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Gesù, l'anticristo. Isteria d'amore e disperazione. A Molfetta spettacolo per Digressione contemplattiva Sabato 26 e domenica 27 gennaio alle ore 21 nella Cappella della Madonna della Rosa
16 gennaio 2008

MOLFETTA - Se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori della verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità. Con queste parole Dostoevskij si schierava decisamente dalla parte di Cristo, indipendentemente e nonostante l'evidenza dei fatti potesse opporsi a vantaggio della verità. Potremmo far nostre queste parole se anche per noi la fede fosse una certezza assoluta, gratuita e rischiosa. Siamo, purtroppo, divorati dal dubbio, dall'evidenza e dal timore che Dio ci abbia abbandonati o, peggio ancora, che non abbia granché a che fare con gli uomini. Per questo spesso non resta che la cosa più ragionevole e ovvia: concludere che la fede è pura illusione. Sfogliando tutte le pagine della storia, dal mito alla ragione metafisica, dalla scienza alla politica, dai misteri esoterici al pragmatismo assoluto, dalle sublimazioni estetiche ai vari sincretismi, dalla magia allo storicismo fino al nichilismo, si torna sempre allo stesso punto di partenza: ciò che “per grazia” è dato può anche non essere accettato, ma il rifiuto non basta a cancellarne l'esistenza. Come dire che Dio resta, a dispetto di tutto e di tutti e di questa disperata situazione vi sono innumerevoli testimonianze nella grande letteratura contemporanea. Ora che riannodo un filo spezzato tanti anni fa, riprendendo il linguaggio dell'arte, non posso non partire proprio da dove per me tutto è cominciato e finito; a quel sacerdozio guardo con la curiosità e trepidazione di chi, figlio del suo tempo, non teme di assaporare il dubbio della ragione ed abbandonarsi nel buio della fede dove trovare la luce della vita. Con lo spettacolo Gesù, l'anticristo (in replica sabato 26 e domenica 27 gennaio alle ore 21 nella cappella della Madonna della Rosa) mi permetto di esternare con il linguaggio dell'arte quello in cui credo e come lo credo. Nessuna presunzione d'insegnamento né saccenza di testimonianza; soltanto timido racconto che accarezza tra le lacrime il sonno di un credente che puntualmente si sveglia con gli occhi gonfi di gioia. Lo spettacolo propone un'esperienza sinestetica e utilizza il linguaggio multimediale: alla presenza vigorosa ed ingombrante dell'attore si contrappone la leggerezza virtuale della voce che si fa soffio impalpabile nella luce soffusa di un cero; a concitati movimenti di sequenze visive fa da contraltare la staticità maestosa dello sfondo pittorico. Tutto nell'infrangersi di un mistero che conclude e riapre. info@digressionecontemplattiva.org prenotazione: www.digressionecontemplattiva.org
Autore: Girolamo Samarelli
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