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I dolci sapori di Pasqua
15 marzo 2005

«Ritornare con il pensiero e con le emozioni all'aria di Pasqua, questo l'intento dell'ulteriore lavoro di ricerca gastronomica di Franco Lanza. L'aria della Festa che coinvolge tutta la città; il sogno di quel fantastico mondo che c'è dietro le preparazioni gastronomiche dolciarie del periodo pasquale», scrive Giacomo Giancaspro, presidente “Associazione cuochi baresi” nella prefazione del nuovo opuscolo del maestro pasticciere molfettese. «Le bellezze artistiche, il nostro mare, il borgo, i fantastici tramonti, le campagne, il genio creativo dei grandi maestri, i musicisti, gli artigiani capaci di trasmettere di padre in figlio il loro “saper fare” rappresentano testimonianze di un passato antichissimo non solo da tutelare, ma da promuovere e valorizzare. Dentro le preparazioni gastronomiche presentate c'è un mondo straordinario, ed è questo che Franco Lanza intende comunicare ai consumatori di oggi e di domani». Ma lasciamo allo stesso maestro Lanza il compito di presentare questo suo secondo lavoro: «Dopo i consensi e i ringraziamenti ricevuti per il lavoro del “Quaderno n.1 - I dolci di Natale”, mi sono nuovamente impegnato a racchiudere in questo nuovo quaderno altre ricette della nostra tradizione dolciaria molfettese del periodo pasquale. Pur se le tradizioni della Santa Pasqua a Molfetta sono sicuramente tra le più sentite e vissute per i cittadini molfettesi, non hanno un ricco bagaglio di ricette tipiche come lo è quello del periodo natalizio. Nella nostra storia culinaria in questo periodo troviamo pochissime preparazioni dolciarie, tra cui “la scarcédde", “u cémbrélle” e “le taradde cu tagghie". Pensando di fare cosa gradita a tutti gli amanti delle cose buone, ho arricchito questo quaderno con ricette, che pur appartenendo alla nostra tradizione, sono preparate anche in altre circostanze. Inoltre ho inserito alcune nuove proposte da me ideate. Spero che anche questo mio nuovo lavoro serva a salvaguardare e a tramandare le nostre antiche tradizioni culinarie». È la speranza che hanno tutti coloro che sono amanti delle tradizioni molfettesi e che vogliono che esse siano tramandate alle future generazioni: la trasmissione orale non basta più, rischia di perdersi, solo una pubblicazione può conservare il ricordo di quella cultura gastronomica che il nostro territorio ha saputo costruire in tanti anni e che non va disperso. Eugenio Tatulli
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