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Francesco Padre, i 23 reperti all'esame dei RIS di Roma: entro due mesi il responso Decisivi i risultati relativi un pezzo di legno con un foro. Quattro gli esperti di chimica, balistica e merceologia: nei prossimi gironi lavaggio dei reperti e accertamenti di tipo balistico
14 dicembre 2011

ROMA - Sono arrivati al Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Roma i 23 reperti del Francesco Padre, recuperati durante le ricognizioni (guarda il video) di ottobre a 254mt di profondità (a circa 20 miglia a Sud-Ovest della città montenegrina di Budva). Saranno ora esaminati dal RIS, dopo un accurato esame e l’acquisizione fotografica degli stessi.
Per estrarre eventuali tracce residue di esplosivo, nei prossimi giorni saranno eseguiti dei lavaggi ai reperti, oltre ad accertamenti di tipo balistico per avvalorare la tesi del mitragliamento. Infatti, due sono le ipotesi della Procura della Repubblica di Trani: la ritorsione serbo-montenegrina, dopo la denuncia pubblica del 30 ottobre 1994 del comandante Giovanni Pansini a Telemontecarlo per il trasbordo illegale del pescato da navi montenegrine e serbe su pescherecci molfettesi; l’errore militare, perché la zona dell’affondamento era inclusa nella più vasta area dell’operazione di embargo del Montenegro “Sharp Guard
Saranno quattro gli esperti di chimica, balistica e merceologia impegnati nelle analisi dei 23 reperti: parte del fasciame del motopesca, frammenti di legno presumibilmente di pertinenza del natante, frammenti di cinghie trapezoidali di trasmissione del gruppo motore (missione del 4-7 ottobre 2011); pezzi di legno e formica di varie misure e specie, pezzi metallici, cilindri e piatti, due scarpe (nella foto)e una porzione di fasciame della parte prodiera sinistra esterna (missione del 18-25 ottobre).
Decisivi i risultati relativi un pezzo di legno con un foro, probabilmente ciò che resta di un proiettile esploso contro il motopesca: dovranno essere accertate tracce organiche (esplosivo o simili), oltre a stabilire una presuntiva distanza di sparo.
Gli esami tecnici consentiranno di accertare se quanto recuperato nelle due ricognizioni appartenga al motopesca. I consulenti della difesa potranno partecipare all’esame dei reperti. Tra due mesi il responso che chiuderà il caso dopo 17 anni dall’affondamento (notte tra il 3 e il 4 novembre del 1994), ribaltando sicuramente la versione del processo archiviato nel 1997.
 
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Autore: Q
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