Fra città metropolitana e sesta provincia, quale futuro per Molfetta?
MOLFETTA – 20.2.2004
Sarà la vicinanza delle elezioni, sarà che stanno per esser prese in merito importanti decisioni, ma la Provincia, per anni considerata un'istituzione di poco peso, è messa al centro della scena politica.
Lo scorso dicembre è nato, per merito di politici e semplici cittadini, il “Comitato promotore per la valorizzazione del territorio di Molfetta e dei comuni limitrofi”, con un obiettivo chiaro fin dal nome e ribadito durante una manifestazione del 19 febbraio, cui sono stati invitati i rappresentanti istituzionali di Molfetta, Bisceglie, Bitonto, Ruvo, Corato, Giovinazzo, Terlizzi, Modugno, Palo. Perché questi, è presto detto. Costituita ormai la sesta provincia, in predicato di nascere la “città metropolitana” di Bari, il destino di questi Comuni, rimasti fuori della ridefinizione territoriale, appare incerto.
Non si tratta della solita difesa del campanile. I finanziamenti per il nostro territorio e quindi concretamente le sue possibilità di sviluppo, passano attraverso queste nuove strutture, farne parte o restarne fuori, decidere di stare nell'una piuttosto che nell'altra, vuol dire porre un'ipoteca seria sull'avvenire della città.
Intanto, nel corso dell'incontro pubblico, coordinato da Annalisa Altomare, si è cercato di far chiarezza sulle nuove realtà territoriali.
Le “aree metropolitane” sono state istituite dalla legge 142/92 e individuate dal D.L. 267/2000 in numero di 11 in tutta Italia, fra queste Bari. All'interno delle aree metropolitane i Comuni capoluogo, nel nostro caso Bari, e quelli ad esso uniti da contiguità territoriale possono costituirsi in “città metropolitane”, con ordinamento differente, che finiscono per acquisire le funzioni attualmente svolte dalla Provincia.
Se passasse la proposta di Bari “città metropolitana”, comprendente 12 comuni, quelli esclusi rimarrebbero in una Provincia di Bari svuotata di significato e soprattutto sarebbero tagliati fuori da finanziamenti, progetti e piani di sviluppo che riguarderanno questa Bari allargata.
Ecco perché appare necessario che i cittadini siano informati e che si capisca qual è la scelta migliore per cercare, attraverso i rappresentanti istituzionali, di far valere le esigenze non della sola Molfetta, ma degli altri Comuni che potrebbero dividerne il destino di marginalizzazione.
Dal dibattito, coinvolti consiglieri comunali, provinciali ed uno regionale e i due sindaci di Molfetta e Terlizzi, è emersa una tendenza soprattutto. Quella di contrastare la naturale e storica tendenza accentratrice di Bari, che sarebbe rafforzata dalla sua trasformazione in “città metropolitana”, puntando piuttosto all'allargamento dell'area metropolitana, all'interno della quale Comuni omogenei per storia, strutture economiche, vocazioni di sviluppo, come quelli cui fa riferimento il “Comitato di valorizzazione”, potrebbero costituire “circondari”, sorta d'organismi di decentramento, la sommatoria dei quali coinciderebbe con l'area metropolitana. Una scelta che garantirebbe da un lato una progettazione d'insieme, non particolaristica, della crescita dell'area e dall'altra un reale decentramento e una concertazione fra realtà affini. A detta del consigliere provinciale della “Margherita”, Mastropierro, quest'ipotesi è stata già presa in considerazione nell'attuale Consiglio Provinciale.
Non c'è stato a tenersi l'accusa d'inerzia, il sindaco Tommaso Minervini, il quale ha rivelato che da un anno va avanti la ricerca d'intesa con i sindaci dei comuni, chiamiamoli così, esclusi, che ha portato nei giorni scorsi alla stesura di un documento che dovrebbe essere firmato e quindi reso noto alla fine del mese di febbraio.
Una notazione ultima, Annalisa Altomare, che ha coordinato l'incontro, ha specificato che trattavasi di una manifestazione non partitica, di natura civica, cosa che del resto ha permesso che fossero presenti rappresentanti istituzionali di varie forze. Non può certo sfuggire però, semplicemente a chi abbia occhi per vedere, che fosse presente in massa la “Margherita”, con coordinatore cittadino e provinciale, il consigliere regionale Sannicandro, consiglieri comunali e Guglielmo Minervini. Così come la presenza, più da padrone di casa che da ospite, dell'onnipresente Lillino di Gioia e del suo seguito.
A volte le logiche politiche appaiono davvero diverse da quelle della gente comune.
Lella Salvemini