Giovedì mattina al mercato settimanale di Molfetta l'Idv raccoglierà le firme per le dimissioni del sindaco Azzollini
MOLFETTA - L'Italia dei Valori (Idv), il partito di Di Pietro, giovedì mattina al mercato settimanale di Molfetta, raccoglierà le firme per le dimissioni del sindaco-senatore Antonio Azzollini.
"Ricordiamo anzitutto che Azzollini, già senatore - dice un comunicato dell'Idv -, fu eletto sindaco di Molfetta al ballottaggio l'11 giugno 2006, salvo a dimettersi ed a consegnare la città al Commissario Prefettizio nel 2008 per candidarsi sia al Senato, sia come sindaco: nelle elezioni generali del 13.04.2008 fu eletto senatore e proclamato il 23.04, mentre fu eletto sindaco al ballottaggio del 29.04: grazie a questo espediente egli oggi ricopre ancora le due poltrone, e grazie ad un escamotage oggi egli pretende di rimanere al suo posto.-
La sentenza della Corte Costituzionale ha effetto retroattivo e quindi anche nei suoi confronti; è evidente,poi, che la sconcertante decisione assunta dalla Giunta delle elezioni del Senato a favore di Azzollini con i voti determinanti della Lega Nord, ha il sapore di una ricompensa: tutti ricordano che lo stesso Azzollini, quale presidente della commissione bilancio, il 09.07.2010 presentò un emendamento che consentiva la sospensione del pagamento delle multe inflitte dalla CE agli allevatori che facevano capo alla Lega, alcuni dei quali poi perfino condannati per truffa aggravata per la stessa vicenda.- Così -come ha raccontato tutta la stampa nazionale e le organizzazioni degli allevatori come la Cia e la Confagricoltura- venivano da un lato mortificati gli allevatori onesti che avevano puntualmente pagato, e dall' altro causato un danno notevole al bilancio dello Stato perché ai cinque milioni di euro trattenuti dall' Europa per il mancato rispetto del regime delle quote, se ne sono aggiunti altri 30 nel 2011.-
Ancora una volta quindi si fronteggia la lotta fra la legalità e, dall' altro lato, le caste, le lobby ed i privilegi, che hanno causato danni irreparabili all' economia del nostro paese, per i quali tutti noi oggi viviamo una situazione di crisi della quale non si vede ancora lo sbocco.-
Infatti i doppi incarichi, l' evasione fiscale, le consulenze fasulle, gli appalti manipolati per opere inutili e mai completate, (da ultimo, i 100 milioni di euro per il porto di Molfetta), i privilegi della politica e delle organizzazioni cattoliche, le nomine pilotate nella sanità e nei trasporti, le spese militari e quelle a favore delle scuole private hanno provocato in gran parte la voragine di 1900 miliardi del debito pubblico: occorre chiarire con forza che lo Stato si è da sempre indebitato per reperire il danaro necessario per tutte queste spese, il cui costo era ben superiore alle entrate, in cambio di titoli del Tesoro.- Peraltro, anche sul fronte delle entrate mai si sono voluti toccare i privilegi e tassare i patrimoni.-
Riteniamo quindi che questa vicenda della incompatibilità sia una battaglia di civiltà e deve partire anche da noi il segnale della discontinuità, che significa sottrarre i beni comuni e la politica alla casta ed alle lobby, abbattere il debito anzitutto tagliando spese inutili, privilegi e prebende".