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Furto nella sede del Comune di Via Carnicella Continua l'emergenza criminalità
02 settembre 2006

MOLFETTA - Talvolta il destino è proprio beffardo. Sono mesi ormai che Quindici denuncia con articoli ed inchieste l'emergenza criminalità nella nostra città, partendo da dati di fatto oggettivi e sotto gli occhi di tutti e dalle innumerevoli segnalazioni dei lettori che continuano ad evidenziarci come ormai a Molfetta non si sentano più sicuri a causa di una microcriminalità dilagante, punta dell'iceberg di una diffusa cultura dell'illegalità che sta tornando prepotentemente a prendere piede. Ma la nostra pare davvero vox clamans in deserto dal momento che, guardandoci attorno, rileviamo come tutti, a partire dalle istituzioni e da altri organi di informazione, sono portati a minimizzare, a sottovalutare, a sostenere che non esiste nessuna questione criminalità a Molfetta, che sono tutte invenzioni di chi non vuole il bene della città, non capendo che è proprio perché a Molfetta teniamo che siamo portati a denunciare quanto di brutto vi accade. E chissà se al Comune continueranno a pensarla ancora così, continueranno a chiudere gli occhi davanti alla realtà, a volgere lo sguardo da un'altra parte anche dopo che alcuni ladri, la notte scorsa, sono entrati addirittura nella sede di Via Carnicella portando via un magro bottino fatto di due computer, un proiettore ed un telefonino. Variante, quella del furto in Comune, di un fenomeno odioso che ormai imperversa in città e cioè quello dei furti negli appartamenti tornati prepotentemente all'ordine del giorno dopo un periodo di relativa calma su questo fronte. Ma l'emergenza criminalità non si ferma certo qui: che dire (per non parlare dei molteplici fatti di sangue) per esempio degli episodi di bullismo perpetrati da minorenni ai danni di propri coetanei o addirittura adulti? E' di qualche settimana fa una vera e propria rissa che ha coinvolto (sotto lo sguardo incredulo di moltissimi passanti) almeno una decina di minorenni, scoppiata per futili motivi al Lungomare, divenuto (anche a causa della mancata chiusura estiva di cui qualche amministratore, prima o poi, dovrà pur rendere conto) per tutta l'estate il luogo del caos più assoluto e del disprezzo di ogni regola di convivenza civile. Se istituzioni e forze dell'ordine aspettano le denunce dei cittadini per intervenire, c'è poco da star sereni. Hanno mai sentito parlare di prevenzione? Per non parlare della fiducia che i cittadini ormai ripongono nelle istituzioni e in particolare in chi dovrebbe essere preposto a far rispettare la legge ed a tutelare l'ordine pubblico. E, diciamolo con chiarezza, anche la recente legge sull'indulto (votata dal centrosinistra e dal centrodestra) non ha rappresentato un bel segnale di credibilità delle istituzioni. Se chi denuncia una violenza vede scarcerato nel breve volgere di un mattino il suo aggressore, quale genere di fiducia può nutrire nello Stato, quale garanzia può avere di non essere fatto oggetto di vendette o ripicche? Come si può chiedere a cittadini onesti, magari ragazzi che hanno subito orrende violenze in pieno centro cittadino, di comportarsi da eroi? Di moralisti ne abbiamo piene le tasche. Sarebbe ora che tutti iniziassero a fare il proprio dovere. A noi spetta quello di porre all'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni la gravità di una situazione che rischia di divenire fuori controllo. E se continueremo ad essere i soli a farlo non ci tireremo certo indietro. Sperando, prima o poi, di trovare orecchie disposte ad ascoltare.
Autore: Giulio Calvani
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