilio: Via P. Matteucci n. 110.” Diamo alcune sommarie notizie sulle navi coinvolte negli eventi accaduti. Gli incrociatori Bolzano e Colleoni parteciparono alla battaglia di Punta Stilo il 9 luglio 1940 e furono colpiti entrambi da navi inglesi. L’Angiulin era un piccolo piroscafo costruito nel 1904, di 873 tls; immatricolato al Compartimento di Genova al n. 1839; apparteneva all’armatore Ravano di Genova. Non fu requisito dalla Regia Marina. La notte tra il 9 e 10 giugno 1940 in navigazione da Licata a Napoli affondò probabilmente incappando in una mina vicino a Capo Granitola in Sicilia. Il sommergibile Argonauta, varato nel 1932, il 27 giugno 1940 salpò da Tobruk per Taranto e non si ebbero più notizie. Il sommergibile Diamante, varato nel 1933, il 27 giugno 1940 fu inviato a Tobruk. Fu intercettato dal sommergibile inglese Parthian e fu affondato. Relativamente al marinaio de Robertis siamo riusciti a sapere che il fratello Giuseppe fu internato in Messico nel 1940, era imbarcato sulla motocisterna Americano. Il sommergibile Eubi Scebeli, varato nel 1937, il 29 giugno 1940 in trasferimento da Taranto a Derna fu avvistato da tre caccia inglesi: Dainty, Defender e Ilex, fu colpito e affondato. Una parte dell’equipaggio si salvò. © Riproduzione riservata ————— Bibliografia: Archivio Stato Bari, Prefettura, III versamento, busta 72: Fondo Capitaneria di Porto di Molfetta, Registro delle matricole gente di mare n.8914. Ufficio Storico della Marina Militare, Navi Mercantili Perdute, Roma 1997, p. 32. P. Trizio, Il marinaio Damiano Altomare, «Marinai d’Italia », 2011, n.3, p.28. All’Altomare il 16-4-2016 è stata intitolata la Caserma della Guardia Costiera di Molfetta. Ringrazio l’amico Pasquale Trizio per avermi segnalato il documento.
Autore: Corrado Pappagallo