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I commercianti insitono: non ci piace la zona pedonale
15 giugno 2000

La scrivente, in nome dei commercianti di Molfetta, aderenti e non alla Confesercenti, con riferimento all’articolo inchiesta a titolo “Finalmente da l° giugno a Molfetta isola pedonale ecc.”, intende esprimere alcune considerazioni in merito ad una delle interviste fatte al titolare o responsabile di un esercizio commerciale del centro urbano. Quest’ultimo affermava testualmente: “I commercianti molfettesi sono vecchi e antiquati: non hanno il senso del commercio, i loro negozi sono sporchi, bui, né invitano la gente a comprare ecc. ecc.”. Fin qui le illazioni della persona intervistata, la quale tra l’altro affermava di non essere di Molfetta perciò si è sentito/a in diritto di dire delle sciocchezze. Mi spiace aver letto che un commerciante ha così poca considerazione dei colleghi, ma posso affermare senza smentita, considerato che lavoro in questa Confederazione sindacale da 25 anni e che conosco perfettamente e la mentalità dei commercianti e i negozi di questa città che non sono certamente così come descritti dal signore/a che viene dalla grande città (forse Bari) ad esprimere giudizi sui commercianti locali di cui non conosce né la storia né la tradizione di una città fortemente imprenditoriale e il commercio ha rappresentato nella nostra città un importante punto di riferimento su tutto il territorio barese. Tuttavia riconosco, ma questo succede dappertutto, che vi sono alcuni che ragionano con logiche vecchie e che non manifestano spirito di collaborazione e di associazionismo, elementi importanti, oggi per lo sviluppo della piccola e media impresa per competere con la grande distribuzione, ma per fortuna tanti sono i giovani imprenditori molfettesi i quali hanno dimostrato una professionalità e un coraggio ad investire su un settore fortemente in crisi negli ultimi anni e nonostante ciò hanno realizzato degli esercizi che non hanno niente da invidiare alla Bari provincia. Tra l’altro devo dire, che il contenuto dell’inchiesta non era certamente quello di analizzare la luminosità o l’igienicità degli esercizi di questa città, perciò poteva esprimere la sua opinione sull’isola pedonale o sulla zona a pagamento prevista ed evitare di esprimere giudizi sulla professionalità dei colleghi. Un’ultima considerazione sul provvedimento dell’amministrazione comunale che riconosco è impopolare ma certamente non ha scaturito una guerra tra pedoni e commercianti come vuole insinuare la corrispondente di codesto periodico nell’articolo in oggetto, ma certamente tanti sono i disappunti o le lamentele che svariate categorie stanno manifestando anche con raccolta di firme, (residenti, impiegati pubblici e privati, medici, ecc.), per cui è bene sapere che la maggioranza dei commercianti si è espressa sfavorevolmente alla pedonalizzazione del Corso Umberto, chiedendo al sindaco la possibilità di parcheggiare anche sul corso, per una serie di motivazioni espresse non ultima il riferimento di esperienze simili nel passato e che non hanno portato benefici al settore commerciale, tuttavia questa associazione a nome di tutti i commercianti auspica che questo provvedimento possa smentire i dubbi legittimi di una categoria che vive momenti difficili e che fino ad oggi ha dimostrato una grande serietà di confronto su questo argomento. Corrado Minervini Segretario della Confesercenti Non entriamo nel merito della polemica tra commercianti. Le critiche rivolte da qualcuno ai propri colleghi le abbiamo registrate per dovere di cronaca, da cronisti che fotografano la realtà. La dichiarazione sulla scarsa pulizia andava registrata, così come oggi registriamo la posizione della Confesercenti. Il nostro giornale, malgrado quello che dice qualche “benpensante” a corto di argomenti o in crisi di lucidità, si sforza di raccontare i fatti (anche quando lancia qualche allarme, che può non piacere - come questa volta facciamo col cemento alla prima cala -, ma è supportato sempre da elementi di fatto). Una cosa è certa: la nostra inchiesta ha colpito nel segno. Non ci siamo limitati a scrivere opinioni a tavolino, abbiamo fatto parlare commercianti e cittadini, dando un’informazione esauriente mostrando in anteprima cartine, grattini elettronici, piante ornamentali e pass per i residenti. Per quanto riguarda la zona pedonale e i parcheggi a pagamento, restiamo della nostra opinione (anche se qualche forza politica tenta di strumentalizzare la situazione con la solita raccolta di firme): è un fatto positivo sia per i cittadini, sia per i commercianti (alcuni ci hanno confidato che gli affari oggi vanno meglio perché sono tornati a comprare molti clienti che abitano fuori dal centro e, per la difficoltà di parcheggiare, avevano preferito rivolgersi altrove). Corso Umberto deve restare libera da auto, come avviene a Corso Sparano a Bari, né devono esserci cedimenti verso categorie o gruppi, altrimenti tutto verrà vanificato. Il tempo, comunque, come sempre, ci darà ragione. L’unico timore è che, fra poco, la “zona blu” possa rivelarsi insufficiente soprattutto per via del grande numero di permessi che vengono rilasciati a residenti e operatori economici. In questo caso basterà estenderla fino alla stazione, in attesa del “fantomatico” parcheggio sotterraneo che, ottimisticamente, potrà essere realizzato non prima di 10 anni. Lasciamo giocare a palla i bambini nella villa comunale Caro direttore, sono le 19.30 del 6 giugno ed ho appena terminato di discutere con l’agente – matricola N.61 in merito alla tolleranza. Tutto è iniziato a causa dell’intervento del sig. Favuzzi, un anziano addetto alla sorveglianza della villetta antistante la scuola elementare “R. Scardigno”, il quale ha rimproverato mio figlio e alcuni suoi amici perché giocavano a pallone. Poiché c’era poca gente e, forse erroneamente, credevo che i bambini non dessero fastidio, gli ho chiesto di essere tollerante perché, non appena ci fosse stata maggior affluenza di persone , avrei provveduto io stesso a farli smettere. Il sig. Favuzzi, in un primo tempo mi è parso convinto delle mie argomentazioni, ma, appena ha visto transitare due agenti in motocicletta, li ha fermati chiedendo il loro intervento. L’agente N.61 è intervenuto e, con l’autorità conferitagli dalla divisa , ha imposto la legge: Dura lex sed lex ! Quando, durante il nostro interloquire, gli ho fatto rilevare che erano transitati diversi automobilisti senza cintura ed alcuni al volante con il telefonino, nei confronti dei quali si è mostrato mooolto tollerante, ha nicchiato e mi ha risposto che un divieto è un divieto e che lui ha l’obbligo di tutelare i beni comunali. E l’obbligo di far rispettare la legge??? Caro direttore, a parte ogni altra considerazione sulla legge, desidero chiedere al sindaco, attraverso il tuo giornale, se sia possibile che esistano vincoli tanto assurdi in un quartiere dove spazi per giocare sono molto esigui, tutto ciò alla faccia della città a misura di bambino…e, se permetti avanzo una proposta per tentare di risolvere il problema. Perché il divieto non viene posto ai maggiori, diciamo della scuola elementare? Oltretutto sono i più grandi che rovinano i giochi e riempiono la villetta di bottiglie vuote di birra. A proposito, ogni quanti giorni si deve pulire la villetta? E a chi spetta tale compito? Cordiali saluti. Pietro Capurso Sottoscrivo la richiesta. Per i bimbi non ci sono più spazi. Quale zona migliore della villa comunale per farli giocare?
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