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I candidati si raccontano scelte obiettivi, programmi
15 febbraio 2018

LOREDANA LEZOCHE: SENZA LA POLITICA NON SI POSSONO CAMBIARE LE COSE Perché ha scelto di candidarsi? «Perché sento che il mio lavoro per il nostro territorio e la nostra comunità non è ancora finito. Ho fatto tanto in questi anni - chi mi conosce lo sa -, ma penso sempre di poter fare oltre, di più. Il mio percorso umano e professionale si è sempre basato sul porsi nuovi obiettivi che potessero garantire il bene di tutti, dal “dettaglio” di un palo della luce non funzionante nella zona industriale di Molfetta all’organizzazione di una delle tappe del Giro d’Italia. Senza fermarsi ai traguardi raggiunti, però, bisogna avere il coraggio e la concretezza di saper riconoscere le bellezze da valorizzare della nostra terra sì, ma anche e soprattutto gli aspetti da migliorare. Lo devo ai miei genitori, agli insegnamenti che ho avuto la fortuna di ricevere. Lo devo ai nostri ragazzi, che sono il nostro bene più prezioso. Ecco perché ho accettato la sfida lanciatami da Michele Emiliano: ha visto in me, probabilmente, quella stessa determinazione che ha dato il via alla sua vita politica. Siamo entrambi due “teste calde” - come ama definirci Michele -, veniamo entrambi da un passato non politico ed entrambi non ci fermiamo davanti a nulla per la nostra gente». Loredana Lezoche in 5 righe «Dirò forse un’ovvietà: sono prima di tutto una mamma. E non ho alcuna paura a sottolinearlo. Sono i miei figli ad influenzare le mie scelte, sia nella vita personale sia in quella professionale. Così come sono una figlia, una moglie, un’imprenditrice, una sportiva, un’appassionata di cucina, il membro di una squadra. Il filo fucsia che lega tutti queste sfaccettature della mia vita? L’onestà, la lealtà, il rispetto delle regole. Non potrei vivere senza». E’ organica al Pd? Rappresenta la società civile? Gli imprenditori? «Ho accettato la candidatura al Senato in rappresentanza dell’intera coalizione di Centrosinistra. Se ho deciso di mettermi in gioco in questa campagna elettorale è stato perché ho compreso che la nostra comunità ha bisogno dell’impegno di tutti, anche in politica. Ho compreso che senza la politica non si possono cambiare le cose, che qualsiasi impegno personale rimane solo “personale” se non viene condiviso. Avvicinandomi alla politica ho scoperto la splendida realtà del PD molfettese e degli altri comuni del collegio in cui sono candidata. Anche io commettevo l’errore di pensare che la vita dei partiti fosse solo un continuo inutile chiacchierare: mi sono ricreduta. Ho trovato donne e uomini che contribuiscono a ragionamenti ed azioni di impegno civile con passione. Posso dire che ho scoperto un mondo nuovo verso il quale, come in tanti purtroppo, nutrivo una pregiudiziale diffidenza. Ho già cambiato idea e spero di poterla fare cambiare ad altri». Pensa di rappresentare il territorio? «Non lo penso, lo vedo. Lo vedo negli occhi delle persone con le quali ho sempre avuto a che fare in questi anni di lavoro per il territorio, non solo in questo mese. Lo sento nelle parole di sostegno che sto ricevendo da amici, conoscenti, cittadini come me, come chi ci sta leggendo ora. Sento una grande responsabilità sulle mie spalle, non voglio negarlo. Ed è proprio grazie a questa responsabilità che percepisco che potrò sognare e realizzare molto per la mia comunità, ma sempre con i piedi ben piantati per terra. La comunità è la mia bussola morale». Qual è il suo programma? «Il mio programma è semplice e fattibile, nessun effetto speciale. Da mamma ed imprenditrice porterò due punti di vista necessari al Senato affinché non si parli più soltanto di quantità del lavoro, ma anche di qualità, dignità ed attenzione ai ragazzi. Il nostro obiettivo deve essere quello di valorizzare tutti i giovani, voglio che si torni a parlare non di fuga di cervelli all’estero ma di rientro. La mia sarà una politica al servizio del territorio. Sarò promotrice del rientro di Molfetta all’interno della visione del sistema di autorità portuale e del ripristino degli sgravi contributivi per il settore ittico, previsti dalla legge 30 del 1998. Senza, una impresa su due rischia la chiusura». Cosa pensa dell’amministrazione comunale di Molfetta? «I risultati raggiunti da Tommaso e dalla sua squadra sono innegabili. Chiaramente la prima fase della programmazione di un’amministrazione seria è quella più complessa e meno visibile, i cittadini raccoglieranno in questi mesi i primi frutti di questo grande lavoro di squadra». CARMELA MINUTO: MI SONO GUADAGNATA LA CANDIDATURA SUL CAMPO Come nasce la sua candidatura? «Ho ricevuto la proposta di candidatura al Senato direttamente del Coordinatore Regionale di Forza Italia, l’on. Luigi Vitali, in relazione alla mia militanza politica nelle file del centrodestra da oltre 23 anni. Penso di essermi guadagnata questa opportunità sul campo e sono pronta a dare il mio contributo con grande entusiasmo e nella convinzione che la coalizione di centrodestra sarà in grado di governare e fare bene per i prossimi cinque anni». Carmela Minuto in 5 righe «Opero da sempre nel sociale, sono vicepresidente di una cooperativa, e faccio volontariato all’interno di associazioni a sostegno di anziani e di minori. Da 23 anni, in parallelo, coltivo una grande passione: la politica. Sempre nelle file del Centrodestra, ho ricoperto la carica di vicesindaco e assessore. Sono una donna, una professionista e soprattutto una mamma che vive e affronta con tenacia le difficoltà della maggior parte delle famiglie italiane. L’integrità morale e la perseveranza ritengo siano valori indispensabili per coltivare solo buone azioni». Quali sono gli interessi che vuole rappresentare? Perché gli elettori dovrebbero scegliere lei? «In continuità con quello che ho sempre fatto, al Senato voglio rappresentare gli interessi di tutti i cittadini del mio territorio. Un territorio che ha ancora tanto da offrire in termini economici, sociali e culturali, ma che può farlo solo con il giusto impulso politico. Sto facendo campagna elettorale tra la gente, ascolto le loro istanze che porterò con me a Roma, se verrò eletta. Il voto che gli elettori vorranno accordarmi è un voto alla squadra, a tutti coloro che mi supporteranno per i prossimi 5 anni, perché governeremo insieme». Qual è il suo programma? «Il mio programma, il linea con quello condiviso dalla coalizione di Centrodestra, è un programma forte e chiaro: meno tasse pagare poco per pagare tutti, condivido il bisogno di un sistema tributario più snello e semplice. Maggiore controllo sulle opere incompiute: il porto di Molfetta; la statale 96 che collega Altamura a Bari, sono solo alcune delle opere da monitorare e portare a compimento. Gli investimento dello Stato vanno salvaguardati e controllati affinché possano essere utilizzati nel tempi e nei modi giusti. Salvare gli ospedali: tutelare la salute pubblica è un dovere civile e morale della classe politica. Negli anni passati, Vendola prima ed Emiliano poi ci hanno raccontato soltanto favole. Recuperiamo ora le specialità e i posti letto negli ospedali territoriali. Controllo sul fenomeno delle migrazioni: in Puglia ci sono migliaia di stranieri divisi in centri di prima accoglienza. Soltanto nel nostro territorio ci sono strutture per richiedenti asilo a Bisceglie, Corato, Cassano, Giovinazzo, Grumo, Toritto, Molfetta. In queste ed altre città il numero potrebbe aumentare e in alcuni casi, come a Molfetta, addirittura triplicare. Si attendono nuovi arrivi anche ad Acquaviva e Altamura. Una situazione che presto potrebbe sfuggire di mano se non la controlliamo adeguatamente e garantendo un’accoglienza più dignitosa solo a chi è realmente nel bisogno. Più sicurezza per i cittadini, più sostegno alla famiglia, maggior efficienza energetica e sostegno alle rinnovabili per tutelare il mondo in cui viviamo e consegnarlo in buono stato alle future generazioni». Il sen. Azzollini ha preso male la notizia della sua candidatura. Cosa pensa a proposito? Pensa di poter intercettare i suoi elettori, come potrà convincerli? «Innanzitutto è bene precisare che stiamo parlando di elettori di centrodestra che non sono proprietà personale dei candidati. Io credo che il sen. Azzollini abbia preso male la sua mancata candidatura e quindi di conseguenza non ha gradito la mia. Con un tocco di presunzione, sono certa che la città di Molfetta premierà il mio impegno al di là di quello che sarà il risultato su tutto il territorio regionale». Cosa pensa dell’attuale amministrazione comunale, composta anche da ex suoi compagni di area di centrodestra? «Premesso che i miei ex compagni di area provengono da una storia politica moderata e si sono formati nelle liste civiche, penso semplicemente di esser stata eletta condividendo un programma di centrodestra e continuerò pertanto a fare opposizione, come ho sempre fatto dal momento in cui ho ricevuto il mandato conferitomi grazie agli elettori». NICOLA PIERGIOVANNI: LA CRESCITA DI MOLFETTA È LEGATA ALLA PRESENZA DI SUOI UOMINI NELLE ISTITUZIONI Perché ha scelto di candidarsi? «Ho scelto di accettare la proposta di candidarmi per tutelare al meglio la nostra città e il nostro territorio, costruendo una catena istituzionale forte che, partendo dall’amministrazione della città guidata da Tommaso Minervini, e passando per il governo regionale di Michele Emiliano, arrivi fino al Parlamento. Credo che per lo sviluppo e la crescita di Molfetta sia necessario avere rappresentanti della nostra città in tutti i livelli istituzionali e di governo, in modo da portare avanti e concretizzare progetti finalizzati soprattutto a migliorare le condizioni di vita dei cittadini, soprattutto dei più deboli. Da questo punto di vista avere una rappresentanza parlamentare può rappresentare una grande opportunità per Molfetta e io mi sono messo a disposizione di questo progetto, esponendomi direttamente senza nessun tornaconto di natura personale». Nicola Piergiovanni in 5 righe. «Ho cinquant’anni, sono sposato e ho due figli, Brigida e Jimmy. Nella mia vita ho sempre lavorato duramente, non ho mai avuto niente gratis e non ho mai preso “scorciatoie” per arrivare dove volevo. Ho costruito, pezzettino su pezzettino, quello che sono oggi e di cui vado fiero. Posso dire di essere un figlio di questa città, orgoglioso di esserlo e innamorato delle sue tradizioni, della sua storia e della sua bellezza che ho sempre cercato di valorizzare al massimo puntando molto, nella mia attività istituzionale e amministrativa, sul turismo come volano di sviluppo e benessere. Sono una persona semplice che, da sempre, sta dalla parte dei più deboli e dei più fragili che provo ad aiutare attraverso il mio impegno nelle istituzioni e associativo. Ovviamente ci sarebbe molto altro da dire ma credo sia più giusto che siano gli altri a parlare di me e, soprattutto, siano i cittadini elettori a dover esprimere con il voto il loro pensiero». Qual è il suo programma? «Innanzitutto dobbiamo considerare che stiamo parlando di elezioni politiche per il governo del Paese, quindi il mio programma è certamente quello presentato, a livello nazionale, dal Partito Democratico, in cui mi riconosco pienamente. Molto è stato fatto in questi anni dai governi di centrosinistra, in uno dei periodi più difficili per la più grave crisi economica che ha colpito il Paese: sono state approvate leggi di civiltà che hanno aumentato i diritti dei cittadini e hanno creato migliori condizioni di vita per le persone (penso alle unioni civili, alla legge sul biotestamento, al “dopo di noi”, agli 80 euro in più in busta paga, alla legge sul caporalato o a quella contro i reati ambientali, solo per citare alcuni esempi) ma è evidente che, ora che la crisi sembra alle spalle, ancora molto occorre fare soprattutto per il lavoro e contro la povertà, per ridurre le diseguaglianze che ci sono nella nostra società. Sono questi i due capisaldi irrinunciabili per il prossimo futuro: occorre intervenire con forza per rilanciare la nostra economia e per garantire una robusta ripresa delle attività produttive che consenta di aumentare i posti di lavoro e garantire a tutti questo diritto. Solo così sarà possibile migliorare le condizioni di vita di chi oggi ha meno e che ha subito più pesantemente i colpi durissimi inferti dalla crisi. E poi mi faccia dire un’ultima cosa: occorre investire per rendere più belle e più vivibili le città. I Comuni con le risorse autonome non ce la possono fare: è necessario che lo Stato intervenga con un piano massiccio di investimenti. E poi un’ultima cosa che riguarda la mia città: difenderò con tutte le mie forze l’Ospedale di Molfetta. La salute è un bene primario che non può essere limitato, e il “Don Tonino Bello” è un imprescindibile presidio sanitario che non può essere chiuso. L’ho detto e lo ripeto: chiunque vorrà chiudere il nostro Ospedale dovrà passare prima sul mio corpo. Sono sicuro che da parlamentare sarà più facile farsi ascoltare». Perché gli elettori dovrebbero scegliere lei? «Perché mi conoscono e sanno che sono una persona leale, sincera, corretta e, soprattutto, onesta. Non sono abituato a fare promesse mirabolanti, ma della mia parola ci si può fidare sempre e questo i cittadini hanno imparato a verificarlo. E poi, guardi, io non sono uno di quei politici che si vede solo in campagna elettorale per raccogliere voti: io sono tra la gente tutti i giorni e per me la campagna elettorale dura tutto l’anno, tutti gli anni. E le persone sanno sempre dove venirmi a trovare, il giorno prima delle elezioni ma anche il giorno dopo. Sto sempre al solito posto e devo ogni giorno rendere conto del mio operato a chi mi dà la sua fiducia. E’ questa la mia principale caratteristica: io ci metto sempre la faccia e gli elettori hanno imparato a diffidare da quei politici che si vedono solo in campagna elettorale e a fidarsi di chi fa di tutto per non deluderli». La definiscono l’amico di tutti, a cosa è dovuta questa popolarità? «Non lo so. Io rispetto tutti, a prescindere dall’appartenenza politica o dal blasone sociale, e tratto tutti allo stesso modo. Come dicevo prima, mi metto sempre a disposizione di chi mi chiede una mano d’aiuto e faccio sempre il possibile. Quando le richieste che mi vengono fatte non si possono esaudire, per le più svariate ragioni, lo dico con la massima franchezza e correttezza. Ecco, credo che la gente abbia imparato ad apprezzare questo mio modo di essere e sento attorno a me crescere la fiducia. A me fa molto piacere ma è anche una grande responsabilità perché sento il dovere di non tradire mai questa fiducia». Passare dal centrosinistra ad una coalizione che comprende anche ex del centrodestra non la imbarazza? «Non mi imbarazza affatto perché io ho aderito al principale partito di centrosinistra in Italia, il Partito Democratico. E’ evidente a tutti (e lo sarà ancora di più dopo il 4 marzo) che non può esistere nessun centrosinistra a prescindere dal PD e mi auguro, pertanto, che dopo le elezioni si possano creare le condizioni per ricostruire un centrosinistra ampio e inclusivo che comprenda anche quelle forze politiche più radicali che hanno scelto un altro percorso. Il centrosinistra, a livello nazionale, dopo il 4 marzo deve ritrovare le ragioni dello stare insieme. Per quanto riguarda Molfetta, alle scorse elezioni amministrative il PD ha aderito al progetto di Tommaso Minervini che ha federato una serie di realtà civiche e partitiche su un progetto comune che ha al centro esclusivamente gli interessi della città. Stiamo parlando di una iniziativa che ha avuto un largo consenso da parte dei cittadini e che sta ottenendo grandi risultati amministrativi, quindi davvero nessun imbarazzo perché stiamo lavorando per il bene di questa comunità». Ha rinnegato il suo passato politico? «Assolutamente no. La mia adesione al Partito Democratico è perfettamente coerente con tutto il mio percorso politico. Io sono sempre stato nel centrosinistra anche quando avrei potuto fare scelte più comode e politicamente più proficue. In questi anni ho rinunciato ad offerte di tutti i tipi per coerenza e per rispetto dei miei elettori. Sono stato eletto in Consiglio Comunale, per la prima volta, nel 1998 nella lista ulivista “Molfetta che vogliamo” a sostegno del compianto Guglielmo Minervini. Alle elezioni amministrative del 2001 ero nella coalizione di centrosinistra a sostegno di Nino Sallustio, e sono rimasto nel centrosinistra sempre, anche quando le sconfitte elettorali erano abbastanza prevedibili. Quindi questa candidatura al Parlamento per il Partito Democratico arriva come coronamento di un percorso assolutamente lineare. E sono convinto che gli elettori sapranno apprezzare questa mia coerenza, dandomi anche per questo, ancora una volta, la loro fiducia». TERESA RACANATI: NO AL GOVERNO DEI POCHI CONTRO LA MAGGIORANZA DEI MOLTI Parlaci di te. «Ho 40 anni e sono laureata in lettere, sono ambientalista, e mi definisco attivista sociale. Sono socia fondatrice dell’Associazione di promozione sociale “Comitando… la strada della partecipazione continua”. Sono stata Responsabile dell’Ostello dell’accoglienza migranti, in occasione della festa patronale di Molfetta. Sono fondatrice del laboratorio sui rifiuti “Riciclando, verso rifiuti zero”. Ho collaborato con il forum Agenda 21 di Molfetta per la creazione del registro delle unioni civili. Ho conseguito l’attestato di “Giornalismo di inchiesta ambientale” presso l’Università Roma 3, rilasciato dall’Associazione “A Sud” e dal “Centro Documentazione Conflitti Ambientali” entrambe di Roma. Sono stata attiva nel comitato per il NO in occasione del referendum sulle trivellazioni del 17 aprile 2016. Sono stata promotrice e ideatrice in collaborazione con altre associazioni cittadine del progetto “Mettiamoli alla porta”, mirante a divulgare informazioni e sensibilizzare la cittadinanza sul passaggio al nuovo sistema di raccolta “porta a porta”. Sono cofondatrice e coordinatrice del Movimento Civico “MolfettAttiva”. Ho orgogliosamente partecipato al primo corteo Nazionale organizzato dal network “Non una di meno”. Sono attualmente impegnata nel seguire le gravi vertenze e urgenze ambientali che interessano Molfetta e la Regione Puglia». Perché hai accettato di candidarti alla Camera dei Deputati? «Perché Potere al Popolo è una novità politica, con solide basi nell’attivismo politico, sociale e sindacale di base. Perché non si può più delegare la propria rappresentanza alle solite riunioni ristrette tra i soliti gruppi dirigenti della sinistra politica. Perché serviva un colpo di scena, una “follia”; e l’abbiamo fatta!». Perché la tua lista si chiama Potere al Popolo? Che senso ha per te? «Perché bisogna tornare al senso originario della parola “democrazia”. Perché ad oggi è il governo dei pochi contro la maggioranza dei molti, il predominio degli interessi speculativi nella finanza come sulle questioni ambientali contro gli interessi dei tanti che faticano a vivere con dignità, con un reddito garantito in un ambiente pulito». Cosa pensi della situazione politico amministrativa di Molfetta? «La nuova amministrazione guidata da Tommaso Minervini non doveva faticare molto visto che non ereditava certo la situazione drammatica lasciata dal centrodestra nel 2012/2013. Invece, questa finta coalizione civica di centro-centrodestra si sta distinguendo per la totale insipienza, la totale assenza di visioni future. Guardate alla raccolta porta a porta? Dovevano implementare nuove dinamiche e invece lasciano che i soliti “zozzoni” continuino a sporcare e a non fare la raccolta differenziata ». Quali sono i punti programmatici per cui ti batterai prioritariamente? «Sono ambientalista e da qualche anno i miei interessi sono rivolti alla gestione dei rifiuti, soprattutto di quelli urbani. Sono pienamente convinta della validità delle proposte della “Strategia rifiuti Zero” e per questo mi sono attivata, soprattutto nella nostra Molfetta. Il nostro futuro e quello dei nostri bambini non può essere affidato ad inceneritori e discariche. Se la politica è guidata da principi come quelli di Potere al Popolo, da una corretta gestione pubblica e democratica dei ciclo dei rifiuti possono nascere anche tanti posti di lavoro buono e stabile». PASQUALE DE CANDIA: CRISI SCARICATA SUL LAVORO, LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE È UNA PIAGA SOCIALE Parlaci di te. «Sono nato a Molfetta 37 anni fa ed ho iniziato la mia attività sociale nei collettivi studenteschi della scuola superiore secondaria diventando rappresentante d’istituto. Dal 1999 sono iscritto a Rifondazione Comunista vivendo come prima grande esperienza politica quella del movimento No global, partecipando nel 2001 alla costruzione del Molfetta Social Forum e prendendo parte alle mobilitazioni contro il Global Forum di Napoli e del G8 di Genova. Nel periodo universitario sono stato attivo nei collettivi universitari diventando nel 2004 senatore accademico dell’Università di Bari. Sono stato fondatore e animatore dell’associazione Casa dei Popoli di Molfetta. Ad oggi all’interno di Rifondazione Comunista mi occupo particolarmente delle vertenze di lavoro, tra queste quella dei lavoratori della Ciccolella srl e della Coop Estense. Dopo anni di lavori precari e contratti a progetto, da cinque anni lavoro come impiegato amministrativo presso un’azienda barese. Convivo da due anni con la mia compagna e sono appassionato di basket e di libri noir, soprattutto quelli di Izzo e Carlotto». Perché hai accettato di candidarti alla Camera dei Deputati? «Perché la crisi non è superata, anzi, continua ad essere scaricata sul lavoro, sui lavoratori e le lavoratrici. La disoccupazione giovanile è una piaga sociale. Non si può più stare a guardare. Non si può più accettare che nei media e soprattutto in TV vada in scena il teatrino di un conflitto tra i grandi gruppi politici, ma poi nella realtà delle scelte politiche sono sempre tutti d’accordo, dal Pd a Forza Italia, passando per Salvini e i Cinque Stelle. Basta! Adesso decidiamo noi». Perché la tua lista si chiama Potere al Popolo? Che senso ha per te? «Perché mette assieme le realtà di base che da anni operano sui territori del nostro Paese per invertire la tendenza alla sfiducia, per mettere assieme i soggetti colpiti dalla crisi. Solidarietà tra le lotte e nelle lotte. Unire tutti quelli e quelle che chi governa la crisi vuol tenere divisi: lavoratori dipendenti, false partite iva, disoccupati e pensionati, giovani e anziani. Spesso ripeto ai miei compagni “Uniti siamo tutto, divisi siam canaglia”, è una citazione, uno slogan. Per noi deve essere la bussola politica». Cosa pensi della situazione politico amministrativa di Molfetta? «Come era facile prevedere la situazione cittadina è grigia, spenta. Un città amministrata da una coalizione senz’anima messa assieme solo dal collante della vittoria elettorale e dalla spartizione di incarichi. Dopo dieci mesi il nulla. Un po’ come avviene da quasi tre anni per la regione Puglia governata da Emiliano che si distingue – anche a Molfetta – per essere colui che vuole smontare pezzo dopo pezzo la sanità pubblica e gli ospedali del territorio, a partire da quello di Molfetta». Quali sono i punti programmatici per cui ti batterai prioritariamente? «Il lavoro prima di tutto. Lavoro buono, cioè che non avvelena, non uccide e stabile. Basta con la precarietà a cominciare dalla lotta per l’abolizione delle peggiori normative sul lavoro che hanno fatto diventare l’instabilità lavorativa il tratto distintivo della mia generazione. Una condizione che ho vissuto e conosco bene come tanti altri coetanei, qualcosa che né Silvio Berlusconi, né Matteo Renzi, né Beppe Grillo, né Pietro Grasso non sanno lontanamente cosa sia». BEPPE ZANNA: POTERE AL POPOLO È LA DIMOSTRAZIONE VIVENTE CHE LA POLITICA E I POLITICI NON SONO TUTTI UGUALI Parlaci di te. «Sono nato a Molfetta nel 1968. Negli anni 90 ho cominciato a fare politica nelle fila del movimento studentesco “La Pantera”. Successivamente mi sono iscritto al Partito della Rifondazione Comunista in cui attualmente ricopro l’incarico di segretario del circolo di Molfetta. Sono tra i fondatori del comitato Tre marzo. Il sociale è la mia passione e la mia professione: essendo operatore caf e collaborando con il Sunia sono sempre vicino ai bisogni e alle istanze delle fasce più deboli. Sono appassionato di tennis e accanito lettore di libri gialli». Perché hai accettato di candidarti al Senato della Repubblica? «Perché è il momento di raccontare quello che altri non vogliono e non possono raccontare. Per me si tratta del punto di arrivo di una storia di impegno e di militanza sempre dalla stessa parte, contrariamente ad altri che hanno percorso tutto l’arco costituzionale, staccando il biglietto di andata e ritorno, da destra a sinistra e da sinistra a destra, passando per il centro e per i movimenti civici, a seconda delle convenienze personali del momento. Ciò è possibile perché centrosinistra e centrodestra hanno gli stessi programmi e hanno fatto le stesse politiche: tagli a scuola e sanità, privatizzazioni e allungamento dell’età pensionabile. Anche i Cinque stelle che avevano la pretesa di incarnare l’alternativa sono andati a Londra a rassicurare i fondi privati di investimento che daranno via libera alla svendita degli ultimi asset produttivi ancora italiani e magari ne renderanno agevole anche l’ingresso nella gestione dei servizi pubblici. Fanno finta di litigare ma sulle cose che contano sono tutti d’accordo. Potere al popolo è la dimostrazione vivente che la politica e i politici non sono tutti uguali». Perché la tua lista si chiama Potere al Popolo? Che senso ha per te? «La parola popolo è stata utilizzata in questi anni al servizio dei peggiori “ismi”: nazionalismi, fascismi, razzismi, ora deve tornare a riprendere il suo senso originario. Il nostro popolo non ha nazionalità, religione, il nostro popolo è fatto di lavoratori che spesso lavoro troppo, o troppo poco, o non lavorano, o aspettano la pensione. In questi anni ci hanno diviso: autonomi contro dipendenti, precari contro stabili, col risultato che la condizione di tutti è peggiorata. Ci hanno chiesto sacrifici per andare in Europa, per rimanere in Europa, ci hanno chiesto di barattare diritti con occupazione col risultato che stiamo tutti peggio di prima, per la prima volta i figli stanno peggio dei padri. Ora possiamo e dobbiamo riprendere in mano il nostro destino perché siamo un unico popolo e conduciamo un’unica lotta. Loro sono l’1% noi siamo il 99%». Cosa pensi della situazione politico amministrativa di Molfetta? «Per la prima volta nella nostra città governa un’amministrazione che non ha una visione di città, è semplicemente una sommatoria di gruppi di potere che è passata da destra a sinistra, saltando da Fitto a Emiliano, passando per Vendola. Quando non c’è la politica prevalgono soltanto il clientelismo e le logiche spartitorie. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: soltanto ordinaria amministrazione – quando va bene – e distribuzione di prebende e favori. Alle recenti elezioni amministrative, con la candidatura di Gianni Porta abbiamo realizzato l’unità di tutto ciò che sta a sinistra del Partito Democratico. Una unità non al ribasso ma su contenuti radicali e innovativi, Potere al Popolo è la naturale prosecuzione di quell’esperienza». Quali sono i punti programmatici per cui ti batterai prioritariamente? «Le politiche sociali e il welfare soprattutto. Il diritto a una vita dignitosa, a una casa e a un lavoro degnamente retribuito. E poi le pensioni, sia per chi è già in pensione ma magari con un pensione minima con cui è impossibile arrivare dignitosamente a fine mese, sia per chi dovrà andare in pensione in futuro. Non lo dico perché lo leggo sui giornali, ma perché lo sento tutti i giorni per il lavoro che faccio. Gli alti tassi di disoccupazione stanno indirizzando molti giovani verso il lavoro autonomo. Molti giovani professionisti hanno difficoltà ad andare avanti, vessati dagli ordini professionali e dalle costose casse previdenziali obbligatorie. È necessario abolire gli ordini professionali ed estendere gli ammortizzatori sociali del lavoro dipendente anche al lavoro autonomo. Il punto zero delle politiche di austerity e di tagli allo stato sociale sono i vincoli finanziari imposti dall’Unione europea. L’inversione di tendenza nelle politiche economiche passa attraverso la ridiscussione dei trattati europei, riappropriandoci della sovranità nazionale». MICHELE LAFORGIA: È ARRIVATO IL MOMENTO DI OCCUPARSI DELLE INGIUSTIZIE SUBITE DA MOLTI Perché ha scelto di candidarsi? Anche in passato le è stata offerta la candidatura, cosa è cambiato rispetto a ieri? «Ho deciso di candidarmi perché è in campo una nuova proposta politica, di sinistra, tragicamente mancata negli ultimi anni. È mancata nelle politiche del Paese e nel territorio, nella partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. Ho sentito questa candidatura come un dovere, perché c’è un pezzo di questa città e di questa regione che ha un enorme bisogno di tornare alla politica, da sinistra». Michele Laforgia in 5 righe. «Sono nato a Bari il 5 marzo del 1962, dove mi sono diplomato e laureato con il massimo dei voti. Sono avvocato da trent’anni e mi occupo di diritto e procedura penale anche all’Università. Da un anno, insieme ai miei soci di studio, ho realizzato la prima società cooperativa di avvocati in Italia. Faccio l’avvocato con passione, anche quando la difesa non prevede un compenso, comporta dei rischi o suscita la rivolta dei benpensanti. Sono convinto che ogni persona abbia diritto a essere difesa, che la giustizia sommaria sia una delle forme più brutali dell’ingiustizia e, soprattutto, che non esistono cause perse. Ho imparato da quando ero ragazzo che la politica è necessaria e può essere bella, divertente ed entusiasmante. Mi hanno insegnato che si può viverla onestamente. Amo il cinema, la fantascienza, la letteratura, anche a fumetti, il jazz, la bicicletta e i gatti con cui condivido la mia casa e lo studio». Qual è il suo programma? «Per tutta la vita, e in questo c’è anche un pezzo di storia familiare, mi sono occupato di giustizia e quindi delle ingiustizie. È arrivato il momento di occuparsi delle ingiustizie subite da molti. Fare l’avvocato penalista e occuparmi dei diritti è stata la mia vita fino ad oggi. Io credo sia arrivato il momento di farlo anche nella politica. Bisogna prendersi la responsabilità di farlo, perché il Paese ha preso una deriva pericolosa, cattiva, contro i poveri, contro gli immigrati, contro i detenuti, contro quelli che stanno peggio. E non è una deriva alla quale si può assistere stando alla finestra». Perché gli elettori di sinistra dovrebbero scegliere Laforgia e Leu invece del Pd? «L’esperimento del Pd, l’ambizione di rappresentare tutto il centrosinistra, l’intero mondo progressista, è fallito da tempo. Oggi lo ammette lo stesso Pd. È un fallimento del quale non siamo contenti, perché ha lascito orfani milioni di elettori, ma che certo non può essere resuscitato con gli appelli all’unità. Il centrodestra è unito perché ha un obiettivo abbastanza chiaro, che è quello di aumentare le disuguaglianze; l’unità a sinistra si può costruire solo sul consenso e il consenso si può raggiungere solo se la sinistra ricomincia a giocare la sua partita, che è quella dell’uguaglianza e della giustizia sociale: quella che non ha giocato negli ultimi anni». Leu si pone come nuovo soggetto della sinistra, pensa che riuscirà a raggiungere un buon risultato elettorale pur essendo nato da poco? «Ne sono certo. Perché quando le cose sono necessarie, di solito, accadono». FRANCESCO SPINA: I MIEI SETTE PUNTI PER RILANCIARE IL NOSTRO TERRITORIO Il candidato Francesco Spina invece di rispondere alle domande, ha preferito inviare un comunicato con il suo programma. Eccolo: «In questa campagna elettorale ritengo opportuno che gli elettori abbiano a mente in modo chiaro i programmi di ogni candidato. In una campagna elettorale dove prevalgono le ingiurie, le offese e i teatrini violenti ho voluto elaborare sette proposte che porterò all’attenzione del Parlamento per rilanciare dal punto di vista economico e sociale il nostro territorio. Il mio impegno per la zona economica speciale. Le Zone Economiche Speciali (ZES) prevedono sconti doganali e fiscali per l’export, semplificazione amministrativa e attrazione degli investimenti produttivi soprattutto attraverso il credito d’imposta per macchinari, impianti ed attrezzature. Mi impegnerò perché il nostro collegio, un vero e proprio cuscinetto tra l’area metropolitana di Bari e la provincia BAT, possa rafforzare la propria identità economica, produttiva ed industriale beneficiando delle agevolazioni fiscali previste dalle ZES. 2. Il mio impegno per l’area marina protetta tra Bisceglie e Molfetta. Mi impegnerò perché venga portata a termine l’istituzione dell’area marina protetta tra Bisceglie e Molfetta per tutelare il territorio e l’ambiente e promuovere il turismo. 3. il mio impegno per la valorizzazione culturale del nostro territorio. Il nostro collegio è ricco di beni culturali e paesaggistici, come ad esempio i Dolmen di Bisceglie, Corato e Giovinazzo, il Pulo di Molfetta, il Museo Jatta di Ruvo di Puglia, i Musei Diocesani di Molfetta e Bisceglie, la Pinacoteca “De Napoli” a Terlizzi oltre alle splendide Cattedrali del romanico pugliese. Mi impegnerò perché questi beni vengano valorizzati come meritano e vengano inseriti in un sistema culturale unico che ne garantisca la fruibilità e la sostenibilità della gestione. 4. Il mio impegno per le produzioni agricole e floreali. Olio, vino, fiori: questi prodotti sono l’orgoglio e il simbolo della nostra terra. Pieno sostegno agli agricoltori e ai floricoltori e a tutti gli operatori della filiera che con la loro passione e il loro duro lavoro assicurano un prodotto eccellente e un patrimonio enogastronomico inestimabile. Lavorerò in sinergia con le istituzioni del territorio, con i Gruppi di Azione Locale (GAL), con le organizzazione di produttori e le associazioni di categoria per snellire la burocrazia e sostenere con forza ogni agevolazione economica a vantaggio di questi settori. 5. Il mio impegno per i giovani. Nuove scuole e nuovi impianti sportivi: mi impegnerò a individuare risorse ed opportunità per gli enti locali finalizzate alla realizzazione di nuove scuole e nuovi impianti sportivi. Le future generazioni meritano qualità e sicurezza per le loro palestre di vita. I giovani non sono solo il futuro ma soprattutto il nostro presente! 6. Il mio impegno per una rete solidale che non lasci nessuno indietro. Il nostro welfare deve non solo sostenere le fasce deboli ma anche favorire l’inclusione sociale. La nostra società si rafforza garantendo diritti ed opportunità a tutti ed evitando ad ogni costo la crescita delle diseguaglianze. 7. Il mio impegno per una presenza costante sul territorio. Mi impegno fin d’ora ad essere un parlamentare sempre presente a Giovinazzo, Molfetta, Bisceglie, Terlizzi, Ruvo e Corato confrontandomi con tutti e rendendomi disponibile ad ogni istanza del territorio. In ogni città ci sarà una mia segreteria per ascoltare le proposte delle comunità. È nei fatti il vero cambiamento!». © Riproduzione riservata

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