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Gli autogol del centrodestra e la ridicola campagna di calunnie e veleni a Molfetta
27 gennaio 2015

MOLFETTA – La tendenza a polemizzare anche per le cose più insignificanti e inutili a Molfetta è diventata un’abitudine, complici anche i social network e i nullafacenti che utilizzano questi strumenti per occupare il loro tempo, a cui si aggiungono i calunniatori di professione che si divertono a screditare il prossimo per risentimenti e vendette personali e trasversali, nella loro veste di presunti giornalisti.

Che l’informazione oggi debba passare tutta attraverso Facebook, ci sembra un’esagerazione, perché viene meno la funzione storica di mediazione del giornalista. Purtroppo c’è chi non conosce l’abc di questo mestiere e ritiene che, per riempire le pagine di inutili siti, spacciati per giornali, sia sufficiente fare copia e incolla delle delibere oppure delle battute che vengono scambiate sui social network, dove nessuno può controllare o verificare la veridicità delle cose che vengono pubblicate. E’ questo il cosiddetto giornalismo spazzatura che, purtroppo, impera in rete, offrendo lo sciocchezzaio quotidiano ai malcapitati e talvolta ignoranti lettori.

Questa premessa ci è sembrata indispensabile di fronte a una non notizia, trasformata in notizia dai giornalisti della domenica, dietro anche suggerimento di qualche consigliere di centrodestra sprovveduto che, non avendo frecce al proprio arco, sfrutta ogni minima occasione per dimostrare di esistere. E invece di fare politica seria, con gli argomenti importanti utili alla crescita della città, si perde in commenti sulle dichiarazioni del sindaco Paola Natalicchio fatte nei vari contesti anche esterni alla città, spacciando queste dichiarazioni come denigrazioni al buon nome e all’immagine di Molfetta. Alla fine il tutto si rivela controproducente e, come un boomerang, ritorna sulla testa del malcapitato consigliere di centrodestra.

L’ultimo episodio, amplificato dalla cronaca, ci induce ad alcune riflessioni e commenti che, nel nostro mestiere, vengono definiti articoli di fondo. Ci riferiamo a quello che sta avvenendo per le ultime affermazioni della Natalicchio all’Human Factor di Sel a Milano: mi hanno detto non sa contare, eccola, sarà la solita simpatica meteora. Poi abbiamo vinto a Molfetta con 4.000 voti di scarto dal centrodestra che si era comprato i voti a 50 euro, comprandosi i ragazzi,  fuori dalla scuole pornograficamente. Apriti cielo! E’ stata offesa la città, sono stati offesi i partiti, e giù minacce di querele. Una risata vi seppellirà, verrebbe subito da dire (soprattutto leggendo ciò che scrivono i fan della Lega di Salvini: “si sono comprati i voti fuori dalle scuole dando materiale pornografico ai ragazzi”), o “da che pulpito viene la predica” oppure “fai come dico io e non fare come faccio io” e potremmo continuare a lungo.
Pubblichiamo l’intervento completo, visibile anche sulla video gallery di “Quindici” perché tutti si rendano conto del consenso ricevuto dal sindaco a Milano e degli applausi continui della platea: questa sì che ci sembra un’immagine positiva di Molfetta.
Ma dov’è lo scandalo? Dov’è l’offesa? A parte qualche signora che aspira a candidarsi a sindaco in gonnella,  che, giustamente ha necessità di mettersi in mostra per cominciare a raccogliere un po’ di consensi essendo attualmente una illustre sconosciuta, ma i soliti consiglieri comunali di centrodestra che si agitano, spalleggiati dai giornali “amici” e dai blogger servili e voltagabbana che rimproverano ad altri quello che hanno commesso loro stessi in passato.
Ai cittadini di Molfetta, per dovere di cronaca, dovremmo ricordare che già nel periodo elettorale ci fu una campagna contro il voto di scambio da parte dell’Azione cattolica, contro la quale si lanciò il senatore Antonio Azzollini con altri esponenti del centrodestra. E che dire degli insulti sessisti nei confronti della stessa Natalicchio? In questa miseria culturale (e anche ignoranza sul significato e sull’uso delle parole, ma per qualcuno l’italiano è un optional, basta leggere come scrivono) coloro che si offendono per un presunto voto di scambio, già denunciato a suo tempo dalla Natalicchio, vuol dire che non dovrebbe fare la stessa cosa. E qui è facile ricorrere ad un altro detto, “il bue dice all’asino, cornuto”. I consiglieri e i fan del centrodestra ritengono che a loro sia tutto concesso e permesso: insultare, accusare di voto di scambio e quant’altro gli avversari, i quali, però, non devono permettersi di parlare.
Quando si dice che il sindaco getta fango sulla città, ci chiediamo: è più fango quello delle parole, giuste o sbagliate che siano, oppure le presunte corruzioni, il malcostume e gli scandali che hanno seppellito, negli ultimi 10 anni, la città nella melma totale, dalla vicenda edilizia e quella del porto, con l’intervento della magistratura: questi sono fatti, non chiacchiere da bar. Sembra che questa gente parli per far dimenticare la vergogna in cui ha fatto precipitare la città, finita su tutti i giornali e le televisioni nazionali, non per una parola “pornografica”, ma per gli arresti e perfino per il suicidio di un dirigente comunale.
Allora è più scandaloso comprare voti a 50 euro o denunciare questo voto di scambio? Quando si parla di pornografia, si vuole evocare il ribrezzo per questo scambio. E poi, il sindaco Natalicchio aveva già denunciato il voto di scambio come si evince da questa interrogazione parlamentare

E poi c'è il famoso video e le notizie pubblicate su Repubblica il 24.5.2013 che parla delle gite a Monticchio articolo e video rilanciati in questi giorni su Facebook.
Ma come non ricordare ai cittadini, e questo è il compito della stampa libera, quel manifesto vergognoso e diffamatorio (per il quale sono stati querelati e per il quale la magistratura sta indagando), col quale si insinuava un possibile voto di scambio che coinvolgeva il sindaco? Forse, nella loro campagna diffamatoria i consiglieri di centrodestra dovrebbero trovare qualcosa di più concreto delle ridicole accuse che lanciano ogni giorno. Se credono che la gente abbia dimenticato, si sbagliano. Se vogliono continuare in questa campagna di odio, sappiano che continueranno ad essere responsabili di un possibile ulteriore degrado della città, che loro non amano, perché con il rancore livoroso, dimostrano di amare se stessi e le poltrone perdute. Del resto sull’ultimo numero di “Quindici” in edicola la vignetta di Michelangelo Manente fa ironicamente riferimento proprio al candidato sindaco sconfitto Ninnì Camporeale che piange perché gli hanno strappato e bruciato gli aeroplanini di carta. Una campagna di comunicazioni sbagliata e perdente, com’è perdente l’attuale campagna diffamatoria contro il centrosinistra e contro il nostro giornale attraverso personaggi che tutti conoscono, dal passato censurabile e dal presente ancora più discutibile, noti soprattutto per essere disturbati mentalmente e abituati ad alzare il gomito.

A tutti ha risposto lo stesso sindaco: «A Milano ho detto cose semplici. Il tema del mio intervento non è stato il voto di scambio. E' stato denunciare alla classe dirigente di un partito a cui sono molto vicina che spesso mi sono sentita sola. E che spesso i territori sono dimenticati. Per fare questa denuncia ho ricordato qualche elemento della nostra vittoria elettorale. Tra questi elementi, lo ribadisco, ci fu il mercimonio delle offerte di voto in cambio dei 50 euro per fare il rappresentante di lista. Un fenomeno molto diffuso, che mi fu denunciato in campagna elettorale da molti ragazzi delle scuole. Raccolsi alcune di queste denunce e feci un esposto al Prefetto. Era la primavera del 2013. Non ho detto nulla di diverso da quello che ho già detto molte altre volte. Lo scandalo, per molti, è stato l'uso di un avverbio: "pornograficamente". Alcune donne, in particolare, misteriosamente, si sono indignate per questa espressione, chiaramente usata come sinonimo di "scandalosamente" o "scabrosamente". Poiché quella offerta reiterata di 50 euro in cambio di fare il rappresentante di lista e votare per parti politiche che non erano la mia, fatta soprattutto a giovani che votavano la prima volta, mi è sempre sembrata una cosa sporca. In questo senso "pornografica" e "scabrosa". Questo fenomeno in campagna elettorale c'è stato. Non intendo dunque chiedere scusa e se qualcuno vuole denunciarmi è libero di recarsi tanto ai Carabinieri quanto alla Procura. Avrò modo di spiegare e anche di mostrare la denuncia fatta in Prefettura quasi due anni fa. Spero che tutto questo rumore sia utile a far partire una bella campagna elettorale per le regionali in cui, vista l'ondata di indignazione collettiva per quello che ho detto e visto lo stupore profondo che ha suscitato, come se lo dicessi per la prima volta, non ci sia nemmeno bisogno di fare una campagna contro il voto di scambio come nel 2013».
Da tempo, andiamo auspicando la fine di questa campagna di odio, al fine di collaborare per risollevare la città, ma il centrodestra si ostina ad andare avanti e a fare ancora autogol, con iniziative che finiscono per  girare come barzellette nei bar della città. Forse un esperto in comunicazione (non quello degli aeroplanini, per carità!) potrebbe aiutarli a non continuare a piangere per altri tre anni e a prendere boomerang in testa in continuazione. Alla fine restano storditi. E si vede!

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