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Gabriella la tragedia e gli amici
15 giugno 2014

È passato già un mese dal giorno in cui la giovane Gabriella Cipriani, in un tragico incidente, ha persola vita. Non la conoscevo personalmente; conosco invece la mamma Giulia, la nonna Grazia (affettuosamente Zetta, per gli amici), gli zii Saverio e Nicla. Non ero a Molfetta quando il dramma si è abbattuto sulla famiglia Cipriani (non conosco personalmente il papà, ma gli sono ugualmente vicino con fraterna solidarietà); avrei voluto, come tanti, poter stringere la mano di Giulia, del marito, dei fratelli, di Zetta, di Saverio e Nicla. Non sarebbe servito a molto come conforto per loro, ma chissà, per me sarebbe stato forse meno penoso pensare ai miei amici, così come ho continuato a fare in questi ultimi giorni, tanto duramente abbattuti dall’evento tragico. È, per me, sempre molto difficile affrontare i superstiti, partecipare al loro dolore, dire loro parole di vero conforto senza cadere nella banalità delle formule d’uso. Lo è ancora di più, quando le vittime superstiti della tragedia sono persone che conosci, che hai imparato a stimare, pur nel saltuario rapporto che puoi intrattenere, ad esempio con Giulia. Quante volte passando davanti al suo studio per recarmi allo Scalo, entravo per farle un saluto. Lei, sempre con accogliente cortesia, metteva subito via documenti, registri, altro su cui stava lavorando mi invitava ad entrare e: …vuoi un caffè?, che apprezzavo volentieri. Si parlava del più e del meno di attualità, di musica, di film, e, visto che qualche volta, con la mia Signora, ho accompagnato sua mamma Zetta ed altre amiche, a cinema, mi suggeriva quali film andare a guardare, insieme alle ladies (come soleva definirle). Amica Giulia, non so se sarò più capace di venirti a trovare, quando, fra qualche tempo, chissà il peso enorme della mancanza della piccola Gabriella, sarà stemperato un po’ dal tempo (dicono che sia la miglior medicina, in certi casi; sarà?) e riprenderai la vita… normale, per dimostrarti la mia amicizia, la mia solidarietà, la mia partecipazione. Proverò, ma se non fosse così, vorrei che tu sappia che ho partecipato e partecipo al vostro immenso dolore, per quel po’ che può valere, con tutto l’affetto e l’amicizia che ho per voi. Spero vivamente che questo mio piccolo pensiero, che rendo pubblico, non solletichi i soliti assurdi, fasulli maitres à penser con elucubrazioni grevi e fuori luogo con ricerca di significati tanto oscuri quanto assurdi, così come è già successo: sono anche queste miserie della nostra vita! Vuole solo essere la testimonianza della mia affettuosa amicizia per te, il tuo consorte ed i tuoi familiari. Ciao, Giulia.

Autore: Tommaso Gaudio
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