I misteri della ministra Cancellieri e la “ragion di popolo”
In un mio precedente pensiero sulla vicenda, ancora piuttosto torbida, che vede coinvolta un’alta carica dello Stato – la ministra della giustizia Anna Maria Cancellieri – concludevo la riflessione con una domanda retorica riguardante l’eventuale stupore che si prova dopo le elezioni, siano esse politiche, amministrative o europee, per il basso numero di votanti che hanno espresso il voto. Infine evocavo, contravvenendo alla mia indole di base, di rifiuto della violenza per far prevalere anche il diritto, possibili – speriamo NO – falli di reazione: azioni sconsiderate di chi, nei momenti di confusione che stiamo attraversando, potrebbe approfittarne per instaurare climi ancora più tesi di quelli che già ci affliggono.
Il “caso” Cancellieri, ben lungi dall’essere considerato archiviato dopo la difesa in Parlamento e la …fiducia accordata alla ministra dalla compagine di Governo, in modo bipartisan, è ancora bollente. Le nuove rivelazioni che smentiscono platealmente quanto dichiarato dall’interessata, sia in sede di interrogatorio in Procura, sia in sede parlamentare, aggiungono ulteriori particolari che demoliscono l’immagine fornita dell’intervento umanitario, fatto dalla ministra, anche per la signora Ligresti. La signora in parole è stata condannata, con la formula del patteggiamento, a oltre due anni di reclusione (per cui tecnicamente riconosciuta colpevole e condannata senza ricorsi), per gli illeciti gravi accertati sulla Società di cui ella era un alto dirigente. Nonostante ciò, essendo ancora, dopo la scarcerazione dalla detenzione, in regime di carcerazione domiciliare, ella è stata vista fare acquisti in centro a Milano. Stendiamo un velo sulla ennesima violazione: siamo a questo nella nostra sfortunata Nazione. Parliamo di questo secondo atto in questa sporca vicenda che, le cronache di un quotidiano sta svelando: La ministra Cancellieri ha mentito e, probabilmente mente ancora!
A fronte del montare dell’indignazione, sembra che Premier (Enrico Letta) e Presidente della Repubblica (Giorgio Napolitano), vogliano tutelare la ministra.
La motivazione di questo curioso (è un attributo che non rende totalmente l’idea dell’assurdità della posizione, da parte di due altissime Istituzioni dello Stato) sarebbe la famigerata Ragion di Stato? Se così fosse, allora domando: quando, nella nostra sfortunata Nazione, vedremo anche prevalere la “RAGION DI POPOLO”? Quella che, insieme alla Ragion di Stato, dovrebbe far sì che la Nazione sia una DEMOCRAZIA compiuta?
Una Nazione nella quale chi abusa della propria posizione di potere, che gli è stato conferito appunto per ragion di stato, non ne approfitti per commettere anche azioni … border line, si chiami egli signor Berlusconi, signora Cancellieri o chi altri.
In questa vicenda, i difensori del sig. Silvio Berlusconi (ancora Senatore della Repubblica), propongono un … parallelo piuttosto ardito, equiparando la “vicenda Cancellierei – Ligresti” alla squallida “vicenda Berlusconi – nipotina del Presidente egiziano Mubarak”, per invocare un medesimo trattamento per i due personaggi. Invertendo però arbitrariamente la prospettiva, si potrebbe anche valutare il parallelo, in forma negativa. Mi spiego: entrambi hanno (sembra, a quanto pare) abusato dei loro poteri; entrambi rifutano (il primo in modo plateale) , la seconda, evocando ragioni di umana solidarietà, l’ipotesi di avere commesso illecito, aggravato appunto dalla loro posizione. Resta tuttavia un fatto: chi ha goduto del frutto di queste azioni, non è il “comune mortale”, l’uomo della strada, il Cittadino che lavora (se ne ha la possibilità, dati i tempi), che paga le tasse, che cerca di barcamenarsi nei casi che, la vita di tutti i giorni, offre. Chi ha usufruito di questi trattamenti sono persone, per i più diversi aspetti, “vicine” al potere!
La difesa della ministra, come detto, ha avuto, in Parlamento, carattere bipartisan. Evidentemente per ragioni non coincidenti.
Il signor Massimo D’Alema, dall’alto della sua navigata esperienza di fatti opachi, addirittura sancisce: “non ha compiuto (la ministra) illeciti; illecita è la pubblicazione delle telefonate!”.
Dove è allora la differenza fra questa tesi e quella propugnata dai difensori del sig. Berlusconi? Come può, il famoso “comune mortale”, cogliere la sottilissima differenza, che solo un sofisticato politicante come il signor D’Alema intuisce, fra le due situazioni?
Vale allora quello che tutti, la maggior parte dei Cittadini pensano, sempre più ad alta voce: che altro deve succedere, per far sì che l’elite al potere capisca che non se ne può più di alcuni dei loro comportamenti?
Un’ultima notazione sulla ministra Cancellieri: abbia o no commesso una flagrante violazione dell’etica politico/istituzionale (lei, e non solo lei, dice no), dopo le polemiche che comunque hanno segnato la sua carriera, onestà istituzionale, se non proprio intellettuale, vorrebbe che si fosse dimessa dall’incarico.
Così abbiamo un Guardasigilli dimezzato che, nel presentarsi nei più alti consessi, non solo Italiani, verrebbe forse… apprezzata non in modo uniforme dagli interlocutori e certamente non per i suoi meriti pregressi.
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Autore: Tommaso Gaudio