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GIANNI PORTA, EX CANDIDATO SINDACO, CONSIGLIERE COMUNALE DI RIFONDAZIONE
15 aprile 2019

Quella del nuovo teatro credo si tratti di un’iniziativa estemporanea e senza fondati presupposti, se non quello della “sindrome da faraone” che spesso colpisce gli amministratori della nostra città. Si tratta di un obiettivo che non era presente nel programma elettorale del sindaco né nel penultimo bilancio, quello del 2018. Ciò vuol dire che l’iniziativa è maturata nell’ultimo anno, non si capisce bene in base a quale necessità o bisogno. Un contenitore o struttura culturale può anche essere periferica, non è questo il difetto, penso all’anfiteatro di Ponente che avrebbe bisogno di una manutenzione straordinaria e soprattutto del suo completo rifacimento per migliorarne la capienza e dotarlo anche di una copertura per renderlo utilizzabile anche d’inverno. Ormai tutte le strutture culturali che non prevedano una disponibilità finanziaria dell’Ente locale a sobbarcarsi anche le perdite sono destinate a rimanere chiuse o a chiudere dopo poco tempo. Le dimensioni? Ho letto di questa come di altre riserve e critiche, avanzate proprio in sede di presentazione del progetto di fattibilità, anche da quanti erano stati invitati a cantare le lodi del nuovo teatro. “Non luoghi” lo sono o lo diventano quelle strutture o opere che non rispondono a un bisogno sociale, a un vissuto culturale che ne richiedono fortemente la realizzazione e ne alimentano la sua vita. L’ipotesi della sala cinematografica? Sarebbe utile capire se oltre agli studi di fattibilità e alle progettazioni dell’opera, l’Amministrazione abbia incaricato qualcuno per uno studio di fattibilità e sostenibilità economicogestionale. Non possiamo ridurre la discussione sulle opere pubbliche e la loro utilità al rango di chiacchiera da bar come spesso è avvenuto e avviene nella nostra città, con i risultati sotto gli occhi di tutti. Due teatri allo stesso costo? Francamente credo che con questo stato di sofferenza delle casse pubbliche degli Enti locali, e in particolare del nostro Comune, sarebbe già una grande impresa assicurare la buona e ordinata gestione delle strutture pubbliche culturali e sportive esistenti, anziché esercitarsi nella moltiplicazione di pani e di pesci. Quella di Capotorti può essere una intitolazione buona come altre, spero solo che non sia un’etichetta da apporre a un barattolo vuoto e a perdere. Isabella de Pinto

Autore: Isabella de Pinto
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