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Gli “alberi impiccati” e la spocchia di un signore presuntuoso
15 gennaio 2004

Capisco che un giornale anche se cittadino, pur di vendere qualche copia in più, possa scrivere delle idiozie, ma da qui ad esprimere dei giudizi di pessimo gusto, credo sia almeno poco professionale. Detto questo, solo per chiarire, La informo che tantissima gente ha apprezzato la novità proposta dall'Associazione Molfetta Shopping, come scenario nuovo e spettacolare, a proposito delle luminarie del Natale, e gli alberi sospesi e illuminati hanno rappresentato una giusta coreografia al periodo in questione. Capisco che chi ha ironizzato con il termine "alberi impiccati", è un ignorante in materia, tanto da ignorare il lavoro e d'intuizione e di installazione degli stessi alberi. Non credo sia utile fare polemica spicciola con lo pseudo-giornalista che ha fatto bene a scrivere quelle idiozie con un "latino-maccheronico", dove probabilmente i pochi lettori del periodico non hanno nemmeno letto, ma il perseverare con l'immagine degli alberi e la didascalia, con sfottò e attacco anche ad esponenti dell'amministrazione comunale su cose di cui non hanno alcuna responsabilità, credo si sia esagerato. Bastava esprimere un parere di non compiacimento, senza scendere nell'imbeccilità recidiva. Ritengo, anche in considerazione di un precedente "disguido" con un altro collaboratore dello stesso giornale, di dare un consiglio al Direttore e in altre parole: in futuro fare una selezione prima di assumere collaboratori sprovveduti". Grazie con preghiera di pubblicazione. Corrado Minervini (Presidente provinciale Assoimprese e segretario associazioni: Molfetta shopping-Molfetta nigth &day). Pubblico la sua lettera insolente, presuntuosa e offensiva, solo perché il mio rispetto della verità e della democrazia è sicuramente più grande del suo, che dimostra una mentalità gretta, intollerante e perciò totalitaria in linea forse con l'attuale destra alla quale non manca di rivolgere attenzioni e espressioni adulatorie. Del resto, sarebbe stato sufficiente pubblicare la sua lettera così com'è, senza commento, lasciando la valutazione ai nostri intelligenti lettori (che sono, suo malgrado, molti di più di quanto lei miseramente ironizza), che potranno giudicarla liberamente. Del resto lei si fa male da solo come il noto Tafazzi. Ma ho deciso di risponderle, anche se, per il suo peso (malgrado tutti i titoli che snocciola), meriterebbe solo l'indifferenza per le idiozie (queste sì che lo sono) che scrive, perché non posso permettere che lei offenda sia i collaboratori sia i lettori di questo giornale, che va spesso esaurito in edicola e non ha certo bisogno di vendere qualche copia in più con argomenti di secondo piano come gli addobbi natalizi, perché affronta temi ben più importanti degli “alberi impiccati” che a lei piacciono tanto da averli lasciati in giro fino a metà febbraio (peccato che sino stati rimossi prima di Carnevale, sarebbero andati bene per l'occasione). Non posso permettere le offese nemmeno al segretario di un'associazione di commercianti locali che oltre a litigare con la grammatica, dimostra di avere problemi ancora più grossi con la democrazia, soprattutto quando si dimostra intollerante perfino di fronte all'ironia e allo scherzo in latino. (L'autore dell'articolo quando gli ho fatto leggere la sua lettera ha solo commentato: intelligenti pauci). I collaboratori di questo giornale me li scelgo da solo, grazie a una professionalità ultratrentennale e non sono certo “sprovveduti”, ma, senza tema di smentita, i migliori sulla piazza, come dimostra il loro qualificato lavoro, riconosciuto ampiamente dall'opinione pubblica. Non ho, perciò, bisogno di consigli da un “ignorante in materia” (in questo settore ci vuole veramente competenza, mentre la stessa competenza non serve per giudicare un addobbo natalizio). Provi, invece, a fare meglio il suo mestiere, con maggiore umiltà, ascoltando i cittadini (come abbiamo fatto noi) e non quattro amici al bar che per compiacerla dicono bene dell'addobbo natalizio, frutto del suo discutibile gusto estetico e sul quale ha ironizzato tutta Molfetta. C'è libertà di critica in questo paese e sia da noi, sia dalla maggioranza dei cittadini molfettesi la sua proposta è stata bocciata: per il futuro provi a migliorarla e avrà i nostri obiettivi elogi.
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