Recupero Password
I candidati sindaco di Molfetta a confronto con Lup e Legambiente. Si presentano solo Porta e Minervini, ammalato Maralfa, disertano Siragusa e De Bari
05 giugno 2017

MOLFETTA - Nel Chiostro di San Domenico di Molfetta incontro-confronto tra i candidati sindaco organizzato dal Circolo Legambiente di Molfetta "Giovanna Grillo" e dal Laboratorio di Urbanistica Partecipata (LUP). Dei cinque canditati, solo due hanno risposto presente all'appello: Gianni Porta e Tommaso Minervini. Bepi Maralfa si è scusato per l’assenza dovuta a malattia. La candidata del centrodestra Isabella De Bari ha fatto pervenire agli organizzatori una sintesi delle risposte alle 6 domande (inviate a tutti i candidati una settimana prima del confronto). Nessuna notizia del candidato Leonardo Siragusa.

Sono stati tre gli interrogativi rivolti agli aspiranti sindaco dall'Architetto Annamaria Gagliardi per conto del LUP e tre anche le domande poste dal Circolo cittadino di Legambiente rappresentato dal Presidente Marco di Stefano.

Ecco le domande poste da Legambiente e le risposte dei due candidati.

Il rapporto tra m2 di verde/abitanti di Molfetta continua a rimanere molto al di sotto degli standard minimi previsti dalla vigente legislazione; la chiusura del Parco di Mezzogiorno e la mancata realizzazione del parco urbano di Lama Martina rendono questo problema ancora più grave. In città si registra una forte carenza di spazi ed attrezzature pubbliche, quelle presenti non sono né correttamente, né efficientemente gestite e manutenute. Quali sono le azioni concrete (di breve, medio e lungo termine) che ritenete necessario attuare per risolvere questi problemi e dunque offrire alla collettività quegli spazi e quei servizi che contribuiscano fortemente ad accrescere la qualità della vita?

In risposta a questa domanda il candidato della coalizione di centro - sinistra Gianni Porta, evidenzia la necessità di stabilire un crono programma sulle aree verdi e sui i parchi da riaprire. Intanto, ribadisce, l'ultima amministrazione ha recuperato alcuni giardini del centro storico e riqualificato alcune piazze in termini di attrezzature per bambini, Piazza Roma e Piazza Mentana su tutte. È mancata la chiarezza sulla tempistica della riapertura del Parco di Mezzogiorno, dal momento che si è scelto un percorso di ascolto, condiviso e partecipato che ha richiesto dei tempi più lunghi; tuttavia è stata anche bandita la gara per i progettisti .Altrettanto importante sarà pensare ai costi annuali di gestione che un parco da 28 mila mq comporta, problema non di poco conto per le casse comunali. Gianni Porta rivendica anche la nascita del "Regolamento per l'adozione di aree verdi comunali e per la gestione e tutela del verde pubblico e privato", un altro colpo in favore dell'ambiente messo a segno dall'Amministrazione Natalicchio. Molto chiare le idee anche sul Lama Martina, per la quale saranno necessarie in tempi brevi, sia una visura catastale che una mappatura completa di tutte le aree cedute dai privati al pubblico, perché, secondo Porta, anche il parco urbano di Lama Martina  non dovrà rispondere alle vecchie previsioni del PRG ma essere inserito in un contesto nuovo come quello che offre la  Pianificazione Urbanistica generale.  

Tommaso Minervini invece, ricorda come il Parco di Mezzogiorno sia stato per dieci anni il cavallo di battaglia di tutte le campagne elettorali, salvo poi essere puntualmente abbandonato e lasciato a se stesso. È una priorità ridare vita a quel luogo pieno di prospettive e potenzialità. Lo stesso Minervini ricorda di avergli dato il nome di "Arca di Noè della botanica" data la vastità della tipologia di flora tipica del territorio. Per rimettere a posto il parco Tombino invece, Minervini T. ha in mente di realizzare uno spazio che preveda un'intesa con soggetti privati per attrezzare lo spazio con giochi per bambini, e una seconda area da destinare al verde per la nascita di una zona verde a tema: l'educazione stradale per i più piccoli.

Per il Parco di Lama Martina, sarebbero già stati individuati dei finanziamenti pertinenti al bando delle "aree degradate e recupero delle zone verdi". Altro obiettivo, da raggiungere:ricreare verde in centro, immaginando la creazione di un polo verde alle spalle di San Giuseppe, nell'area ex mercato ortofrutticolo.

Negli ultimi anni il rapporto tra Molfetta ed il mare è entrato in crisi: il nuovo porto commerciale, la prevista condotta sottomarina, un Piano delle Coste adottato che non riesce a risolvere il problema della scarsità di spiagge libere (rimane il dato sconcertante di 3 cm di battigia per ogni abitante), il peggioramento della qualità delle acque marine dovuto a vari fattori (l'inefficienza del nostro depuratore, gli scarichi provenienti dalle città vicine, gli ordigni bellici, i fanghi e gli inerti diffusi dal cantiere del nuovo porto commerciale, la proliferazione dell’alga tossica). Quali le azioni immaginate per costruire un nuovo scenario che affronti e risolva le varie criticità, assecondare la vocazione portuale, bonificare il nostro mare, tutelare e valorizzare la fascia costiera di Torre Calderina, sviluppare modalità di fruizione e gestione della costa di levante che contemperino interessi pubblici e privati?

Secondo Gianni Porta, il Piano delle Coste serve proprio a contemperare interessi pubblici e privati serve a garantire l'accessibilità al bene costa anche dove ci siano delle concessioni in essere. Un'urgenza è la messa in sicurezza della strada costiera a ponente verso Torre Calderina. La condotta sottomarina non rappresenta una soluzione ad un problema strutturale come quello dei reflui, che si è cominciato a risolvere cambiando la gestione, in questi anni,  del depuratore che da privato è diventato pubblico. Bisogna far funzionare l'impianto di affinamento delle acque ma questo sarà possibile  solo se ci sarà a monte un sistema di controllo di tutti i flussi che arrivano al depuratore.

Il porto commerciale è un'opera nata male, che va tuttavia portata a termine riducendo il danno rendendo utile e funzionale l'ingente investimento di risorse pubbliche, a beneficio della collettività. La ripresa dei lavori di messa in sicurezza e la riprogettazione (che Anac e Consiglio Superiore dei lavori pubblici hanno raccomandato) devono essere fatte in maniera concertata e interistituzionale, in contrapposizione a come avvenuto in tutti questi anni.

Tommaso Minervini risponde cosi alla seconda domanda posta dal presidente di Legambiente: "la nostra città deve liberarsi da un cancro, e questo cancro è il sistema di depurazione. Un problema che va affrontato di petto perchè incide sulla utilizzabilità e balneazione della costa di ponente. I depuratori devono essere messi in condizione di funzionare, per poter permettere di conseguenza il corretto funzionamento dell' impianto di affinamento e il riutilizzo delle acque  da usare poi in agricoltura.

 Se messo a sistema quanto detto, non ci sarebbe bisogno di costruire alcuna condotta sottomarina".

Per quanto concerne il porto, invece il candidato che fa capo alle otto liste civiche della Molfetta Positiva, auspica una veloce ripresa delle opere di messa in sicurezza, che devono essere concertate con la magistratura, la Regione e il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Non dovrebbe essere necessaria nessuna variazione al piano regolatore per l'approdo turistico del Porto, l'economia del mare deve subito ripartire.

La nascita della S.A.N.B. (Servizi Ambientali per il Nord Barese) S.P.A., società che gestirà il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani tra i comuni di Ruvo, Terlizzi, Corato, Bitonto e Molfetta pone al centro una visione di governance che metta insieme le conoscenze e le competenze delle municipalizzate nella prospettiva del miglioramento del servizio (porta a porta, spazzamento, pulizia e bonifica dell’agro e delle coste) e della riduzione e trasformazione dei rifiuti (realizzazione degli impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti, potenziamento delle isole ecologiche, centri del riuso ed educazione ambientale), soprattutto, alla luce di una situazione emergenziale della Regione Puglia sia per i dati della raccolta che per quelli degli impianti disponibili (soprattutto per la frazione umida). Quale sarà il ruolo dell’A.S.M. Molfetta in questa prospettiva?

"L'azienda municipalizzata di Molfetta ha una grande tradizione", afferma Tommaso Minervini.

Per questo, all'interno della nuova azienda Molfetta dovrà svolgere un ruolo di primo piano. Attraverso una sorta di spacchettamento delle funzioni all'interno della SANB, Molfetta deve mantenere la gestione "in house" del servizio, tutelando le risorse della propria municipalizzata. La nostra città è anche ricca di impianti, e questo le assicurerà un ruolo di primaria importanza. L'impianto di compostaggio e il digestore anaerobico dovranno essere ultimati e attivati perchè la loro messa in funzione consentirà di ammortizzare i costi di smaltimento. Bisognerà spingere al massimo la quota di raccolta differenziata per ridurre al massimo il rifiuto da portare in discarica. Occorrerà altresì all'interno dell'ARO/Ba1, chiedere che il ciclo si chiuda all'interno del bacino stesso per scongiurare l'esportazione della frazione umida ed indifferenziata lontano dal nostro territorio concorrendo all'aggravio dei costi. Infine, con la riorganizzazione del sistema di raccolta "porta a porta" si otterrà una ricollocazione delle risorse umane che verranno  concentrate nei servizi di pulizia della città.

Gianni Porta invece, in merito alla S.A.N.B tiene a precisare subito qualche punto. In primo luogo, la società di cui si parla è nata da tre anni  per opera dei comuni appartenenti all'ARO/Ba1 (Molfetta, Bitonto, Corato, Ruvo, Terlizzi) ma non è attiva. La S.A.N.B doveva e deve essere un'azienda pubblica, in cui confluiscono società pubbliche già esistenti, A.S.M di Molfetta e A.S.I.P.U di Corato (che serve anche a Terlizzi e Ruvo) sono aziende pubbliche, la A.S.V di Bitonto è una società partecipata da un privato, è questo il principale nodo da sciogliere che non dipende dalla posizione dell'azienda della nostra città. C'è però un'altra questione che è quella dell'impiantistica. Secondo Porta, la dotazione impiantistica di cui dispone il comune di Molfetta, sia quella già realizzata (impianto di selezione della plastica da rifunzionalizzare) che quella da realizzare (compostaggio e digestore anaerobico), ha un valore patrimoniale di circa 25 milioni di euro pertanto, se occorrerà conferire questo patrimonio alla SANB, gli altri comuni dovranno essere pronti a corrispondere una cifra di circa venti milioni di euro, per essere comproprietari di questa dotazione su cui le diverse amministrazioni comunali di Molfetta hanno investito. Bisogna salvaguardare il mantenimento pubblico di questo servizio, Molfetta potrebbe essere l'unico comune di Puglia capace di riuscire a smaltire in loco il 70, 75% dei rifiuti.

Queste sono state le risposte dei candidati Porta e Minervini alle domande puntuali e dettagliate, poste da Legambiente. Saranno pubblicate in un altro articolo le questioni urbanistiche poste dal LUP all'attenzione dei due candidati.

© Riproduzione riservata

Autore: Teresa Racanati
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet