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Gianni Vattimo a Molfetta per presentare il libro “La conoscenza in una società libera”
12 marzo 2011
MOLFETTA
- La rivista di approfondimento culturale “Terre Libere” e la libreria “Il Ghigno” di Molfetta presentano, sabato 19 Marzo alle 19 presso la Sala Turtur, nel centro storico di Molfetta, un incontro-dibattito con il filosofo
Gianni Vattimo
(foto), in occasione della presentazione del libro “
La conoscenza in una società libera
”. Il volume, edito dalla Levante editori e facente parte della collana “I problemi della Scienza”, è stato scritto da
Marino Centrone
,
Vito Copertino
,
Rossana de Gennaro
,
Massimiliano di Modugno
e
Giacomo Pisani
(redattore di "Quindici"), che interverranno nel corso della serata.
Gianni Vattimo è nato nel 1936, a Torino, dove ha studiato e si è laureato in Filosofia; ha poi seguito due anni i corsi di H. G. Gadamer e K. Loewith all'università di Heidelberg, e ha studiato con Hans-Georg Gadamer e Luigi Pareyson. Dal 1964 insegna all'Università di Torino, nella quale è stato Preside, negli anni ’70, della Facoltà di Lettere e Filosofia. È stato “visiting professor” in alcune università americane (Yale, Los Angeles, New York University, State University of New York) e ha tenuto seminari e conferenze in varie università di tutto il mondo. Negli anni Cinquanta, insieme a Furio Colombo e Umberto Eco, ha lavorato ai programmi culturali della Rai-Tv, conducendo tra l’altro il programma settimanale politico-informativo “Orizzonte”.
È membro dei comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere; è socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino. Ha diretto la “Rivista di Estetica”. Ha ricevuto lauree honoris causa da numerose università del mondo. È Grande ufficiale al merito della Repubblica italiana (1997). Attualmente è vicepresidente
dell'
Academía da Latinidade. È (ed è già stato, tra il 1999 e il 2004) deputato al Parlamento europeo. Nel 2006, Vattimo ha raccontato la sua vita a Piergiorgio Paterlini, autore dell'autobiografia "a quattro mani", pubblicata da Aliberti (
Non Essere Dio
).
Studioso di Nietzsche e Heidegger, teorizzatore del “pensiero debole”, Vattimo è uno dei più grandi filosofi del nostro tempo. Tra le sue principali opere:
Il concetto di fare in Aristotele
1961;
Essere, storia e linguaggio in Heidegger
1963;
Ipotesi su Nietzsche
1967;
Poesia e ontologia
1968;
Schleiermacher, filosofo dell'interpretazione
1968;
Introduzione ad Heidegger
1971;
Il soggetto e la maschera
1974;
Le avventure della differenza
1980;
Al di là del soggetto
1981;
Il pensiero debole
1983 (a cura di G. Vattimo e P. A. Rovatti);
La fine della modernità
1985;
Introduzione a Nietzsche
1985;
La società trasparente
1989;
Etica dell' interpretazione
1989;
Filosofia al presente
1990;
Oltre l'interpretazione
1994;
Credere di credere
l996,
Addio alla Verità
, 2009.
Autore:
Giacomo Pisani
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Jonathan Livingston - Volo Libero
13 Marzo 2011 alle ore 11:33:00
1°Parte. - La conoscenza in una società libera – Un libro che non può mancare a chi vuole con coraggio e senza paure, mettere ordine al “disordine” socio-filosofico, creato dal pensiero contemporaneo; questa “età contemporanea” considerata (da alcuni) come “un'età buia”. La filosofia è un modo di pensare, se non addirittura di vivere, che sta a metà strada tra la scienza e la religione. Nel mondo esistono cose che si sanno e cose che non si sanno, ma che in compenso si credono. Infine, ci sono cose che non si sanno e non si credono, come l'essere, ad esempio, sulle quali si discute e si litiga dai tempi di Parmenide e che costituiscono per l'appunto la filosofia. - “Come erano belli i volti dei ragazzi e delle ragazze che seguivano le lezioni dei cattivi maestri, sorridevano, alla fine della lezione sorridevano perché c'era ancora la speranza di poter avere un salario, una vita, esistevano ancora possibilità di vita, di amore e di vita……..” (M. Centrone). - “L'imperio delle leggi di mercato ha corroso il legame sociale, il tessuto connettivo della comunità umana, e ha proiettato ciascuno in una dimensione monadica ed individualizzata che amplifica il rischio della nevrosi e trasforma la paura e l'incertezza nella proiezione colpevole dell'Altro……”(R. De Gennaro). - (continua)
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Jonathan Livingston - Volo Libero
13 Marzo 2011 alle ore 11:31:00
2°Parte. - “Nell'era del neoliberismo economico, la scienza è stata usata sempre più per governare l'ordine pubblico. .………. c'è insomma da prendere atto che, nel mondo uscito dall'abbattimento del “muro di Berlino”, la scienza ha definitivamente perso la sua innocenza. Da tempo i ricercatori non si fanno più illusioni”.(V. Copertino). - “Un scienza mossa da significati stabiliti da logiche formali e algoritmiche astratte appiattisce la realtà su un'unica dimensione e indirizza lo sviluppo delle capacità in un'unica direzione alienante. (G. Pisani). “La scomparsa della soggettività porta ad un'altra conseguenza. Il soggetto moderno non era semplicemente agente, esso era anche principio della conoscenza, fondamento della scienza. Ora, il post-anarchismo destabilizza le idee di razionalità e universalità care agli illuministi. La scienza non è essenzialmente buona; essa non porta necessariamente ad un'evoluzione positiva dell'umanità. (M. Di Modugno). - Chiudo dando un consiglio ai lettori digiuni di filosofia: se trovate qualche capitolo indigesto non vi preoccupate, saltatelo a piè pari. Poi, magari, ci tornerete sopra in un secondo momento, a libro finito. - (fine)
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Postcard from Molfetta
12 Marzo 2011 alle ore 23:32:00
Che cosa ce ne facciamo della libertà se il mondo ci fa paura? L'ultimo decennio ha visto acutizzarsi il senso dell'incertezza: le persone avvertono con sgomento il venir meno di importanti garanzie, devono pensare da sé al futuro, preoccuparsi delle proprie chance sul mercato del lavoro, della formazione dei figli e della sicurezza della vecchiaia. E' sempre più spesso i cittadini si mobilitano contro tutto ciò che ai loro occhi appare come una minaccia destabilizzante e, chiedendo protezione alle istituzioni, chiedono di fatto limitazioni alla libertà, tanto anelata nel corso del Novecento. Là dove la sicurezza sociale viene meno, le virtù borghesi finiscono per trasformarsi in aggressività pura e smania di autodifesa. Nell'ampio spettro di possibilità che la libertà politica ci offre dovremmo invece ravvisare l'opportunità di prendere congedo da un universo di ideali divenuti per ognuno troppo ossessivi – abbondanza, carriera, profitto – e di inventarci nuovi modelli e tempi di vita. Scrive Martin Baethge: “ciò che annuncia il domani può non essere affatto rappresentativo oggi”. La natura acrobatica di questa condizione della civiltà è stata espressa con una chiarezza esemplare – e con un accento pessimistico – da Goffried Benn: “Perchè secondo me la storia dell'uomo ha inizio solo adesso, con i suoi pericoli, le sue tragedie. Fino a oggi, alle sue spalle c'erano ancora gli altari dei santi, le ali degli arcangeli, e tutto questo scorreva sulle debolezze e sulle piaghe dell'uomo dalle chiese, dalle fonti battesimali. Adesso incomincia per lui la serie delle grandi sciagure insolubili, di cui Nietzsche sarà stato solo ilm prologo”.
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