I dolori della pace e le speranze del poeta Giuseppe Goffredo
Giuseppe Goffredo, poeta e scrittore ha presentato il suo nuovo lavoro “I dolori della pace”, nella libreria Il Ghigno. L’ incontro con lo scrittore è stato curato dalla professoressa Isa de Marco che ha ripercorso i momenti più salienti della carriera di Goffredo. Nato ad Alberobello, in Puglia, sin da piccolo ha coltivato la sua passione per la scrittura. Personalità poliedrica la sua vita è stata vissuta tra impegno sociale e civile. Al riguardo il poeta ha compiuto un viaggio in Iraq che lo ha portato a scrivere un diario, “Il cielo sopra Baghdad”, in cui racconta le sue sensazioni vissute in quei luoghi dove la guerra distrugge la vita di migliaia di innocenti. Per il teatro ha scritto l’opera in versi: Baghdad Baghdad. Ha curato “Da Qui”, una piccola antologia della poesia e dei poeti mediterranei e l’ antologia Poeti Circus e tante altre opere. Goffredo nutre un grande amore per la poesia, che per lui è uguale a umanità, potrebbe sembrare una formula matematica, ma consiste nella scissione che ha portato l’uomo ad una cattiva modernità. L’uomo nell’arco della sua vita è alla ricerca dell’oggetto del desiderio, è assetato di potere e alcune volte spinto dall’egoismo è portato ad eliminare l’altro. E’ doveroso ricordare, come dice Goffredo, lo sterminio degli ebrei, una razza considerata pericolosa per l’umanità perché è stata una grande potenza economica. Durante il dibattito, Goffredo ha affermato che bisognerebbe guardare l’altro come se stessi, senza pregiudizi nei confronti dello straniero. Goffredo nel suo saggio, di scrittura inquieta: è un inno alla pace, dove vive tensioni forti perché spera che la guerra e i dolori possano terminare per partorire un società pacifica. Alla presentazione del libro è intervenuto l’assessore regionale alla Trasparenza, Gugliemo Minervini che ha definito la guerra, sintomo di nevrosi: è una lotta alla stupidità: “Il nostro benessere non deve basarsi sulla morte dell’altro perché siamo uomini dotati di raziocinio e perciò dobbiamo agire per il bene della società lasciando l’egoismo, l’indifferenza, l’orgoglio che impediscono la pace tra i popoli”. Non solo negli scenari geopolitici, ma anche nella realtà locale c’è bisogno di affermare valori della Pace. Goffredo spera che il governo non lavori per interessi personali ma per la nazione affinché in Italia non ci sia la scissione tra il Nord ricco e il Sud sia il “capro espiatorio” di tutti i mali della società. Il poeta avverte e racconta nel suo libro la necessità di affermare l’identità meridionale. Il sud deve essere rivalutato perché negli ultimi anni è stavo schiavo dei problemi del Paese come la “monnezza” a Napoli. L’ incontro si è concluso con un messaggio di speranza lanciato da Goffredo ai suoi lettori: lottare per la pace affinché non ci sia il divario tra i ricchi assetati di potere e i poveri affamati. Nella parte conclusiva del libro, Goffredo nutre una grande speranza in Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti d’America. “Il suo merito è di aver posto fine al Bushismo che permetteva di avere il mondo nelle mani dell’America. Ora Obama dà voce agli uomini innocenti che vivono nella sofferenza e nella guerra. Lo scrittore si augura che Obama possa essere lo spiraglio di luce per salvare l’umanità dalla crisi mondiale dei valori, dell’economia, della civiltà.