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Generazione noia? No, c'è chi lotta per cambiare la società INTERVENTO
15 marzo 2005

Ho diciassette anni e so cosa significa vedere vicino a sé ragazzi della stessa età o poco più vivere la propria vita con superficialità. Pensando che a vivere siano solo loro e qualche amico attorno, disinteressati al resto del pianeta, troppo lontano dalla propria sfera di interessi immediati. Certo, c'è sempre posto per qualche sana lamentela. Lamentarsi non costa niente e fa sicuramente meno paura di affrontare domande e realtà per niente facili, di guardare negli occhi il presente ed il futuro, di riflettere sul fatto che anche noi abbiamo diritto ad avere un giorno un lavoro onesto, una famiglia nostra, una casa… ma che questo spesso ha un prezzo troppo caro. Una parte preferisce far finta di niente. Lasciarsi galleggiare in un mondo di routine e televisione, che evada quello reale, dove è possibile sterilizzare le sue piccole imprecisioni, assuefarsi al presente, vivere con tranquillità – finché sia possibile. Una parte di giovani accetta, mi piace pensare solo temporaneamente, regole che non capisce o non condivide. Tuttavia non credo che si possano relegare tutti i ragazzi di Molfetta e non nel limbo del disimpegno. La realtà che io vedo e sento non è negativa. Ci sono giovani, e non sono una minoranza, che lottano per cambiare le regole del gioco, che non sono soli perché riescono a guardare oltre loro stessi. Che esprimono il loro dissenso e negli ultimi anni hanno creato anche a Molfetta una tale rete di opportunità, controinformazione, scambi, iniziative, collaborazioni che alla lunga sgretolerà gran parte di quel muro di indifferenza contro cui è facile schiantarsi quando si vive in una di quelle città del Mezzogiorno – ma non credo che il problema riguardi solo il Sud – dove tutto cambia per non cambiare. Il punto è che spesso la politica, anche se continuano a ripeterci il contrario, condiziona la nostra vita e non voler pensare a questo significa essere poi travolti da decisioni e scelte che ci danneggiano senza avere mai la possibilità e la forza di reagire. Il punto è che se pure si credesse che la politica fosse solo interessi di pochi sarebbe cosa quantomeno opportuna per ognuno voler partecipare alla discussione sulla sua Polis, per portare avanti le esigenze proprie e della propria comunità. Non è una lotta di Davide contro Golia, ma un dialogo possibile in un contesto democratico fra cervelli pensanti con idee e bisogni da esprimere. A Molfetta il protagonismo giovanile si esprime soprattutto nelle associazioni. Ad esempio nell'ambito della cultura e della promozione sociale. Penso all'Arci o alla Casa dei popoli. Sono spazi fisici – non più solo parole – dove vive un'altra idea di politica, un'idea che, pur non essendo invasiva e partiticizzata, permea ogni centimetro quadrato di quei luoghi ed ogni istante di attività. In questa città, inoltre, già da qualche anno si impegnano diversi collettivi nella tutela dei diritti degli studenti, nella lotta al disinteresse e agli effetti della riforma Moratti. In piazza come nelle assemblee, in classe come nell'etere – mi riferisco, ad esempio, al programma radiofonico di Studentipuntonet/Studenti di Sinistra “Come piace a me” in onda ogni martedì su Radio Idea. E poi, se mi si permette un passaggio sulla giovanile di cui faccio parte, ci siamo noi. La Sinistra giovanile è impegnata, con determinazione e tenacia, nella realizzazione di una polis diversa, più libera, senza censure e soprattutto più equa. Che dia a tutti la possibilità di contare, non soltanto come consumatori o numeri su cartellini da timbrare. Non come una generazione invisibile. E lo fa da sempre. Sul fronte degli spazi (Aritmia Mediterranea è forse la più forte provocazione che abbiamo lanciato su questo tema), della socialità, della partecipazione, della tutela dei diritti civili e della libertà. Ed è per continuare questo percorso che il 28 febbraio avrà inizio un nuovo laboratorio: CITTAdinanzaVIVA. Un progetto elaborato con i Democratici di Sinistra di Molfetta, con la collaborazione della federazione barese della Sinistra Giovanile. Vogliamo far comprendere ai nostri coetanei quanto sia importante il loro interesse per la politica e nello specifico nel campo della scuola e del mercato del lavoro, dell'immigrazione e dei diritti civili, che altrimenti avrebbero come conseguenza situazioni di disagio, precarietà, mancanza di tutela dei diritti sanciti dalla legge. Diritti che spesso i giovani e non solo (l'invito è aperto a tutti coloro che desiderino partecipare) non conoscono. Vogliamo, infatti, ragionare con studenti, insegnanti e lavoratori su quello che c'è e su quello che invece ci dovrebbe – e ci potrebbe – essere. Il primo incontro, “Scusi prof… parliamo di domani”, si terrà presso la fabbrica di San Domenico. Interverranno Emiliano Citarella, responsabile nazionale Scuola Sinistra giovanile; Fausto Raciti, presidente nazionale Studenti di sinistra; Francesca Abbrescia, responsabile provinciale mercato del lavoro, formazione e politiche giovanili Cgil e l'on. Alba Sasso, parlamentare DS, da sempre impegnata sui temi della scuola. Per continuare e per molti, mi auguro, iniziare un cammino insieme perché “un altro mondo è possibile” e l'alternativa è già in costruzione. Marta Facchini Segretaria Sinistra giovanile Molfetta
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