Francesco Compagna (I parte)
NAPOLI - 3.5.2008
Nato a Napoli il 31 luglio del 1921 da una famiglia di baroni proprietari di terre in Calabria, Francesco Compagna (foto), dopo la laurea in giurisprudenza, prosegue la sua formazione culturale, civile e politica presso l'Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Bendetto Croce e diretto da Federico Chabod. Collaboratore del Mondo di Pannunzio, nel 1954 fonderà e dirigerà per tutta la vita la rivista mensile Nord e Sud.
Fin dall'inizio al centro dei suoi interessi storici, politici e culturali c'è il Sud d'Italia con la sua storia, la sua tradizione e il suo territorio. Alieno da impostazioni erudite sosterrà sempre un'ideale di storiografia impegnata, volta alla comprensione critica dei problemi del presente.
Con Labirinto meridionale definisce le basi del suo liberalismo puro e duro, richiamandosi direttamente alla lezione crociana. Lezione che non accetta acriticamente, mettendone in evidenza sia i limiti di anali e valutazione in relazione alla crisi dello Stato liberale nell'immediato primo dopo guerra sia il sostanziale disinteresse nei confronti delle masse.
Sulla scia di Salvemini, Compagna critica la piccola e media borghesia meridionale per il suo atteggiamento oscillante tra qualunquismo, giacobinismo verbale e nazionalfascismo.
Mentre la lezione di Croce gli consente di collocare la sua lotta meridionalistica nella tradizione risorgimentale, la lezione di Salvemini lo induce all'analisi dei problemi concreti, e quella di Saraceno e Rossi-Doria lo inducano a tradurle in indirizzi di governo e in interventi politici concreti.
Nel 1959 con la pubblicazione di Terroni in città, Compagna delinea chiaramente le sue prospettive di analisi relative ai problemi del territorio e delle città, indicando nella funzione “terziaria” di queste ultime la possibilità di favorire le allocazioni industriali nei pressi dei centri medi e minori, in modo tale da evitare la formazione di megalopoli ingestibili.
Salvatore Lucchese