I grandi misteri della nostra esistenza: l'aumento dei prezzi in particolari occasioni
Come ogni sabato, lo faccio da anni, al mattino mi reco al Cimitero per portare dei fiori ai Cari defunti. Di solito acquisto un bouquet già preparato, formato da tre anthurium, allestite con dell’erba “nebbiolina” e un altro po’ (ma veramente poco!) di verde decorativo, il tutto avvolto in tessuto, non tessuto, della consistenza della garza: prezzo € 5,00.
Questa mattina, come mio solito, acquisto lo stesso bouquet, stessi fiori, stesso allestimento, ma al prezzo di € 6,00. Chiedo all’addetto alla vendita, la ragione di questo incremento che vale esattamente, da una settimana all’altra, il 20% in più. La risposta è: sa, si avvicina il Natale (la stessa risposta l’ho avuta alla fine di ottobre, in prossimità del giorno della commemorazione dei Defunti: un altro aumento, apparentemente inspiegabile) ed i fiori, al mercato generale, ce li fanno pagare di più. Motivazione ampiamente adottata, per ogni categoria merceologica in vendita, in prossimità di eventi o festività. Quasi uno scarica barile! Presumo allora che anche il grossista abbia spuntato, in queste occasioni, un prezzo più alto, dal suo fornitore e, chissà, a domanda, abbia avuto la medesima risposta. La stessa cosa sarà successa anche al produttore, in cima alla catena di distribuzione? Forse costui, probabilmente anche in assenza di fatti rilevanti del tipo: guerre, rivoluzioni, cataclismi naturali ed artificiali, pestilenze, carestie, aumenti significativi del prezzo dei fertilizzanti o delle sementi che… si verificano immancabilmente e limitatamente in prossimità delle festività? essendo in cima alla catena… riceverà l’input di applicare l’aumento canonico dei prezzi di quel che produce, in prossimità di tali ricorrenze, e da chi?
La cosa, a parte l’aspetto risibile della motivazione e l’irritazione che ne induce, spinge a voler indagare per capire in quale punto, appunto della catena che partendo, nel caso dei fiori e/o dei prodotti della terra, dal terreno e risalendo lungo tutta la filiera che poi finisce sui banchetti del dettagliante, viene generato l’incremento del prezzo ed in che misura, con quale progressione e con quale motivazione.
Certamente non è la prima volta – ed ahimé – non sarà l’ultima che noi consumatori ci troviamo davanti a queste situazioni trascendentali, che sembrano sfuggire all’umana logica o comprensione, pur tuttavia, continuiamo a subire questi espropri che tolleriamo ormai con un fatalismo assolutamente ingiustificato. Mai che nessuno: politicante (ma quando mai?), Associazione, ente di qualsivoglia natura, Autorità di polizia, ecc. abbia mai sentito la necessità di indagare un tale fenomeno, che si ripete.
In termini assoluti, l’incremento può non sembrare esorbitante; lo è tuttavia in termini relativi, percentuali. Non mi sembra giusto!
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Autore: Tommaso Gaudio