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I grandi misteri della nostra esistenza: l'aumento dei prezzi in particolari occasioni
22 dicembre 2013

Come ogni sabato, lo faccio da anni, al mattino mi reco al Cimitero per portare dei fiori ai Cari defunti. Di solito acquisto un bouquet già preparato, formato da tre anthurium, allestite con dell’erba “nebbiolina” e un altro po’ (ma veramente poco!) di verde decorativo, il tutto avvolto in tessuto, non tessuto, della consistenza della garza: prezzo € 5,00.

Questa mattina, come mio solito, acquisto lo stesso  bouquet, stessi fiori, stesso allestimento, ma al prezzo di € 6,00. Chiedo all’addetto alla vendita, la ragione di questo incremento che vale esattamente, da una settimana all’altra, il 20% in più. La risposta è: sa, si avvicina il Natale (la stessa risposta l’ho avuta alla fine di ottobre, in prossimità del giorno della commemorazione dei Defunti: un altro aumento, apparentemente inspiegabile) ed i fiori, al mercato generale, ce li fanno pagare di più. Motivazione ampiamente adottata, per ogni categoria merceologica in vendita, in prossimità di eventi o festività. Quasi uno scarica barile! Presumo allora che anche il grossista abbia spuntato, in queste occasioni, un prezzo più alto, dal suo fornitore e, chissà, a domanda, abbia avuto la medesima risposta. La stessa cosa sarà successa anche al produttore, in cima alla catena di distribuzione? Forse costui, probabilmente anche in assenza di fatti rilevanti del tipo: guerre, rivoluzioni, cataclismi naturali ed artificiali, pestilenze, carestie, aumenti significativi del prezzo dei fertilizzanti o delle sementi che… si verificano immancabilmente e limitatamente in prossimità delle festività? essendo in cima alla catena… riceverà l’input di applicare l’aumento canonico dei prezzi di quel che produce, in prossimità di tali ricorrenze, e da chi?

La cosa, a parte l’aspetto risibile della motivazione e l’irritazione che ne induce, spinge a voler indagare per capire in quale punto, appunto della catena che partendo, nel caso dei fiori e/o dei prodotti della terra, dal terreno e risalendo lungo tutta la filiera che poi finisce sui banchetti del dettagliante, viene generato l’incremento del prezzo ed in che misura, con quale progressione e con quale motivazione.

Certamente non è la prima volta – ed ahimé – non sarà l’ultima che noi consumatori ci troviamo davanti a queste situazioni trascendentali, che sembrano sfuggire all’umana logica o comprensione, pur tuttavia, continuiamo a subire questi espropri che tolleriamo ormai con un fatalismo assolutamente ingiustificato. Mai che nessuno: politicante (ma quando mai?), Associazione, ente di qualsivoglia natura, Autorità di polizia, ecc. abbia mai sentito la necessità di indagare un tale fenomeno, che si ripete.

In termini assoluti, l’incremento può non sembrare esorbitante; lo è tuttavia in termini relativi, percentuali. Non mi sembra giusto!

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Autore: Tommaso Gaudio
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Un pensiero a margine del pressapochismo. Ci credo fino a un certo punto che i commercianti ci marciano e, pur di spillare un'eventuale tredicesima o quattordicesima dai consumatori, aumentino arbitrariamente il costo dei prodotti. Penso invece che sia l'implacabilità e l'andamento dei mercati a stabilirlo, con le leggi naturali tra domanda e offerta. È la scarsità dell'offerta rispetto alla domanda che fa lievitare i prezzi, nello specifico dei fiori. Durante i periodi prefestivi (si parla delle grandi ricorrenze religiose) i prezzi generalmente aumentano perché c'è il rientro degli emigrati molfettesi, si ha più tempo libero (anche per andare al cimitero) si è più propensi a spendere. Quindi c'è più domanda di acquisto rispetto all'offerta. Siccome la quantità nella raccolta dei fiori grossomodo è sempre la stessa, non basta a soddisfare tutti gli acquirenti. Così si aumenta il prezzo. Chi ci guadagna in termini di moneta è l'imprenditore. Tuttavia, per assurdo, potrebbero guadagnarci anche gli acquirenti: se l'imprenditore decidesse di non aumentare il prezzo, tutto il prodotto si venderebbe più velocemente e in questo caso ci guadagnerebbero in termini di soddisfazione i compratori tra i primi arrivati. I ritardatari invece rimarrebbero a mani vuote. C'è dunque sempre qualcuno che alla fine ci rimette. L'ideale sarebbe la realizzazione del teorema della “ridistribuzione dei beni”: comprare un fiore in meno pur spendendo la stessa cifra. E dare la possibilità, all'altro, di acquistare anche un solo fiore per deporlo sulla tomba del caro defunto.



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