C’è una sensazione fortissima che mi accompagna in questi mesi di commissariamento ed è quella di un calo di tensione fortissimo, in termini di presidio democratico e di controllo partecipato su tematiche strategiche per il presente e il futuro della città. Faccio alcuni esempi concreti, anzi provo a stilare una lista, settore per settore. MADONNA DEI MARTIRI E LA CONVENZIONE COL COMPARTO 19 Ho incontrato di recente il comitato di quartiere Madonna dei Martiri e fatto con i cittadini un giro nel quartiere. Le cose vanno meglio e dal 2013 ne abbiamo fatta di strada. Ricordo che in campagna elettorale abbiamo fatto concerti e manifestazioni in mezzo alle palazzine, sia ex Iacp che comunali. Cadevano a pezzi, arrivavano a staccarsi dalle facciate pezzi di cornicioni. In pochi mesi abbiamo avviato quasi 500mila euro di lavori per il rifacimento delle palazzine comunali, che abbiamo dotato di nuovi ascensori: i lavori stanno per finire, le palazzine hanno finalmente decoro, sicurezza e servizi. Entro Natale saranno anche montati gli ascensori attesi da sempre. Anche le palazzine ex Iacp, grazie a un dialogo costante con l’ex direttore dell’istituto, che oggi si chiama Arca, Sabino Lupelli, sono state rifatte e risistemate, compresa la famosa “L”, che era davvero pericolante. Anche venendo da via Bisceglie, il quartiere mostra un altro colpo d’occhio, ma è adesso il momento del salto di qualità. Abbiamo infatti lasciato al quartiere 2 milioni e mezzo di finanziamento del Patto per il Sud, che vanno a finanziare una nuova piazza pubblica nella zona della “L”, alla fine di viale dei Crociati, prevista nel famoso ed eterno PIRP. Approvammo noi nel 2013 la variante al PIRP e alcuni mesi dopo il progetto definitivo della nuova piazza, pensata come uno spazio di socialità di un quartiere in periferia, dolente ma “resiliente”. All’interno della nuova piazza, il geometra Pasquale De Tullio, insieme all’Architetto Lazzaro Pappagallo, hanno pensato anche una serie di locali da assegnare per servizi ed attività commerciali. Una scommessa sulla rigenerazione profonda, urbana ed economica, di un quartiere che ha il diritto di rimettersi in piedi. I soldi ci sono. Manca però lo sforzo dei privati. Esattamente del gruppo di proprietari del comparto 19, che deve cedere le aree alla fine del viale dei Crociati all’Arca (ex Iacp) perché la variante al PIRP possa divenire esecutiva e si possano abbattere le palazzine davanti alla “L”, ricostruire nelle aree cedute e iniziare la realizzazione della piazza. Si sta attivando il comune per l’accordo dal notaio con il Comparto 19 e per la cessione delle aree all’ex Iacp? Continuano i rapporti virtuosi con l’istituto per l’abbattimento delle vecchie palazzine e la realizzazione delle nuove? I soldi ci sono e sarebbe gravissimo non completare un disegno di “riconversione di destino” di questa zona storica e bellissima del nostro ponente cittadino. E i soldi recuperati dalla nostra amministrazione e stanziati dal Governo sono sufficienti anche a realizzare un primo stralcio del Masterplan sul waterfront realizzato dopo il concorso internazionale di idee Europan, proprio quello legato a viale dei Crociati. Un progetto bellissimo, che prevede la realizzazione di un cuscinetto verde tra le palazzine e viale dei Crociati, la riduzione delle corsie carrabili con doppio senso di circolazione per le auto e la realizzazione di un tratto di pista ciclabile. Ve la immaginate una Madonna dei Martiri con un parco diffuso a ridosso delle palazzine, una carrabilità più sicura per macchine, pedoni e bicilette e una piazza centrale con negozi e locali adibiti a servizi? E chi prima d’ora ci aveva messo la testa e i soldi, su un progetto così? Chiedo al Commissario, che si è a lungo confrontato con i cittadini del quartiere, di non perdere uno solo di quei milioni di euro energicamente recuperati e di portare in porto anche un progetto pronto, finanziato e non ancora andato a gara: quello dei campetti di calcio del quartiere. In poche mosse, tutte economicamente e progettualmente coperte, si potrà dire di aver lasciato una impronta storica a favore di una parte della città che ha aspettato a lungo che arrivasse il suo momento. LA CITTADELLA DEGLI ARTISTI SUBITO IL NUOVO BANDO Perché tutto tace sulla Cittadella degli Artisti? Bene ha fatto il commissario Passerotti a risolvere il contratto di gestione. Eravamo arrivati alla stessa determinazione, una scelta obbligata legata a inadempienze del gestore che aveva vinto la gara d’appalto pubblicata dall’ultima amministrazione Azzollini. Ma adesso bisogna fare presto: serve nuovo bando per la gestione di una struttura che abbiamo inaugurato negli scorsi anni, completando i lavori con grande attenzione alla spesa e alla qualità delle opere. L’unico spazio teatrale cittadino, laboratori digitali di alto rango, spazi preziosi per l’arte e le esposizioni. Passare davanti alla Cittadella e vederla chiusa fa sentire l’odore di uno spreco di risorse e di spazi che rischiano di degenerare e richiedere già a brevissimo manutenzioni straordinarie. Perché non attivare sinergie con la Regione per un affidamento temporaneo, fino all’espletamento di una nuova gara d’appalto per la gestione o la concessione? E le energie culturali cittadine si stanno preparando? Che progetti si intendono avanzare dal territorio per la gestione della Cittadella? Anche la Fondazione Valente, che ha fatto parte dell’ATI assegnataria, ha dovuto cedere all’evidenza delle grandi difficoltà comportate dalla gestione di una struttura così ampia e preziosa. Se non ce l’hanno fatta i giganti dell’eventistica forse un modello di gestione di quello spazio ha bisogno di consulenze ad alto livello di innovatori e sperimentatori che già in altri ambiti si sono mostrati all’altezza della sfida. Suggerisco al commissario e agli uffici due nomi: Annibale D’Elia e Roberto Covolo, “bollenti spiriti” che in tutta Italia sono chiamati a risolvere problemi di questa portata. Perché non chiedere a loro – un ex dirigente della Regione “esonerato” da Michele Emiliano e oggi stretto collaboratore di Beppe Sala e Cristina Tajani a Milano e il direttore dell’Ex fadda di San Vito Dei Normanni, eccellenza nazionale di laboratorio urbano - di coordinare unaunità di crisi che possa immaginare un percorso di riapertura sicuro e di sicuro successo per la struttura? LE PISTE CICLABILI E IL NUOVO BANDO REGIONALE Intanto è stato pubblicato un bando importante per la città dal Ministero dell’Ambiente, dedicato al finanziamento di progetti legati alla mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. La lungimiranza dell’assessorato all’Ambiente e dei bravissimi tecnici Annamaria Gagliardi e Graziano Salvemini che, insieme all’architetto Orazio Lisena hanno seguito il nostro progetto delle piste ciclabili cittadine, trova finalmente il suo riconoscimento. Siamo ad oggi, grazie allo sguardo lungo che avemmo già nel 2013, forse l’unico comune di Puglia ad avere nei suoi cassetti un progetto esecutivo da un milione di euro che scommette proprio sul collegamento ciclabile casa-scuola e disegna un percorso di ciclabili che collegano tutte le scuole superiori della città. Il bando scade a gennaio e sarebbe un delitto non parteciparvi, anche perché Molfetta è stato comune-pioniere anche nella pianificazione sostenibile e ha approvato il PUMS, Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile. Ciò vuol dire che abbiamo maggiore punteggio. Unico sforzo che va fatto è quello di apparentamento con altri Comuni, per raggiungere la soglia dei 100.000 utenti, bacino indicato dal bando stesso. Sono stati avviati i contatti con i Comuni limitrofi per non perdere questa occasione? C’è tempo fino a gennaio e non possiamo fallire. Né possiamo cambiare rotta. Ho letto di contatti con Giovinazzo, ad esempio, ma relativi a un progetto a mio avviso fallimentare, sbagliato e pericoloso come la ciclovia sulla litoranea. Non abbiamo imparato nulla da quanto accaduto sul tratto Giovinazzo-Santo Spirito? Una ciclovia sulla litoranea è pericolosa. Restringe la carreggiata, annulla ogni spazio di sicurezza sui margini stradali e impone una zona 30 che viene sistematicamente violata dal traffico stradale, soprattutto in estate. Sul tratto Giovinazzo-Santo Spirito i disagi sono stati tali e gli incidenti così gravi che la ciclovia è stata chiusa. Abbiamo un progetto valido sulle ciclabili e possiamo certamente unirlo alle progettualità dei Comuni vicini – ad esempio immaginando di estenderlo verso le zone vicinali e aprendo un tavolo su questo con i Comuni di Ruvo di Puglia e Bitonto e i loro sindaci illuminati e operosi, Pasquale Chieco e Michele Abbaticchio e partecipare al bando ministeriale. Qualcuno al Comune se ne sta occupando? IL PROCESSO DEL PORTO E IL CANTIERE ANCORA BLOCCATO Prosegue intanto il maxiprocesso sul porto, in un clima di generale e assordante silenzio che non smette di stupirmi. La stampa è completamente assente dall’aula, le cronache sono sporadiche e asciutte da parte di tutti, nessun organo di stampa di tiratura provinciale, regionale e nazionale sembra interessarsi a questo procedimento penale i cui capi di imputazione sono gravissimi. Pochi giorni fa sono arrivati i rinvii a giudizio e una nuova fiammata di attenzione mediatica c’è stata. Ma il rischio che si tenga tutto sotto silenzio o a volume bassissimo è alto, così come il rischio che molti dei presunti reati cadano in prescrizione. E d’altronde già con “le mani sulla città” ci siamo abituati a tempi della giustizia incomprensibili e ingiusti. Sembra che sulle due grandi ombre gettate dalla magistratura sulla nostra urbanistica e sull’opera pubblica più imponente mai programmata in città nessuno voglia fare né luce né chiarezza. Mi ha molto deluso anche un altro elemento: la mancata costituzione di parte civile delle associazioni cittadine che avrebbero potuto farlo. Un elemento misterioso, di pubblico disimpegno, che mi risulta incomprensibile e che si affianca a una parte civile del comune di Molfetta finora agita in modo non lineare, con un incarico affidato nelle mani di uno studio legale non specializzato in diritto penale. Mentre un silenzio che suona omertoso accompagna l’avvio del processo, un incendio sul cantiere ha riaperto le inquietudini sui lavori bloccati che restano paralizzati senza che nessuno, nemmeno un Commissario esperto in grandi opere come Passerotti, riesca ad incidere. Perché nemmeno i lavori di messa in sicurezza riescono a riprendere con rapidità? La mia giunta ha approvato il progetto, ma fummo fermati da ANAC e consiglio superiore dei Lavori Pubblici, che chiesero al Comune lo svolgimento di una gara almeno a tre inviti per continuare. Si sta lavorando a questa gara? Io avevo parlato al Ministro Graziano Del Rio del “caso Molfetta” e mi è sembrato che l’interesse del Ministero a sbloccare almeno la parte di lavori necessaria a ricollocare i cassoni in banchina ci fosse. Ma non risulta alla città che i contatti col Ministero siano stati ripresi, cosa che sarebbe auspicabile. E gli studi legali che stanno da mesi seguendo l’intricata questione relativa al destino del contratto con la ditta esecutrice sono stati contattati e convocati a un tavolo col commissario solo il 10 novembre, dopo sei mesi di sostanziale inerzia. Serve un attivismo ben diverso per proseguire il lavoro di uscita dal labirinto di una vicenda che sembra senza fine. Sono felice che, intanto, la cultura del mare, della pesca e le progettualità legate al porto turistico siano coltivate da associazioni attive e meritevoli come Sailors o Archeoclub e anche che sia ripreso il tavolo tecnico sui cantieri navali cittadini. Però da una stagione di commissariamento ci si aspetta, sul porto commerciale, visti i diretti rapporti con i ministeri interessati, un cambio di velocità nella gestione della crisi. Al momento, invece, le nebbie del porto non paiono affatto diradate. LA PISCINA ASPETTA ANCORA C’è un’altra situazione ferma, che continua a preoccuparmi e sulla quale non si muove un passo. E’ quella della piscina comunale. Non è stato facile trovare il coraggio per chiuderla, contestare agli ex gestori debiti per centinaia di migliaia di euro, sporgere denuncia per numerose ombre legate alla gestione e alle manutenzioni, denunciare la vergogna di stipendi e TFR ancora non pagati ai lavoratori. In assoluto, insieme alla chiusura del centro anziani, i lucchetti alla piscina sono stati l’atto più impopolare dei miei tre anni da sindaco in città. Ma quella chiusura doveva essere un cambio di pagina. Avevamo assicurato che sarebbero stati fatti subito i lavori di manutenzione alla struttura, soprattutto alla tettoia, e che di pari passo sarebbe partito un bando di gestione per rimettere l’impianto in mani sicure. Perché sia i lavori che il bando sono fermi? Intanto nessuno ha assicurato ai lavoratori che nel nuovo bando ci sarà una clausola sociale a loro tutela. Quando ero sindaco mi ero impegnata su questo punto: credo che il Commissario dovrebbe incontrare i lavoratori e ribadire sia l’impegno a loro favore, sia la garanzia di tempi rapidi e certi per lavori e nuovo bando di gestione. I soldi ci sono, non si riesce davvero a capire cosa stia succedendo. Questa emergenza non può continuare. IL FUTURO DELLA ASM E DELLE NOSTRE SOCIETÀ PARTECIPATE Si possono dire molte cose dei miei anni da sindaco di Molfetta e ogni giorno se ne sentono tante. Ma c’è una cosa che è un fatto: le nostre società partecipate hanno vissuto anni di buona gestione e sono uscite da situazioni di impasse e di pericolo molto gravi, grazie a un lavoro durissimo e spesso invisibile dell’assessorato e dei Cda.La Multiservizi ha rischiato di chiudere a fine 2015: l’abbiamo salvata, liberandoci del socio privato e, dopo un ampio dibattito all’interno della nostra maggioranza, consegnandola a un destino inhouse, che mette in sicurezza per cinque anni 61 posti di lavoro e i servizi essenziali legati al settore Lavori Pubblici della città. La MTM, come tutte le società di trasporti, vive una crisi permanente che però è stata gestita con responsabilità. La trasformazione in srl e il passaggio all’amministratore unico e al revisore unico sono scelte che valuto positivamente, ma siamo stati noi ad avviare un rinnovo del parco mezzi, con un mutuo per l’acquisto dei nuovi autobus che è l’unica vera mossa che può rimettere in piedi la società e il rapporto tra trasporto pubblico e città. Anche su questo urge capire: quando arriveranno i nuovi autobus? Quando potrà trarre benefici la città di questi nuovi investimenti? Ma è assolutamente assurdo che nessuno parli della nuova emergenza che rischia di cadere sul futuro della ASM se non si attiva immediatamente un piano d’azione a tutela della società. L’azienda vede scadere il suo contratto di servizio nel dicembre 2016. Meno di 60 giorni e la ASM, sulla carta, potrebbe chiudere. Quali sono le intenzioni del Commissario sulla gestione del servizio? Molfetta fa parte della SANB, la newco che dovrà gestire il servizio in modo unitario nei cinque comuni della ARO a cui apparteniamo. La legge regionale impone questo: la gestione dei rifiuti si deve svolgere in via unitaria sul piano dell’ambito territoriale. Si è attivata la nuova governance e si è attivato il commissario per condurre operativamente in porto la cessione del ramo aziendale in SAMB? Con la ASM al fianco di ASIPU (l’azienda coratina) nell’espletamento dei servizi anche di Bitonto, Terlizzi e Ruvo? O, in alternativa, si ha in mentre un nuovo contratto di servizio direttamente Comune di Molfetta- ASM? Sono state discusse le possibilità a riguardo con glu uffici tecnici regionali e sono stati presi i dovuti accordi in assemblea ARO? Per la verità la SANB non è ancora partita e urge il rinnovo del contratto Comune-ASM. Il Commissario deve dare a questo aspetto la massima urgenza, perché i tempi di legge stanno per scadere. Vanificare un lavoro triennale in cui l’azienda è stata salvata dal fallimento, ricapitalizzata grazie a investimenti sui mezzi importanti e rilanciata in termini di efficienza e innovazione dei servizi sarebbe grave e ingiusto. Così come una decisione sull’impianto di selezione della plastica e sull’investimento su un nuovo impianto va presa entro sei mesi e non si può rinviare e la partita del nuovo impianto di compostaggio, dopo lo sblocco delle autorizzazioni regionali, va riavviata con determinazione. La lista delle cose da fare da parte del Comune e da presidiare da parte della comunità cittadina potrebbe ancora continuare. Appare però misterioso che le forze politiche cittadine, le associazioni, i movimenti sembrano giocare i mesi commissariali in tribuna, continuando a passare al setaccio l’attività della precedente amministrazione, con una moratoria generale e un “silenzio-assenso” sulla stagione commissariale. Quando ero sindaco l’incalzare di comitati, movimenti e stampa sulle singole questioni governative cittadine mi è stato di grande pungolo, stimolo e mi ha consentito spesso di correggere il tiro dell’azione amministrativa e renderla sempre più incisiva e vicina ai bisogni reali della comunità. Io credo che anche al Commissario Passerotti vada riservato lo stesso privilegio: un controllo democratico attento, più puntuale ed esigente. Il calo di tensione e attenzione, altrimenti, di stampa, forze politiche, movimenti e cittadinanza attiva rischia di condannare la città nei prossimi mesi a una collezione di errori e occasioni mancate.