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Giovanni Paolo II: un grande dono per l'umanità intera
15 aprile 2005

Non solo la terra, ma anche il cielo sembrava si fossero raccolti per rendere l'estremo saluto al Papa venuto da lontano. Un'atmosfera carica di mistero, di profonda meditazione, e di intensa emozione sottolineata da lunghi silenzi e da lacrime segrete. Lì, per terra sopra un tappeto, segnata dallo stemma composto da una croce e da una lettera, la lettera M di Maria, e con sopra il libro del santo Vangelo, lumeggiava, al pallido sole e accarezzata dal vento gagliardo, la bara di cipresso con dentro le spoglie mortali di Giovanni Paolo II. Ancora lui, protagonista, anche se muto, in uno scenario sconfinato di colori, di bandiere, di striscioni, soprattutto di presenze. Cardinali, patriarchi, rabbini, arcivescovi e vescovi di tutti i continenti, capi di stato e di governo gremivano il sagrato, e poi una fiumana interminabile di gente affollava Piazza San Pietro, Via della Conciliazione e strade adiacenti, senza contare quelli che si erano raccolti in altre parti della città di Roma: Piazza San Giovanni, Colosseo, Tor Vergata, Circo Massimo per seguire sugli schermi giganti l'eccezionale evento. Così in tante piazze della sfera terrestre, con qualche rarissima eccezione. Un immenso popolo di pellegrini, insomma, mosso dal Papa pellegrino per antonomasia. E' soprattutto un popolo di giovani, quelli delle Giornate mondiali della gioventù e tanti altri, nuovi, credenti e non credenti, cattolici e di altre religioni. Le esequie sono state davvero una festa dell'amore e dell'amicizia. E' avvenuto come se la coscienza mondiale si fosse svegliata di fronte ad una scoperta dalle dimensioni gigantesche. Proprio un “gigante” è Giovanni Paolo II : così, siamo convinti, verrà ricordato nella storia della Chiesa e dell'umanità. Il card. Ratzinger ha pronunciato una toccante omelia, interrotta ripetutamente da applausi. Il più lungo è stato quando il porporato, movendo il braccio e alzandolo in direzione dell'appartamento papale, ha soggiunto: «Possiamo essere sicuri che il nostro Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice». Viene da chiedersi: perché questo Papa ha suscitato una grande unità intorno a sé; perché la sua scomparsa ha provocato tanta nostalgia? La risposta non è difficilissima. Egli non è stato solo un grande uomo, o un grande personaggio che ha segnato un'epoca storica, protagonista indiscusso e universalmente riconosciuto di tanti e importanti cambiamenti. Giovanni Paolo II ha rappresentato in maniera convincente e trasparente la presenza dell'Invisibile. Egli ha riproposto, con parresia, la misura alta dei valori fondamentali della vita, indicando le priorità universali, spiazzando di volta in volta l'inadeguata contrapposizione tra destra e sinistra. Ha risvegliato, soprattutto nei giovani, il gusto di andare contro corrente, a non lasciarsi condizionare dalle mode e a non ingaggiare solo sfide che si è sicuri di vincere. Si può dire, inoltre, che il Papa ha creato unità intorno a sé perché è stato un maestro di umanità a partire dalla genuina comunicazione del Vangelo. Per questo oggi tanti si sentono orfani. La folla che si è riversata intorno alla sue spoglie dice che questo Papa è stato un padre. Giovanni Paolo II ha risposto alla sete di paternità, che è una domanda profonda degli uomini del nostro tempo: aver un padre ed essere fratelli, nonostante le differenze, il retaggio della storia, il peso delle distanze. Attorno a Giovanni Paolo II sgorga libera e forte una domanda di paternità incomprimibile nelle differenti identità o istituzioni. Uomini e donne di ogni provenienza ed estrazione sociale, incontrati in scenari diversi, hanno un ricordo “personale” di questo Papa. Egli li ha incontrati non per populismo o demagogia, ma perché bruciava dalla passione propria del Pastore. Non per nulla aveva il culto e il gusto di ogni frammento di umanità. E questa umanità si è ricomposta attorno a lui. Ci si augura che questa unità e questo dialogo, che egli ha cercato e costruito con tutti, possa continuare anche da lassù. X Luigi Martella Vescovo
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