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Gianni Porta (Prc), nuovo componente del Direttivo Nazionale ANCI
05 ottobre 2011

MOLFETTA - Nominato componente del Direttivo Nazionale della Conferenza dei Consigli Comunali ANCI il consigliere comunale Gianni Porta (Rifondazione Comunista). Un incarico «che qualifica la presenza della Città di Molfetta in un consesso di livello nazionale e che premia il rinnovamento della politica che non è necessariamente “giovanilismo “ o “nuovismo” a tutti i costi», ricorda Rifondazione in occasione dell’assemblea annuale dell'ANCI si terrà a Brindisi dal 5 all'8 ottobre prossimi.
«Si tratta per noi comunisti di una conferma ulteriore della militanza in un partito come luogo di formazione costante e permanente all'insegna del puro spirito di servizio - si legge nel comunicato - si tratta per noi come circolo locale di Rifondazione Comunista, come uomini e donne della sinistra di alternativa di un riconoscimento al lavoro quotidiano – pur tra limiti ed errori – di opposizione alla destra di Azzollini e costruzione di una nuova città senza trasformismi e clientele.
Confidando che tale nomina possa costituire elemento di valorizzazione dell'intero Consiglio Comunale della Città di Molfetta e contributo alla rivalutazione degli organismi elettivi rispetto a quelli esecutivi come antidoto alla personalizzazione della politica – sempre più in crisi proprio per un esasperato individualismo anticamera del populismo carismatico – rinnoviamo gli auguri di buon lavoro al compagno consigliere Porta».

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Parliamoci chiaro, PRC, ovvero Partito Rifondazione Comunista! Altrove in Europa il movimento comunista è stato spinto ai margini della vita politica. In Svezia, in Germania non hanno mai ottenuto riconoscimenti a livello nazionale o regionale. Non solo il movimento comunista ha perso elettori, ma sembra anche mancare di vigore ideologico. L"eurocomunismo", fiorito in Italia, in Spagna e perfino in Francia verso la metà degli anni Settanta, che aveva rinvigorito i partiti occidentali, si è come svuotato di significato. La fine della dittatura in Spagna e Portogallo non ha portato i partiti comunisti al potere. E il rapido mutamento tecnologico dell'Occidente priva sempre più il marxismo del materiale umano che era la sua forza: un esteso proletariato industriale. La maggior parte dei non-comunisti occidentali vedono di buon occhio il declino sempre più evidente dei partiti marxisti. C'è chi ritiene che i partiti comunisti occidentali, a condizione che rimangano piccoli, offrano un utile valvola di sfogo alla protezione sociale. E' improbabile che i partiti comunisti occidentali scompaiano del tutto. Ma è altrettanto improbabile che in questo secolo, nell'Europa, possa riemergere un movimento marxista credibile. La netta divisione fra destra e sinistra che Marx ed Engels produssero nella politica europea sta velocemente sfumando. Ben presto, gli aspiranti rinnovatori del comunismo potrebbero somigliare ad archeologi intenti a vagliare i reperti fra i ruderi dell'ideologia.



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