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I politici e il messaggio del 17 marzo per l'unità d'Italia
18 marzo 2011

17 marzo 2011 ricorrenza del terzo Giubileo dell’Unità d’Italia. Una “festa” spuntata, diciamo così, all’ultimo momento, visto che il dibattito sull’opportunità di fermare tutte le attività della Nazione, in un giorno feriale (non previsto nei budget delle aziende) si era articolato per lungo tempo: non sembrava opportuno ad una larga classe di Italiani inserire una festività imprevista. Poi la decisione – non condivisa solo da alcune formazioni politiche anche di Governo: il 17 Marzo è festa nazionale!

 Sulla base delle premesse, pareva quasi a tutti che questo evento – ancorché curato da un alto Personaggio delle Istituzioni quale il Presidente Giuliano Amato - dovesse passare …all’Italiana, con le attività ferme, i negozi chiusi – TUTTI, anche quelli che restano aperti tutto l’anno - ma con gli Italiani che “godevano” della pausa in modo normale e senza particolare partecipazione: Previsione (almeno da parte nostra) completamente sbagliata!.
 
La solennità si è aperta al mattino presto con le cerimonie, largamente partecipate dai Cittadini, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, in alcuni luoghi simbolo dell’Epopea risorgimentale: a Roma Gianicolo, con i monumenti a G. Garibaldi ed alla sua eroica compagna Anita; visita del Capo dello Stato all’Altare della Patria – una cerimonia un po’ demodé, direbbe qualcuno - ma che invece ci è sembrata estremamente coinvolgente, specie nel finale con lo spettacolare sorvolo delle Frecce tricolori sul Vittoriano e l’atmosfera di viva partecipazione di TUTTI all’evento. A questo è seguito l’omaggio alla tomba del Re, fautore dell’Unità d’Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia, al Pantheon. Infine la mattinata densa di eventi importanti, si chiudeva con il discorso del Presidente Napolitano a Camere riunite, dove spiccava la solita assenza dei Parlamentari Leghisti, la cui “rappresentanza” era retta dal Ministro Bossi ed alcuni altri: del tutto assenti alcuni sottosegretari di stato e la maggioranza dei parlamentari (una piccola digressione polemica – ridondante, direbbe qualcuno - ma noi preferiamo sottolinearla: questi signori si considerano non Italiani, ma padani, però lo stipendio e non solo quello lo percepiscono dal Parlamento italiano). Più o meno le stesse cerimonie, con la stessa entusiastica partecipazione popolare, nelle altre Città, grandi e piccole!
 
Nella nostra Molfetta, la solennità è stata molto “intensa”: già nei giorni precedenti, su molti balconi sono spuntate delle bandierine tricolori (che di solito, nella visione del nostro – di noi Italiani in generale – spirito patriottico, compaiono solo durante un EVENTO SPORTIVO: i campionati mondiali o europei di calcio!) segno che alcuni cittadini avevano capito l’importanza dell’Evento, ben al di là della festa “pagata”; è stata una piacevole sorpresa. In mattinata, si è formato un corteo costituito da alunni delle scuole, persone comuni, rappresentanti di Enti morali, ed Autorità che, preceduti dalla Banda municipale al completo, hanno deposto corone di alloro, insieme a dei pannelli evocanti alcuni degli articoli fondamentali della nostra Costituzione repubblicana, sui monumenti simbolo risorgimentali della Città: Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II, Caduti. Anche qui, l’emozione è stata tanta!
 
Possiamo dire che in tutta Italia, anche nelle “roccaforti” leghiste, più aliene all’idea di Nazione italiana una ed unita, i festeggiamenti sono stati all’altezza dell’evento.
 
Il tutto è culminato poi, in serata con lo spettacolo lirico al Teatro dell’Opera di Roma! Che atmosfera, che emozione intensa: Napolitano (al cui cospetto, anche la presenza un po’ stupefacente del Premier – che ha sempre regolarmente snobbato certi eventi - diventava di contorno, ma non solo per …l’inadeguatezza di quest’ultimo, ma per la statura morale, civile del Presidente e dell’affetto che il Popolo gli ha dimostrato e riconosciuto), Muti, VERDI – con il suo Nabucco – Nucci con il suo straordinario repertorio di grande artista della lirica, tutto il cast …; l’atmosfera creata dal dramma lirico in sé stesso (che nulla ha a che fare con la rozza “accoppiata” che ne fa la Lega nord, nelle sue rivendicazioni!).
Una serata, una giornata memorabili, indimenticabili, sentita da noi e, ne siamo convinti, dalla stragrande maggioranza degli Italiani, in modo assoluto e che forse ci ha avvicinati all’idea fondante della nostra Unità d’Italia: un Popolo, una Nazione che anche nel mare magnum delle sue contraddizioni, anche nel disincanto generato dalle condizioni civili, politiche, morali, etiche e pratiche, degli eventi che tutti i giorni ricadono sotto i nostri sensi, ha trovato si spera non per un solo giorno, la sua “bussola”. Persino alcuni Principi della Chiesa, invitati istituzionali ai festeggiamenti di un evento storico che tanti problemi ha creato nei rapporti fra lo Stato laico e la Chiesa secolare, sono stati presi nell’entusiasmo degli eventi medesimi: sono stati visti cantare l’Inno di Mameli!
 
Da domani torneremo a fare i conti con la quotidianità non banale, ma frustrante. I nostri problemi economici, di democrazia, dei Giovani, dei disoccupati, del bilancio familiare, delle leggi ad personam, degli scandaletti e scandaloni che ci affliggono, di piccole e grandi ingiustizie e prevaricazioni, da un futuro sempre più …indefinito?. Insomma “torneremo a casa” dopo la bella, avvincente “scampagnata” civile del centocinquantesimo. Torneremo a parlare della tragedia giapponese – un grande civilissimo Paese – molto lontano da noi, ma molto vicino a noi non solo per la dovuta solidarietà nella sventura, ma che anche in questo terribile quadro dovrà servirci per “riflettere” sulle prossime scelte che faremo da noi (nucleare sì – nucleare no!). Torneremo a fare i conti con il dramma libico e con le ricadute che inevitabilmente ci saranno per noi Italiani. Ci troveremo a fronteggiare l’incubo dei migranti, il dramma dell’isola di Lampedusa, dove a fronte di una popolazione residente di circa seimila persone, vi sono per il momento “stipati” (si stipati letteralmente in un centro capiente ottocento persone) ben duemilacinquecento nostri fratelli in fuga, senza che ancora nessuno di quelli che …comandano, abbia detto che cosa fare (le tendopoli… è pazzesco!), perché non sanno che cosa fare, occupati come sono in ben altre faccende.
 
La festa è passata! Ma siamo convinti che qualcosa, dopo il 17 Marzo 2011, sia rimasto in tanti di noi Italiani che continuiamo a credere nella Giustizia (UGUALE PER TUTTI e non come la si vuole rendere: più …uguale, per alcuni!); nella Nazione unita Italia, dalle Alpi a Lampedusa, dove TUTTI siamo Italiani con eguali diritti ed eguali doveri, dove i Giovani (e non solo loro) devono essere educati alla vita, attraverso la cultura ed il rispetto delle regole, da una Scuola statale PUBBLICA adeguata (anche con la presenza “opzionale” di una scuola privata, per chi se lo può permettere), dove questi nostri figli trovino, una volta che si “affacciano” alla vita civile, uguali opportunità che faranno sì che i migliori primeggino, senza NULLA TOGLIERE ai meno capaci; dove la nostra Costituzione – ben sufficiente così com’è (salvo leggeri ritocchi, concordati e condivisi da TUTTI per le mutate situazioni storico sociali) – fornisce a noi Cittadini la garanzia di uno Stato, con i suoi difetti, limiti e quant’altro, che funzioni al servizio di tutti.
 
Il Governo in carica, i suoi Ministri, il Premier, le Alte cariche istituzionali, le Opposizioni, avranno capito quello che noi Cittadini vogliamo? Avranno recepito il meta-messaggio che la nostra “convinta partecipazione” all’anniversario del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, ha lanciato? Si adopereranno da subito a garantirci i diritti sanciti dalla Costituzione repubblicana dell’Italia unita; a reprimere, con la giusta severità, le violazioni che compiamo ogni giorno, in danno della Comunità; a farci sentire, con l’esempio che chi è stato investito del “primato fra pari”, deve dare sempre in ogni momento, il senso di attaccamento alla nostra Italia, che non dimentichiamolo, è stata unita da GIOVANI che credevano in certi ideali e che NON DEVE essere divisa per interessi minimali.
 
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Autore: Tommaso Gaudio
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".. uguali opportunità che faranno sì che i migliori primeggino, senza NULLA TOGLIERE ai meno capaci..." Vedi egregio Tommaso Gaudio ho la sensazione che continui a pensare di vivere negli anni '80-'90 del secolo scorso, quando con il consociativismo parlamentare abbiamo deciso, tutti quanti, di mettere le mani nelle tasche delle giovani generazioni, facendo esplodere il deficit pubblico a livello stratosferico. Non puoi pensare, a parità di risorse disponibili, di premiare i migliori senza togliere nulla ai meno capaci, ai quali comunque va garantita pari opportunità. Le risorse per premiare i più meritevoli, senza togliere nulla ai meno capaci, potrebbero essere recuperate migliorando ed incrementando i livelli di produttività, a livello di singole aziende e di sistema paese. Ma, sulla produttività abbiamo ancora nelle orecchie le polemiche scaturite a seguito degli accordi sottoscritti in casa Fiat. Sicuro: una parte delle risorse per riconoscere e finanziare il merito potrebbero essere recuperate con una seria lotta all'evasione fiscale, ma rimane il punto: si deve partire dalle risorse disponibili. Quello che sta succedendo in Puglia, sulla Sanità, (non voglio entrare nel merito delle questioni sulle quali è incentrato l'interesse della Magistratura) è emblematico: a prescindere dalle risorse disponibili si idealizzano livelli e qualità di sevizi da erogare alle popolazioni Pugliesi. Risultati: ticket, tasse sulla benzina, aumento dell'Irpef ed in ultimo il rischio concreto di essere commissariati per manifesta incapacità a gestire processi e dinamiche socio-economiche che non si governano con la poesia ma con i numeri e professionalità. Tutto ciò è possibile, anche e soprattutto con la Sinistra come protagonista: facciamoci un giro in Emilia, in Toscana, in Umbria; ma anche in Lombardia, in Piemonte, ecc, ecc. Un caro saluto.


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