I finanzieri scoprono colossale truffa ai danni dell'Ue: 3 denunciati
BARI – 21.5.2004
Sempre intensa l'attività del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari. Militari della Brigata di Bitonto, con l'ausilio di personale della 2ª Compagnia di Bari e della Tenenza di Molfetta, a seguito di approfondite indagini per la repressione delle frodi in danno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per interventi cofinanziati da risorse nazionali provenienti dalla legge n. 488/92, hanno eseguito numerosi provvedimenti emessi dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, dott. Francesco Cavone, a Palo del Colle, Bari e Giovinazzo.
Sono stati notificati tre avvisi di garanzia nei confronti degli amministratori e del consulente di una società di Palo del Colle, iscritti nel registro degli indagati per violazioni agli artt.110, 483 e 640 bis del C.P.; eseguite numerose perquisizioni domiciliari e locali, acquisita copiosa documentazione di interesse per lo sviluppo delle indagini.
Gli uomini della Guardia di Finanza di Bitonto hanno posto i sigilli ad una fabbrica in Palo del Colle (BA), sottoponendo a sequestro probatorio un capannone di circa 400 mq. e numerosi macchinari e attrezzature.
L'attività rientra nell'ambito di una vasta attività di indagini che gli uomini della Brigata di Bitonto, al comando del Luogotenente Simone Labombarda e diretti dal dott. Francesco Cavone, hanno in corso di svolgimento, al fine di contrastare il fenomeno dell'indebita percezione di fondi comunitari a carico del bilancio nazionale, che consente ad amministratori di imprese, con la complicità di professionisti senza scrupoli, di incamerare i fondi stanziati dalla comunità europea e dal bilancio nazionale, destinati allo sviluppo imprenditoriale e alla creazione di nuovi posti di lavoro.
La truffa è stata realizzata mediante la creazione di una impresa, operante nel settore della produzione di manufatti in plastica e tuttavia non in possesso dei requisiti previsti dalla normativa per la erogazione dei sussidi comunitari. Successivamente, con false fatturazioni di acquisto di materie prime e vendita di prodotti finiti mai realizzati e con false assunzioni di manodopera, veniva prodotta la documentazione attestante situazioni non veritiere, al fine di dimostrare la produttività dello stabilimento e quindi di percepire le quote dei contributi (oltre 500.000 euro).
I denunciati, oltre a rispondere dei reati loro contestati, dovranno restituire le somme indebitamente percepite.