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I medici: nessuno ci ha consultati
15 settembre 2002

Camici bianchi senza voce. Questo piano di riordino regionale passerà alla storia per non aver dato ascolto ai principali operatori del settore. Nessuna consultazione, nessun incontro preparatorio con i medici ha preceduto la redazione definitiva del piano. Fitto dice: “Dopo il 26 luglio, data di approvazione della bozza abbiamo chiesto il parere dei medici e delle associazioni di categoria”. Sì, ad appena sei giorni dall'approvazione definitiva (2 agosto). In poche ore i camici bianchi, in piena estate e clima vacanziero, avrebbero dovuto studiare pagine e pagine di numeri, indici, indicatori, cifre, percentuali. Esprimere valutazioni e comunicarle alle autorità competenti. Naturalmente tutto ciò non è mai accaduto. E il silenzio degli operatori, unica scelta legittima e onesta dati i tempi imposti, è diventato agli occhi del governatore un completo assenso. Eppure di osservazioni e critiche al piano, adesso, a più di un mese dall'approvazione, sono pieni interi faldoni, relazioni, documenti e comunicazioni ufficiali a firma di medici e associazioni. Come l'Anaao (Associazione nazionale aiuti e assistenti ospedalieri) che ha espresso serie perplessità sulle “scelte concrete che disegnano il mosaico della nuova sanità pugliese”. Preoccupazione per gli indicatori di efficienza usati, per il depotenziamento dei pronto soccorsi, per il pericolo di vedere inutilizzate strutture di qualità e a norma di legge. “Attivare e disattivare reparti senza tenere conto degli indicatori di qualità: è questo il grande equivoco del piano di riordino ospedaliero regionale”, spiega il dott. Carlo Volpe, segretario aziendale Anaao e medico cardiologo dell'ospedale di Molfetta. “Appropriatezza dei ricoveri, indice di attrazione delle strutture, competenze tecnico scientifiche degli operatori, indicatori epidemiologici: tutto questo non è stato affatto considerato ai fini del riordino ospedaliero”. Insomma, solo freddi numeri e per giunta neppure così attendibili. “Aver raccolto dati inerenti al solo 2001, non aver tenuto conto delle sospensioni periodiche di numerosi posti letto a causa della carenza di personale o della chiusura temporanea delle sale operatorie per lavori in corso, ha generato inevitabili errori di valutazione”. Un esempio? Tra i dati elaborati dall'Ares e pubblicati nella delibera di approvazione del piano, si legge che il reparto di chirurgia generale di Molfetta disponeva di 25 posti letto e che per questo l'indice di occupazione è risultato pari al 72,26%: in realtà “in quel reparto – precisa il dott. Volpe - i posti letto effettivamente disponibili erano 18” e quindi quella percentuale andrebbe a incrementarsi. Così anche per ostetricia e ginecologia dove l'Ares segnala la disponibilità di 9 posti letto e dove in realtà già a luglio erano possibili solo 5 degenze, prima della totale sospensione del reparto avvenuta a dicembre. Anche per pediatria il dato di 7 posti letto non sarebbe veritiero perché i posti disponibili in realtà erano 3. Il dibattito sulle responsabilità dei dati inesatti è ancora in atto. Quel che è certo è che questo piano di riordino non soddisfa la maggior parte dei medici. Molfettesi compresi. Resta, tuttavia un importante nodo da sciogliere: perché mai i cittadini molfettesi negli ultimi anni hanno scelto di curarsi altrove? Dove stanno le ragioni del basso indice di attrazione esercitato da questo ospedale sull'ampio bacino d'utenza? “In questi anni a Molfetta sono mancati i nomi di richiamo, le equipe di fama che sempre attraggono pazienti nelle strutture ospedaliere”, riconosce il dott. Volpe. “Anche le carenze strutturali hanno fatto la loro parte: la mancanza di attrezzature diagnostiche fondamentali come la Tac, la risonanza magnetica, inspiegabilmente assenti a Molfetta da sempre, unico esempio nella Ausl Ba/2”. Infine la mancanza di interazione tra medici ospedalieri e medici curanti. “Parte delle responsabilità dell' elevata mobilità passiva di pazienti molfettesi è dovuta al rapporto difficile tra due categorie che storicamente in questa città non si sono mai integrate”. Massimiliano Piscitelli TABELLE Prima del riordino Ospedale di Molfetta Ospedale di Bisceglie Reparti P.L. Acuti P.L. day hospital P.L. Acuti P.L. day hospital Totale Chirurgia generale 25 3 21 3 52 Medicina 35 4 24 2 65 Nefrologia 8 2 0 0 10 Ortopedia e traumatologia 28 0 24 0 52 Ostetricia e ginecologia 9 1 18 2 30 Pediatria 7 1 5 1 14 Urologia 10 2 0 0 12 Malattie dell'apparato respiratorio 0 0 0 0 0 Psichiatria 0 0 15 1 16 Neurologia 0 0 0 0 0 Unità terapia intensiva coronarica 0 0 0 0 0 Riabilitazione respiratoria 0 0 0 0 0 Lungodegenza 0 0 0 0 0 Malattie infettive tropicali 0 0 36 4 40 Oncologia 0 0 4 1 5 Totale 122 13 147 14 296 Dopo il riordino Ospedale di Molfetta Ospedale di Bisceglie Reparti P.L. Acuti P.L. day hospital P.L. Acuti P.L. day hospital Totale Differenze Chirurgia generale 0 5 32 0 37 -15 Medicina 50 0 0 0 50 -15 Nefrologia 0 0 0 0 0 -10 Ortopedia e traumatologia 0 0 37 0 37 -15 Ostetricia e ginecologia 0 0 32 0 32 +2 Pediatria 0 4 16 0 20 +6 Urologia 0 0 23 0 23 +11 Malattie dell'apparato respiratorio 20 0 0 0 20 +20 Psichiatria 15 0 0 0 15 -1 Neurologia 20 0 0 0 20 +20 Unità terapia intensiva coronarica 4 0 8 0 12 +12 Riabilitazione respiratoria 20 0 0 0 20 +20 Lungodegenza 68 0 32 0 100 +100 Malattie infettive tropicali 0 0 40 0 40 0 Oncologia 0 0 0 0 0 -5 Cardiologia 0 0 12 0 12 +12 Totale 197 9 232 0 438 +142
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